Magazine Psicologia

L’auto-generazione del peccato

Da Nemesi74 @lovebeing321

La Conoscenza è senza peccato

 

Secoli e millenni di menzogne ed illusioni hanno la forza della creazione di nuove verità. La parte più frustrante di tutto ciò è Vedere lo Spirito oltre la maschera umana e non avere le parole per condividerlo. Vedere la Luce che il Cuore di ogni Uno emette, i suoi colori e le sue potenzialità e tacere per permettere che chi così sceglie possa sperimentare il suo stesso peccato. Un peccato generato dai suoi pensieri. Perché quello è l’unico peccato che possa mai esistere. La profezia che si auto-avvera a seguito della forza che quali co-creatori gli abbiamo infuso.

Si crede nel peccato, nelle forze oscure che ci tengono prigioniere, nel sacrificio per il bene supremo, e anche oltre, in un dio punitivo che impone modi e maniere e punisce chi non lo accontenta… uomini -intesi quale razza vivente- che proiettano in dio ciò di cui hanno paura. E la paura è una brutta bestia… l’unica, in realtà. Perché solo lei ha la capacità di oscurare temporaneamente la Luce e la Verità. Niente mostri, niente entità infernali, niente peccati mortali che condannano alla maledizione eterna. Di maledizione, se così vogliamo dire, ce n’è sempre e solo una: il suo nome è paura. Una falsa evidenza che appare reale. Tanto reale. Così reale che l’intero genere Umano ne è schiavo. Ed essendone schiavo genera situazioni di cui avere paura.

È un cerchio. La scelta della direzione della Spirale da seguire. Verso la morte o verso la Vita. La prima segue l’illusione, la seconda la Verità. Tutto dipende da cosa si sceglie di credere. Se si sceglie il peccato, peccato sarà. Con tanto di punizione. E se essa non arriverà dall’esterno lo farà senz’altro dall’interno. Nessuno può scampare all’auto-generazione della propria punizione. Siamo co-Creatori. Per l’Uni-Verso non vi è ciò che l’Uomo vive come dualità. Per l’Uni-Verso una richiesta da un Creatore è una richiesta da soddisfare. Se chiede dolore avrà dolore. Se chiede Amore avrà Amore.

Ah… l’Amore… scordato anche il ricordo di cosa È, l’Amore. Sotterrato da millenni di paure, rivisitato da sporadiche mappe del Tesoro che velocemente furono ri-sotterrate da chi non aveva la libertà di Vedere perché anch’esso imprigionato nelle spire della dualità. Eppure ogni quando un seme nasceva, per ricordare, per abbeverare i Cuori di molti o di pochi, per dare Cibo ad un Anima persa nella separazione della mente. Nascevano ed annaffiavano il Campo, per poi lasciarlo ancora una volta a decidere come crescere.

E nei millenni della percezione i boccioli stanno mostrandosi al mondo sulle cime dei rami, pronte a mostrare i colori del Nuovo Mondo. In attesa… in attesa di… di lasciar andare la paura! Una paura dimenticata anch’essa. Dimenticata da millenni di distruzione, dimenticata per forza! Come sperimentare la separazione senza l’oblio dell’Unione? Come ferire altri con la cosciente comprensione di ferire se stessi? Si può ferire solo quando si crede di essere altro. E si può essere feriti solo quando si Crede di essere altro. Quando non si Vede che l’altro non ricorda…

L’Uomo è meraviglioso, un caleidoscopio di colori che illuminano il Cielo. Ma ancora non lo sa, ancora crede di essere solo carne peccaminosa che attende il giudizio. E nell’attesa muore. Muore da quando inizia a credere nell’uomo scordando il Divino. E così si impegna nella morte anziché nella Vita.

Ma anche questa è una profezia che l’Uomo, Ora, ha cambiato. Le gocce di arcobaleno che prima cadevano sulla Terra sporadicamente sono diventate un fiume dai mille rami. E questo fiume è pronto per sbocciare e trascinare con se tutti coloro che sentono, sentono che la Vita non può Essere vissuta morendo. Sentono che la punizione e il peccato hanno perso potere… perché il cammino inizia ad essere ri-pulito dal giudizio e lastricato di Amore. Ed ogni Una di queste gocce di arcobaleno nutre un nuovo Seme.

Ben Venuti a ciò che Siete e a Ciò che Siamo!

Un abbraccio,

A.



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