Di Antonella M.
E’ la storia di un uomo tranquillo di sessantaquattro anni che ha la sua routine di vita quotidiana scandita come un uomo qualsiasi: lavoro da impiegato, una vita coniugale normale, due figli adulti che vivono per conto loro, due nipotine un po’ monelle. Ogni tanto qualche sogno ad occhi aperti e nulla più.
La moglie muore per una trombosi in una delle loro normalissime serate a casa.
Di punto in bianco l’uomo, apparentemente afflitto dalla perdita, si ritrova solo e scontento di tutto ciò che fino a quel momento non ha fatto.
Decide improvvisamente di lasciare il lavoro ed andare in pensione anticipatamente, ma così facendo si ritrova con delle giornate intere da riempire.
Scioccando i figli, decide di partire da Firenze, dove ha sempre vissuto, alla volta di Roma, per vedere ed assaporare la magnificenza della città eterna.
Vive in albergo, fa ciò che vuole ogni giorno e spende più di quanto abbia fatto in vita sua: sfoga quindi quella sorta di rabbia interiore e di rivalsa contro il mondo che non ha avuto.
Poi è la volta di Parigi, di cui ha sentito parlare come della città più bella d’Europa, fino ad arrivare ad un finale a dir poco controverso.
Nonostante le aspettative una bella storia, anche se a tratti un po’ amara e piena di insoddisfazione.
Un tipo tranquillo, di Marco Vichi
(ed. Guanda, 2010, pp. 235, ISBN 9788860884947)
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