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L’autofocus ti tradisce? Ecco perché e come risolvere la situazione

Da Ragdoll @FotoComeFare

La messa a fuoco automatica è un qualcosa che diamo per scontato, noi che abbiamo sempre fotografato in digitale. È normale pensare che, premendo il pulsante di scatto a metà corsa la fotocamera metta subito (o quasi) a fuoco correttamente.

Ma qualche volta succede che la lente corra avanti e indietro alla ricerca della messa a fuoco e non si fermi. Nelle reflex questo è più evidente.

Ci sono infatti alcune situazioni in cui la messa a fuoco è messa in evidente difficoltà. In questi casi siamo noi a dover intervenire per riuscire a mettere a fuoco ciò che vogliamo.

In questo articolo, ti spiego perché e quando la messa a fuoco automatica fa difficoltà e come ovviare a questi problemi. Le indicazioni che ti do si applicano, tranne quando specificato, a qualsiasi tipo di fotocamera digitale.

Red Umbrella by Jonathan Kos-Read, on Flickr

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  by  Jonathan Kos-Read 

Perché la macchina fotografica non riesce a mettere a fuoco?

Esistono principalmente due tecnologie per la messa a fuoco nelle moderne fotocamere digitali: a rilevazione di fase e a misurazione del contrato. Non vado qui a spiegartele in dettaglio. Se vuoi approfondire ti consiglio questo articolo.

L’importane è capire che entrambe analizzano ciò che vede la lente e decidono quindi come mettere a fuoco, entrambe hanno bisogno di identificare i margini, i contorni degli oggetti inquadrati. Spesso, se l’autofocus fa fatica, vuol dire che individuare questi margini non è facile.

Vediamo le varie situazioni in cui l’autofocus può non funzionare e come affrontarle.

Luce troppo tenue

In questo caso, la fotocamera non ha abbastanza “informazione” per trovare un punto di messa a fuoco. Anche se ad occhio nudo ti sembra che la luce sia sufficiente, può non esserlo per la fotocamera. Infatti, le macchine fotografiche, anche le migliori non “vedono” tutte le luce che vediamo noi.

Il primo aiuto può venire dall’illuminatore AF che molte macchine fotografiche montano. Esso fornisce una luce tenue, ma talvolta sufficiente, per mettere a fuoco.

Purtroppo esso è totalmente inutile se il punto da mettere a fuoco è lontano più di qualche metro. Inoltre, in certe situazioni l’illuminatore dà fastidio, quindi non puoi proprio attivarlo.

Applicando lo stesso concetto, puoi usare una torcia elettrica, più potente dell’illuminatore. Qui, sorge il problema di non far vedere la luce della torcia nello scatto. Puoi procedere così:

  • illumina la zona da mettere a fuoco,
  • componi la foto,
  • premi a metà il pulsante di scatto,
  • rivolgi la torcia al di fuori della scena,
  • scatta.

Ovviamente, così hai una mano occupata. Per ovviare a questa difficoltà, o usi il treppiede, oppure trovi un modo di appoggiare la torcia.

Troppo poco contrasto

Talvolta il punto di messa a fuoco è posizionato su una zona che non presenta contrasto, ad esempio una superficie dal colore uniforme, senza ombre nette. Il contrasto è fondamentale per la messa a fuoco automatica, quindi questi soggetti sono decisamente problematici.

Anche in questo caso, l’illuminatore o una torcia tornano utili.

Attraverso una rete o un vetro

Quando guardiamo attraverso una rete o un vetro, il nostro cervello è molto bravo ad identificare quale parte della scena è rete, o vetro, e quale parte è il soggetto di nostro interesse. La fotocamera non è così intelligente, ciò che vede è solo un insieme di linee con vari valori di contrasto.

Se il punto di messa a fuoco è posizionato parzialmente su una parte della rete, spesso avrai quest’ultima a fuoco non il soggetto. Lo stesso vale per il vetro, se i riflessi su di esso diventano preponderanti rispetto alla scena che vi si trova dietro.

L’unica soluzione in questo caso può essere la messa a fuoco manuale. Puoi anche aiutarti con la scala delle distanze, se è presente sul tuo obiettivo.

Profondità di campo troppo limitata

Quando usi valori molto bassi per l’apertura (da f2.8 in giù), soprattutto in combinazione con lunghezze focali elevate, riduci molto la profondità di campo. Ciò significa che la zona da mettere a fuoco è molto ridotta, quindi l’autofocus deve essere estremamente preciso.

Se la situazione non è ottimale (ad esempio, per carenza di contrasto o di luce), l’autofocus può fallire. Talvolta il problema viene accentuato se usi obiettivi di qualità non eccelsa.

Anche in questo caso, l’unica soluzione può essere ricorrere alla messa a fuoco manuale. Inoltre, in combinazione a questa, puoi usare il Live View con l’anteprima di profondità di campo. Lo schermo della fotocamera è molto più grande del mirino, quindi ti sarà più facile mettere a fuoco con precisone, anche con una profondità di campo ridotta al minimo.

Questo problema si verifica anche con valori di apertura più elevati, quando però fotografi a distanza ravvicinata. Infatti per la macro è consigliatissima la messa a fuoco manuale.

Azione troppo veloce

Quando insegui un soggetto in movimento rapido, la messa a fuoco deve continuamente cambiare. Infatti, la distanza tra te e il soggetto cambia continuamente. È una situazione frequente nella fotografia sportiva e nella fotografia naturalistica o caccia fotografica.

In questi generi fotografici, infatti, spesso non si può prescindere dal possedere gli obiettivi più veloci disponibili. Se non te li puoi permettere, puoi approssimare con la tecnica del prefocusing.

Essa consiste sostanzialmente nel prevedere dove il soggetto si sposterà e mettere a fuoco su quel punto prima che il soggetto ci arrivi. Per i dettagli, ti consiglio di leggere il mio tutorial sul prefocusing.

Front e back focusing

Ogni tanto gli obiettivi possono essere difettosi o starati. Ciò porta al fenomeno del front o back focusing: nel primo caso la zona messa a fuoco è più vicina al fotografo rispetto al punto prescelto, nel secondo caso è più lontana. In entrambi casi l’autofocus riporta però una messa a fuoco corretta.

Ti accorgi dell’errore solamente guardando la foto sullo schermo della macchina, o addirittura sul più ampio schermo del computer. Alcune fotocamere recenti permettono di ritarare l’obiettivo, però spesso l’unica soluzione è restituire l’obiettivo o mandarlo all’assistenza.

Due soluzioni sempre disponibili

In tutte le occasioni in cui l’autofocus è messo in crisi ci sono due soluzioni a cui puoi ricorrere.

La prima è la messa a fuoco manuale, che ho già menzionato in qualche caso qui sopra. Essa non si presta a situazioni estremamente dinamiche, però ricordati che è sempre disponibile.

Se ti trovi spesso ad usarla, potresti trarre giovamento da una fotocamera con il mirino più luminoso (se parliamo di reflex). Inoltre, se non ti è scomodo mirare attraverso lo schermo, il Live View con l’anteprima della profondità di campo in questo caso è un grande alleato.

La seconda possibilità consiste nel mettere a fuoco un punto alla stessa distanza rispetto a quello che vuoi mettere a fuoco. Quando metti a fuoco un punto, sono a fuoco tutti i punti che si trovano alla stessa distanza dal sensore (quindi da te).

Quando non riesci a mettere a fuoco, allora, cerca un punto che abbia da te la stessa distanza di quello che “non funziona” e che sia più facile da mettere a fuoco. Cambia selezione del punto di messa a fuoco nella fotocamera e scatta.


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