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L’autrice delle storie diverse: Sara Bilotti

Creato il 31 marzo 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori
L’autrice delle storie diverse: Sara Bilotti

Perché scrivere per trent'anni prima di farsi leggere? Questa è la domanda che accompagna il colloquio con Sara Bilotti, autrice de 'L'oltraggio', primo volume di una trilogia che viene definita dalla stampa noir-erotico; anche se a mio avviso forse potrebbe non essere né l'una né l'altra cosa, e la stessa autrice rifiuta etichette di sorta. Semplicemente è un'autrice, con le sue idee in fatto di scrittura e di lettura (come le hanno tutti d'altronde) e a cui non è facile accostarsi, in quanto senza dubbio è atipica per indole e che è stata in grado di suscitare reazioni diverse e contrastanti con il primo volume della suddetta trilogia.

1) Sara, al giorno d'oggi impera la moda delle trame erotiche e tu ti ci sei accostata cercando di fare qualcosa di diverso. Ma è davvero possibile inventare qualcosa nella scrittura di oggi, in senso generale e in quel campo in particolare?

Pare che tutto sia stato già scritto. Ma ogni scrittore ha un suo mondo, e non esiste una realtà oggettiva. La ricerca del nuovo, del diverso a tutti i costi, ha spesso portato ad esperimenti discutibili. Secondo me basta raccontare senza strategie i nostri universi, solo così non ci sarà mai un libro uguale all'altro.

2) 'L'oltraggio' ha fatto e fa discutere, nel bene e nel male. È già questa una vittoria o ti aspettavi qualcosa di diverso?

Mi aspettavo le reazioni perplesse di molti dei miei lettori, abituati alla mia cifra nerissima. Mi aspettavo anche le critiche, l'accostamento con la moda dell'erotico, l'accusa di aver cavalcato l'onda del successo altrui. Quello che non mi aspettavo è la reazione positiva di una parte di critica che normalmente snobba questo genere di libri, classificandoli a priori come operazioni di marketing. Hanno letto con attenzione e trovato la mia voce. Non sono un'autrice nera, gialla, erotica, noir. Sono un'autrice e basta, una che ha voglia di misurarsi con storie diverse.

L’autrice delle storie diverse: Sara Bilotti
3) Cambiamo argomento, parliamo del web. È un veicolo di informazione mordi e fuggi e in apparenza sembrerebbe antitetico alla reclamizzazione e diffusione di libri, invece se ne fa sempre più largo uso tra gli addetti ai lavori. Anche la lettura è diventata mordi e fuggi e, se sì, in cosa differisce da qualche decennio fa?

Stiamo diventando compulsivi nella comunicazione. Vogliamo informazioni immediate, dirette, in tempo reale. Ci sono segnali di cambiamento anche nella letteratura, senza dubbio. Oggi, per esempio, sono ben pochi gli autori che pubblicano libri molto lunghi. Lo standard rimane intorno alle trecento pagine, a parte le dovute eccezioni. Ma non lo ritengo un segnale negativo: un libro di ottocento pagine non è migliore di uno di cento. L'importante è che non si arrivi ad asciugare il contenuto, a semplificarlo, a trattare i lettori come dei bambini in attesa della pappina pronta. Quando leggo un libro, mi accorgo subito se l'autore sta cercando di raccontarmi il suo mondo nel modo più semplice e immediato possibile. Questo mi irrita profondamente: se non ho voglia di pensare troppo vedo un film, non apro un libro.

4) Dammi la definizione di noir secondo Sara Bilotti e se credi possibile inventare ancora qualcosa di originale nel genere.

Il noir è un'indagine nel lato oscuro, la nostra parte più vera. Quella che tendiamo a relegare in un angolino del cervello, perché ci turba, ci spaventa. Raccontare il male è estremamente affascinante, e io provo a farlo in tanti modi diversi. Per me scriverne rappresenta una sorta di catarsi. E credo fermamente, per i motivi che ho già espresso, che sia possibile creare qualcosa di originale nel genere.

5) Quale cliché credi superato o da superare nella scrittura di oggi?

Quelli che riguardano la cosiddetta letteratura al femminile. Che significa letteratura al femminile? Cosa comprende questa categoria? Storie di sentimenti? Non mi pare che le scrittrici contemporanee scrivano solo storie d'amore. Anzi, ritengo che le autrici italiane, che conosco molto bene, stiano mettendo in atto una rivoluzione che renderà impossibile catalogare i loro romanzi, mettere etichette, confinare in ghetti.

6) Ho recentemente intervistato un ospite il quale mi ha espresso l'opinione che i regionalismi nella letteratura italiana sono ciò che la renderebbe forte anche all'estero, altri mi hanno detto invece che se non si superano non si andrà da nessuna parte. La posizione di Sara a tal proposito qual è?

Più che i regionalismi, ritengo che l'ambientazione sia un motivo di grande interesse per gli editori stranieri. Non a caso. Alcune zone della nostra bella penisola sono da sempre il sogno di inglesi e tedeschi, per esempio. Sono certa che l'ambientazione toscana dei miei romanzi sia uno dei motivi per cui la Random House ha deciso di pubblicare la trilogia in Germania. Certo, non il principale. Ma di sicuro c'è un interesse sempre più dichiarato nei confronti della nostra terra e dei nostri autori.

7) La Letteratura ha un ruolo umano, sociale e civile o è puro svago?

La letteratura è tutto questo. C'è un momento per lo svago, uno per l'impegno, un altro ancora per la crescita interiore. E i libri ci accompagnano in ogni fase della vita, per fortuna, sono la nostra ruota di scorta, i nostri compagni di viaggio.

8) Cosa legge Sara Bilotti, e cosa 'prende' dalle sue letture?

Sono una lettrice onnivora, solo tra gli stranieri amo la Yourcenar e King, Jelinek e Kafka, Tartt e Kristof, Ellis e Fitzek. Sempre perché c'è un momento per ogni lettura. Dai libri prendo tutto ciò che posso: ispirazione, idee, soluzioni, emozioni, consigli di vita e di scrittura.

9) Quanto dai e quanto prendi invece da ciò che scrivi?

Do decisamente troppo: non ci sono filtri tra me e le mie parole. Ma in cambio ricevo un regalo grandissimo: la consapevolezza di essere riuscita a comunicare. Non è una cosa scontata. Per tanti anni, per motivi molto personali, ho pensato di non essere capace di comunicazione verbale o scritta. Il caso ha voluto che diventassi scrittrice, la vita è davvero sorprendente.

10) Una domanda che non ti hanno mai fatto ma alla quale avresti sempre voluto rispondere?..

A dire la verità in questi anni di scrittura mi hanno chiesto proprio tutto. Ma la domanda più bella per me resta sempre la stessa: perché hai scritto per trent'anni prima di deciderti a farti leggere? La mia risposta è: scrivere quindici libri non fa di te uno scrittore. E io, che divoro capolavori da quando ho imparato a leggere, mai avrei potuto credere di meritare un posto in libreria. Forse neanche adesso ci credo davvero.

Chi è Sara Bilotti:

Sara Bilotti nasce a Napoli nel 1971. Nel 2012 pubblica la raccolta di racconti Nella Carne, per Termidoro Editore. Nel 2015 escono per Einaudi Stile Libero L'oltraggio, La colpa e Il perdono.


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