Ecco la seconda parte .
L’Economia sociale in Europa
Nell’ambito dei Paesi dell’Unione Europea il sistema italiano dell’economia sociale e in particolare l’esperienza delle cooperative sociali rappresenta un punto di riferimento importante, tuttavia vi sono alcune iniziative – emerse in particolare all’interno del Network europeo Better Future for Social Economy (BFSE) – che sono sicuramente di interesse per le Amministrazioni Italiane.
Social franchising
Il sistema impiega attualmente in Europa oltre 10.000 persone, ed è in crescita. L’aspetto rilevante è che circa i il 70% della forza lavoro è costituita da persone con disabilità. Il punto di forza di questo modello è dato dall’autoinvestimento e dalla presa in carico dell’impresa sociale stessa che è stata beneficiari di fondi strutturali.
Alcuni esempi di particolare interesse:
- Le Mat, network di franchising nel settore del turismo, italo-svedese
- Companion, consulenza per lo start-up, assistenza per lo sviluppo di business plan, consulenza nella fase di sviluppo della rete di franchising, consulenza per l’accesso al credito alle imprese sociali in Svezia, attraverso centri dislocati territorialmente.
- Supermercati CAP in Germania: 1200 impiegati, di cui il 70% disabili
- De Kringwinkel, nelle Fiandre, il più grande social franchise in Europa, federazione di 108 negozi gestiti da imprese sociali che vendono oggetti usati nelle Fiandre
Centri locali per servizi alle persone – l’esperienza della Polonia
“Com-Com Zone” è un’impresa sociale, a cui partecipano partner pubblici (livello locale), privati (multinazionali – Coca Cola, Philip Morris – e locali) e sociali (associazione non profit Siemacha).
Il progetto realizza centri a livello locale in cui vengono erogati servizi alle persone e forniti spazi per la fruizione di alcuni servizi (education, sport, therapy):
- centri di aggregazione giovanile (fruizione gratuita) con infrastrutture moderne/innovative per un’utenza che spesso non vi ha accesso (musica, creatività, gioco, ecc.)
- assistenza psicologica gratuita
- spazi per lo sport (a pagamento per alcune tipologie di utenti, i cui proventi vengono riutilizzati per i servizi sociali).
Measurement of Social added value
- In relazione alle peculiarità dell’economia sociale sono in atto in Europa e in Italia numerose esperienze sulla misurazione del valore aggiunto dell’economia sociale: valore aggiunto economico (aumento di ricchezza materiale, economica e finanziaria prodotta), valore aggiunto sociale (produzione di beni relazionali e creazione di capitale sociale e valore aggiunto culturale (diffusione di valori nelle comunità di riferimento)
E’ stata messa a punto la metodologia dello SROI (Social Return On Investments), attualmente applicata in Polonia, UK (Scozia) e Belgio (Fiandre) In particolare in Gran Bretagna, le attività di valutazione dell’impatto sociale delle attività di economia sociale sono considerate nella programmazione politica e finanziaria a livello nazionale.
L’Europa per l’economia sociale
La Commissione Europea ha inserito il Social Business nel Single Market Act e ha dedicato all’economia sociale lo scorso autunno una Iniziativa Comunitaria – la Social Business Iniziative – come parte di un pacchetto di misure dal titolo dell’iniziativa Responsible Business. Gli obiettivi sono di aumentare l’accesso ai finanziamenti, in particolare attraverso la semplificazione dei fondi strutturali, creando un quadro per fondi di investimento sociali e la diffusione della microfinanza. L’Unione europea nella prossima programmazione intende sostenere lo sviluppo dell’economia sociale e dell’impresa sociale attraverso:
- l’Iniziativa Progress
- la Social Business Iniziative – piano d’azione;
- il sostegno allo sviluppo del microcredito in Europa, (a partire dal 2014);
- uno specifico strumento finanziario europeo di € 90 milioni per migliorare l’accesso delle imprese sociali ai finanziamenti, gestito direttamente dalla Commissione europea (a partire dal 2014);
- l’introduzione di una priorità di investimento per le imprese sociali nel FESR e FSE, come proposto nel pacchetto normativo sui fondi strutturali 2014-2020.
