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Tre agiate coppie in gita nelle Isole Eolie, perdono una villeggiante, o meglio, è lei che fa perdere le sue tracce. Si tratta di Anna (Lea Massari), migliore amica di Claudia (Monica Vitti). Incidente? Suicidio? Fuga?
Claudia e Sandro (Gabriele Ferzetti), fidanzato della ragazza scomparsa, si mettono a cercarla nell’entroterra, dimenticandosi presto dello scopo del loro viaggio e innamorandosi.
Li vediamo poi a una festa, dove, come coppia consolidata, ritrovano gli altri villeggianti.
Qui però Sandro tradisce Claudia, proprio come aveva già fatto con Anna.
Poi i due parlano, su un terrazzo, e la vita continua.
Primo film di Antonioni sull’incomunicabilità, duramente deriso dal pubblico alla première, lodato subito dai critici e rimasto nella storia del cinema come uno dei titoli più celebri della settima arte, forse è stato venerato molto di più di quanto sia stato effettivamente visto e amato, simbolo di quel nuovo cinema di nicchia e intellettuale che sarebbe esploso proprio negli anni ’60.
Migliaia di pagine sono state scritte su questa pellicola, quindi ogni mia ulteriore aggiunta è superflua.
Migliaia di pagine sono state scritte su questa pellicola, quindi ogni mia ulteriore aggiunta è superflua. Posso raccontarvi però le curiosità che avvolgono il film. Le riprese furono davvero un’avventura, durando cinque mesi in cui successe di tutto: un giorno di isolamento sull'isola deserta senza cibo e senza acqua, maltempo, produttori spariti, sciopero della troupe per le mancate retribuzioni. Poi quando uscì venne deriso dal pubblico del Festival di Cannes. Monica Vitti ricorda così quel giorno: Quando uscii ero disperata, piangevo come una bambina, mi sembrava che tutto il mio lavoro e questi mesi non erano serviti a nulla, perché questo film andava nel vuoto, in questa gente che rideva. Il film alla fine vinse il Premio della Giuria, mentre il Premio principale, quello per il film, andò a La Dolce Vita. Quelli si che erano anni di cinema italiano.
Presentato in Italia come “una superba e orgogliosa opera d’arte”, benché mancante di cinque scene censurate per oscenità, ebbe naturalmente più seguito all’estero, vincendo premi a Vancouver, New York, Parigi.. In Italia si accontentò del Nastro d’Argento per le musiche di Giovanni Fusco. Da quel momento iniziò l’infatuazione del mondo per la Sicilia, che ebbe poi tanta fortuna nel cinema italiano dei decenni successivi (Nuovo Cinema Paradiso, Mediterraneo). Magnifiche sono infatti, la cattedrale di Noto, le Isole Eolie il San Domenico Palace di Taormina. Di questo regista e dei tre attori sentirete ancora parlare in questo blog.
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