Lo spazio giornaliero dei lettori per i lettori.
La voce di coloro che non hanno un proprio blog e che in questo spazio esprimeranno opinioni veraci, schiette, dirette, sintetiche ma non per questo superficiali sulle proprie letture.
Un’eco dell’anima curiosa, libera, nostrana, riflessiva che vive in ciascun lettore.
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Di Loredana M.
Porte chiuse, confini, muri invisibili… di questo vive Victoria, questo si porta dentro, questo pensa di meritare, e questo è in grado di dare, perché non ha ricevuto altro. Funziona così, in effetti, o meglio, noi crediamo che funzioni così… pensiamo di non essere in grado di dare ciò che non ci è stato donato, ciò di cui avevamo bisogno ma che per qualche strano scherzo della vita ci è stato negato. Ecco che allora si alzano i muri, si chiudono le porte, ci si chiude a riccio (senza eleganza alcuna), si chiude il mondo fuori, abbiamo noi stessi, non ci serve altro. Crediamo che vada bene così. Però poi scatta qualcosa dentro, qualcosa di indefinibile, forse è istinto ancestrale di comunicazione, chi lo sa, qualcosa dentro grida, ed esce, in un modo o nell’altro. “Il linguaggio segreto” è quello dell’anima, dell’essenza di ciò che siamo, e l’anima viene fuori, sempre, anche se chi sta dall’altra parte non conosce il codice, o è troppo distante, o freddo, o indifferente per comprenderlo. Però lì, sotto gli occhi di tutti, c’è la chiave, anche se i più passano veloci e non la vedono, non la guardano nemmeno. Come un mazzo di fiori che, spesso solo bello da vedere, da ricevere o da regalare, se guardato con occhi curiosi e anima attenta, racconta una storia.Victoria solo questo ha ricevuto come dono d’amore dalla madre affidataria Elizabeth, la prima persona che le ha voluto bene: la capacità di raccontare storie e sentimenti (i suoi, e quelli degli altri) con i fiori; e solo questo sa dare di sé, agli altri, ma anche a sé stessa. Perché alla fine è vero, anche se suona banale come concetto, che ciò che doniamo agli altri lo doniamo anche a noi stessi. E quando poi tutto questo amore ci viene incontro con tutta la sua forza, ed irrompe inaspettatamente nella nostra vita, quando pensavamo di non meritarlo più, quando avevamo smesso di crederci, nel bene e nell’amore, può farci paura al punto da respingerlo con violenza, fino a fare del male nel peggiore dei modi; e a farci del male. Nel peggiore dei modi.
Victoria e Elizabeth, bisognose e impaurite d’amore al punto da farsi del male a vicenda, in maniera feroce e crudele, forse nell’intento dell’autrice volevano essere lo spunto per scagliarsi contro il sistema delle adozioni in America e per rendere il libro un po’ più politically incorrect di quanto non le sia riuscito in realtà. Ai miei occhi e al mio cuore di lettrice, appassionata ed affamata di sentimenti e di storie, è arrivata una bella figura di ragazzina inesperta della vita e dell’amore, in ogni sua forma e manifestazione; una ragazzina, ammettiamolo, irritante e a volte antipatica per il suo volersi ostinare a respingere con forza, quasi feroce, tutto ciò che di bello la vita le offriva, perfino la maternità. Una maternità che l’ha sopraffatta dentro, rischiando di distruggerla per il troppo amore che l’ha travolta, e che si sentiva incapace di gestire, tanto forte era quel fiume di sentimenti che scaturiva da quell’esserino cresciuto dentro di lei, e che chiedeva, chiedeva tutto di lei. Tutto quello che c’era, e che Victoria per prima non sapeva di possedere, perché non l’aveva mai ricevuto: amore da dare. Quello semplice, istintivo, naturale. Quello che c’è sempre, da qualche parte, dentro di noi. Quello che, sempre e comunque, ci rende più forti di tutto, e di tutti.
Il linguaggio segreto dei fiori, di Vanessa Diffenbaugh
(Ed. Garzanti, 2011, pp. 359, ISBN 9788811686613)