Di Michela L.
In questo clima di terrore e di orrore si dipanano le vicende dei protagonisti che ormai hanno perso ogni speranza, come Zunaira, ex avvocato, che, sentendosi umiliata ed offesa dalla condizione imposta alle donne, si rifiuta di uscire di casa perché trova insopportabile nascondersi sotto il burqa e camminare dietro al marito, e non al suo fianco come è giusto che sia tra due compagni di vita e, soprattutto, tra due persone che agli occhi della società dovrebbero essere considerate paritarie. C’è Atiq, il guardiano del carcere, che non riesce più a sostenere il ritmo delle esecuzioni, e sua moglie Mussarat, condannata da un male incurabile; c’è Mohsen, marito di Zunaira, uomo colto e aperto all’emancipazione femminile, che si ritrova quasi inebetito a partecipare alla lapidazione di una donna, gesto al quale non è in grado di dare una spiegazione comprensibile, se non con la passività e la rassegnazione ad un modello societario non voluto ed imposto, ma di fatto accettato dai più.
Storie dure e crude, dove però trova un po’ di spazio anche lo stupore per la bellezza e la potente forza dell’amore pronto a qualunque sacrificio.
Le rondini di Kabul è un piccolo libro denso di significato, imperdibile per i lettori attenti ai problemi umani e sociali e alle mille sfaccettature ad essi correlati.
Le rondini di Kabul, di Yasmina Khadra
(Ed. Mondadori, 2007, pp. 148, ISBN 978-8804567974)
Lo spazio giornaliero dei lettori per i lettori.
La voce di coloro che non hanno un proprio blog e che in questo spazio esprimeranno opinioni veraci, schiette, dirette, sintetiche ma non per questo superficiali sulle proprie letture.
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