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L’Eco del Grande Canto (di David Gemmell)

Creato il 19 marzo 2013 da Mcnab75

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L’Eco del Grande Canto
di Davide Gemmell
Fanucci Editore (fuori catalogo)
Edizione in lingua inglese: ebook, paperback

Sinossi

Erano immortali e vivevano come dei mentre il loro Impero stava morendo. Presuntuosi ed egoisti, gli Avatar dominavano con la magia e le scienze arcane un mondo decaduto.
Ma poi due lune comparvero nel cielo e un nemico terribile varcò la soglia fra i mondi. Le armate assetate di sangue della Regina di Cristallo sciamarono per la terra, portando devastazione e terrore e lasciandosi dietro una montagna di cadaveri da sacrificare.
Mentre le città stanno per affrontare la distruzione, tre eroi si preparano a sconfiggere il nemico: Talaban, un guerriero Avatar tormentato dal suo tragico passato, Mano-di-Roccia, il mistico uomo delle tribù in cerca del suo amore perduto e Anu, il Santo, l’Architetto del Tempo.
Quando tutto sembra perduto, altri due si uniscono a loro: Sofarita, la fanciulla di campagna che avrebbe dato vita a una leggenda e Viruk l’Avatar pazzo, destinato a diventare un Dio… (Quarta di copertina)

Commento

Ho dovuto rileggere questo libro – uno dei miei preferiti – per fare pace col fantasy.
Ho dovuto rileggerlo in inglese – ricomprandolo quindi in formato ebook – perché ho smarrito la mia edizione tascabile Fanucci datata 1997. Probabilmente l’avrei trovata cercando nell’usato, ma ritengo che David Gemmell sia uno di quegli autori estremamenti funzionali a essere letti in lingua originale.

Già, David Gemmell, che ci ha lasciati troppo presto.
Alcuni lo ritengono un autore troppo grezzo e sbrigativo, con trame che gira e rigira vertono sempre su una decina di cliché (personali, non generali) triti e ritriti. Io Gemmel invece lo adoro. A dire il vero l’ho sempre più apprezzato nei suoi lavori singoli, che non nelle saghe infinite, che pur ritengo più che godibili.
L’Eco del Grande Canto è appunto un volume autoconclusivo. Forse il miglior Gemmell di sempre, almeno a parere mio. E’ anche uno dei suoi libri più recenti, scritto sul finire degli anni ’90.

Eco

La trama di per sé è suggestiva. In un mondo remoto, il pianeta era governato dall’impero degli immortali Avatar, che da millenni hanno imparato a imbrigliare la luce del sole in gemme incantate, in grado di donare loro poteri superiori a quelli di qualunque altra creatura vivente.
Una glaciazione imponenente ha però spazzato via l’impero, uccidendo quasi tutti gli Avatar, tranne un mezzo migliaio che hanno trovato riparo nelle lontane colonie ai margini del regno. Ora il pianeta è sommerso dai ghiacci e i popoli che per lunghissimo tempo sono stati asserviti agli Avatar stanno meditando la rivolta e la presa del potere. La poca energia residua nei cristalli degli immortali non sarà infatti sufficiente a respingere decine di migliaia di barbari in marcia.
Tuttavia un pericolo imprevisto mette a rischio la sopravvivenza stessa della razza umana, costringendo nuovi e vecchi nemici a improbabili alleanze. Questo pericolo è rappresentato da una civiltà in fuga da una dimensione parallela, da un mondo a sua volta colpito da una catastrofe di dimensione immane. I profughi transdimensionali hanno poteri simili a quelli degli Avatar, ma traggono il loro potere dai sacrifici di sangue, non dall’energia del sole.

Gemmell è magnifico nel tratteggiare questa ambientazione che fonde fantasy e post-apocalittico. Il bello, come sempre accade nei suoi libri, è la flebile, flebilissima linea divisoria che separa i buoni dai cattivi. Non ci sono personaggi totalmente negativi o positivi, bensì molte sfumature, così come accade anche nel mondo reale. Basti pensare che uno dei protagonisti, Viruk, è un Avatar che prova grande godimento nell’uccidere il prossimo, spesso per futili motivi, ma è anche capace di lanciarsi in gesti di grande generosità verso sconosciuti che intercettano le sue simpatie. Perfino i barbari “subumani”, ossia i popoli che non conoscono la magia dei cristalli, e che quindi sono/erano soggetti al dominio Avatar, hanno spazio e spessore. Ossia non servono solo come riempimento, come avversari degli eroi, bensì si muovono e agiscono per scopi e motivazioni sensate, credibili.
Non solo: i protagonisti de L’Eco sono anche molto umani e malinconici. Del resto vivono in un contesto caratterizzato da un cambiamento epocale. Un glorioso, antichissimo impero sta morendo. Altri popoli sono pronti a spartirsi i brandelli e a giocare la partita per la successione.

Questo romanzo vibra di vita propria, di intensità. Ci sono combattimenti, c’è la magia dei cristalli solari. Ci sono mostri e barbari, Re e assassini. Ma c’è anche molta anima, un senso di epicità che si rispecchia nei tanti protagonisti e comprimari che l’autore di presenta.
Lo ritengo un fantasy anomalo, in grado di farsi apprezzare anche da chi solitamente disdegna questo genere, avendolo conosciuto magari solo attraverso i miseri cloni moderni di Tolkien e soci.
So che sono del tutto di parte, e che sto scrivendo una recensione piena di lodi sperticate. E’ che ho ritrovato, in questo libro, un vecchio amico invecchiato proprio bene.
E ho anche scoperto che David Gemmell mi manca proprio tanto.

david gemmell

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