Sfide e futuro per l’economia sociale
Rafforzare il ruolo dell’economia sociale è importante per il futuro del mercato unico in Europa, soprattutto in questa fase di crisi, ma anche per migliorare la nostra società visto il ruolo che svolge il Terzo settore nel dare risposte puntuali ai bisogni sempre crescenti delle nostre comunità, là dove il Pubblico e il Mercato non sono in grado di intervenire efficacemente.
La principale sfida che si trova ad affrontare oggi questo settore è quello di rafforzare e affermare la propria identità, in considerazione delle molteplici e differenziate identità che si trovano al suo interno e che sono in continua evoluzione, attraverso soluzioni strutturali e organizzative che meglio rispondano a questa fase di crescita e di sviluppo.
L’impresa sociale opera nel mercato producendo beni e servizi con formula imprenditoriale e l’impatto economico è diventato tale che è oggi necessaria rafforzare le competenze manageriali per gestire questo settore con maggiore efficienza, rafforzando soprattutto il supporto organizzativo all’attività di fundraising , considerata la diminuzione degli apporti della PA e i notevoli ritardi nei pagamenti, al fine di garantire una duratura sostenibilità economica delle attività.
E’ necessario oggi “integrare l’impresa sociale con l’innovazione sociale che si produce nei territori, “modellizzando” questa formula imprenditoriale che coinvolge con modalità di partecipazione attiva tutti i soggetti, interni ed esterni all’organizzazione, stabilendo relazioni fiduciarie con i propri lavoratori e clienti e coinvolgendo i lavoratori nella governance delle organizzazioni, con un impatto positivo sull’efficienza del processo produttivo.
Da un lato è indispensabile aumentare il capitale sociale di queste organizzazioni in termini di relazioni, norme e fiducia al fine di migliorare anche la coesione sociale e lo sviluppo delle comunità di riferimento e il benessere delle persone, ma, dall’altro, bisogna rafforzare la filiera sussidiaria che integra profit, non profit e pubblico nel produrre servizi e vantaggi per il territorio, con un nuovo ruolo forte di filo rosso per la PA che deve supportare i costi di transazione tra i vari nodi della rete.
A livello europeo, nazionale e regionale possono essere previste specifiche linee di azione per supportare le future sfide per l’economia sociale, quali:
- aumentare e qualificare le risorse per co-finanziare con il FSE e con il FESR gli interventi promossi da e per le imprese sociali e semplificare le modalità di accesso e di contabilità
- stimolare lo sviluppo di uno specifico supporto comunitario alla creazione di PSP (public social partnership) sulla falsariga dei modelli di PPP (public private partnership)
- introdurre nella Social Business Iniziative strumenti di promozione per favorire l’adozione di strumenti di misurazione dell’impatto sociale da parte degli imprenditori sociali e investire risorse FSE per finanziare progetti volti a introdurre pratiche di misurazione del valore sociale in contesti politici locali, regionali e nazionali e per fornire formazione e assistenza alle autorità pubbliche e alle imprese sociali nell’applicazione di sistemi di valutazione del valore sociale più efficaci.
- investire sulla capacity building dell’intero sistema (attori pubblici e privati): formazione, diffusione di buone pratiche/esperienze, awareness raising, sia a livello comunitario, che nazionale e locale
- considerare un modello di eccezione alla disciplina generale degli aiuti di Stato per le impresa sociali, nella corretta valutazione del loro obiettivo sociale, anche inserendo criteri di tipo sociale accanto a quelli maggiormente economici nella disciplina dei SIEG (Servizi di Interesse Economico Generale)
- identificare e adottare procedure di appalti pubblici responsabili socialmente
- rafforzare le competenze e le capacità delle imprese sociali attraverso: servizi di consulenza per i piani aziendali e la gestione finanziare, il miglioramento dell’accesso al capitale, il rafforzamento delle capacità degli intermediari finanziari in relazione all’ economia sociale.