Un’emozione simile a quella vissuta dai quattromila del PalaDesio non poteva essere trasmessa neanche da un regista di fama mondiale come Spike Lee, autore di capolavori come “Fa la cosa giusta” e “He got game”. Il regista nativo di Atlanta era ospite della formazione di coach Banchi durante il suo soggiorno in Italia e ha goduto di un magnifico spot dell’Eurolega, dimenticando per una sera le difficoltà dei suoi amati New York Knicks. Non potendo usufruire del Forum, occupato temporaneamente dalle finali di X-Factor (che in questi periodi tira più che il massimo campionato continentale) la formazione meneghina ha sconfitto il Panathinaikos sul neutro di Desio. Un match combattuto sino all’ultimo possesso che ha proiettato l’Emporio Armani alle Top 16.
Un obiettivo minimo preannunciato alla vigilia, ma tutt’altro che scontato nel gruppo della morte, in compagnia di team come Barcellona, Panathinaikos, Fenerbahce e Bayern Monaco; insomma se il buon giorno si vede dal mattino il sorteggio ha rivelato che l’Euroleague di Milano era tutta in salita. La gara inaugurale, vedeva la formazione di Banchi perdere di misura a Istanbul, prima di cadere tra le mura amiche contro il Barcellona, guidato da un Abrines formato Mvp. La vittoria ottenuta a Monaco di Baviera ridava speranze alle scarpette rosse, che con i 16 punti di Joe Ragland e 15 di Daniel Hackett timbrava i primi punti in classifica. Il meno ventisette rimediato ad Atene, rappresentava il punto più basso di una gestione, quella di coach Banchi, che mirava a riportare in auge il nome di Milano anche in Europa. Diamantidis e Batista mostravano i difetti della difesa di Milano, mentre l’attacco soffriva dei black out dei propri protagonisti, Gentile, Kleiza e Brooks su tutti. La vittoria contro Turow Zgorzeleg rappresentava un dentro o fuori ma il capolavoro avviene contro il Bayern Monaco a Milano, castigato da una tripla di Hackett sulla sirena.
Dopo le difficoltà iniziali, i due grandi colpi del mercato estivo targato re Giorgio, Kleiza e Brooks stanno trovando la propria dimensione, eleggendosi a leader silenziosi. Joe Ragland si sta rivelando il playmaker che era mancato in questi anni a Milano, mentre Alessandro Gentile, quando mantiene la concentrazione è un campione fatto e finito. I dubbi, se ci sono, riguardano la tenuta della squadra contro i top team. La doppia sconfitta contro Barcellona e Fenerbahce spinge a domandarsi se alcune squadre giochino ad un livello superiore, e se il gap possa essere colmato in cosi poco tempo. La difesa, spesso distratta e tenera deve subire una inversione di tendenza e determinati giocatori dovranno trovare costanza e rendimento per numerose partite.
Il cammino è tracciato, ma quale direzione prendere spetta solo alle scarpette rosse.