Di Antonella M.
E’ la storia di Julia, una giornalista americana emigrata con il matrimonio a Parigi.
Il suo capo le assegna l’incarico di svolgere delle ricerche per un articolo in occasione della ricorrenza, il 16 luglio, del rastrellamento avvenuto nel 1942 da parte della polizia francese, e non nazista, di uomini, donne e bambini rinchiusi dapprima nel Vèlodrome d’Hiver, e poi tristemente deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, dove verranno uccisi.
Dopo svariate ricerche Julia si accorge di riaprire una pagina vergognosa per la Francia che era stata quasi sempre taciuta.
Viene a conoscenza della storia della piccola Sara, che come tanti bambini verrà strappata ai genitori e conoscerà l’orrore di essere ebrea e odiata da tutti.
Con caparbietà scoprirà fatti e circostanze molto dolorose, che la toccheranno molto da vicino.
Un libro altamente coinvolgente e drammatico, che ho letto quasi con le lacrime agli occhi, pensando che, purtroppo, questi fatti sono accaduti realmente e noi non dobbiamo e non possiamo dimenticare mai quanto l’uomo possa essere spietato e crudele con i suoi simili.
Ancora una volta ho trovato una lettura che mi ha fatto crescere e capire il dolore di coloro che ci sono passati, come la piccola Sara, e la chiave del suo terribile segreto, gelosamente custodito nel suo cuore.
La chiave di Sarah, di Tatiana De Rosnay
(ed. Mondadori, 2007, pp. 319, ISBN 9788804563723)
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