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L’eco dei lettori. Avevano spento anche la luna

Creato il 27 giugno 2012 da Patriziabi (aspassotrailibri) @openars_libri

di Michela L.

L’eco dei lettori. Avevano spento anche la luna
E’ il 14 giugno 1941 quando gli agenti dell’NKVD, la polizia segreta sovietica, irrompono nella tranquillità domestica della protagonista Lina Vilkas e della sua famiglia: “Mi portarono via in camicia da notte” è la prima cosa che ci fa sapere, proprio a sottolineare l’intimità violata senza alcun pudore e la mancanza di rispetto per l’individualità delle persone.
Comincia così un terribile viaggio verso l’annullamento della dignità umana, quando l’odio e l’indifferenza arrivano a corrompere e imputridire gli animi dei carnefici e inevitabilmente anche delle vittime.
Nel 1940, l’Unione Sovietica, sotto la guida di Stalin, occupò Lettonia, Lituania ed Estonia. I paesi baltici vennero annessi all’URSS repentinamente, senza che avessero la possibilità di opporsi in alcun modo. Moltissime persone che vennero ritenute potenzialmente pericolose vennero uccise o deportate insieme alle loro famiglie: la quindicenne Lina Vilkas è l’immaginaria portavoce di quel popolo che per tanto tempo è stato ignorato dal mondo.
La nostra protagonista capisce ben presto che dovrà essere forte e tenace, solo così avrà qualche speranza di non soccombere alle brutture che la attendono, che non sono fatte solo di fame, malattie e morte ma anche e soprattutto da continue umiliazioni.
Non si può che provare simpatia per questa giovane donna che si ritrova a fare i conti con la furia persecutrice di Stalin. Certamente sarebbe potuta diventare una famosa artista, vista la passione per la pittura pre-espressionista di Munch, suo modello artistico, non solo ispiratore di arte ma anche di una certa visione nuda e cruda della vita. Ama i libri, infatti porta con se Il circolo pickwick di Dickens e durante la prigionia impara il russo grazie a un altro libro dello stesso autore Dombey e Figlio: da lettrice mi piace pensare che forse un po’ della sua saggezza l’ha presa da loro, chissà!!
Quando non è costretta a lavorare disegna, documenta tutto a rischio della vita, giurando che, se riuscirà a sopravvivere, onorerà per mezzo dell’arte e della scrittura la sua famiglia e le migliaia di famiglie sepolte in Siberia. È l’unico modo per sperare di salvarsi, per salvare la propria mente e se vogliamo la propria anima.
Unico tasto dolente di questa lettura è stato il finale: decisamente troppo cinematografico, peccato!

Avevano spento anche la luna, di Ruta Sepetys
(ed. Garzanti, 2011, pp. 304, ISBN 9788811670360)


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