di Antonella M.
Tutto ha inizio con un’eclissi solare a San Francisco, passando poi per le Isole Aleutine in Alaska, fino al Pacifico con le isole di Guam e la prefettura di Okinawa in Giappone. Durante l’eclissi viene sprigionata una tale energia da causare un terremoto sconvolgente, che costringe il presidente americano, che sta presenziando ad una riunione importante, a fuggire a bordo dell’Air Force One.
L’aereo incappa in forze magnetiche straordinarie conseguenti agli ultimi fatti accaduti e scompare nell’oceano Pacifico: da questo punto hanno inizio una serie di episodi da cardiopalma, a cominciare dal recupero del relitto…
La maggior parte delle azioni si svolge a seicento metri di profondità nell’oceano Pacifico ed io, soffrendo di claustrofobia, confesso che più volte ho chiuso il libro, per poi riaprirlo comunque subito e leggere cosa sarebbe successo.
La scrittura e la descrizione dei fatti l’ho trovata perfetta, tengono incollati al libro fino all’epilogo.
Uno dei pochi libri che merita cinque stelline, a mio parere ovvio, per il modo e per gli argomenti trattati: casi di sicurezza nazionale, guerra nucleare, la lotta eterna America-Cina, ma soprattutto la bellezza degli scenari descritti e la scoperta di civiltà antiche e affascinanti, che fanno quasi dimenticare la tragedia che sta alla base del romanzo. Il tutto condito anche da episodi di fantascienza, salti temporali e fatti inverosimili, che in tutto il contesto non guastano affatto.
L’ultima eclissi, di James Rollins
(ed. Nord, 2012, pp. 450, ISBN 9788842919001)