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L'editore armando siciliano vittima di intolleranza razziale
Creato il 15 novembre 2013 da Antonella Di Pietro @Antonella_Di_Pi"Il portavoce dei due smanetta a lungo con il cellulare - prosegue Armando Siciliano - e dopo circa 15 minuti arrivano i rinforzi: credo un superiore loro, che mi dice che con l’auto in quelle condizioni metto in pericolo tutti gli altri automobilisti ... e che quindi devo svuotarla. Mi faranno una multa dicirca 41,00 euro per sovrappeso, perché la mia è un’auto e non un furgone. Se si fosse trattato di furgone la multa sarebbe stata di oltre 500,00 euro. Ma prima devo andare presso la locale motorizzazione “civile” per il controllo del peso. E stiamo fermi, sempre al vento ed al freddo, ad attendere non so cosa, credo un carro attrezzi che porti quell’auto così pericolosa per l’incolumità dei mestrini alla “pesa”. Nel frattempo il “portavoce” aggira l’auto scattando con il proprio cellulare foto ai suoi particolari più significativi. Il terzo agente va via e ci saluta cordialmente ... dice che si perderà poco tempo".
"Comincio a sentire parlare di “gente di Palermo” e di “ritiro della carta di circolazione” ed attendiamo ancora, mentre il portavoce mi invita finalmente a mettere in moto e seguirlo - scrive l'Editore Siciliano - "Lui davanti, io in mezzo e la seconda della pattuglia (una ragazza molto taciturna) dietro, a chiudere il corteo. E così, con quell’auto pericolosissima, faccio oltre 10 km in tangenziale, in ora di punta, scortato dalle moto, per arrivare fino alla famosa “pesa” della motorizzazione civile. Il “portavoce” si reca subito da un impiegato con i baffi e capisco l’aria che tira. Comincio a capire d’averla fatta grossa. L’impiegato scuote la testa, baffoni compresi ... sovraccarico ... ritiro della carta di circolazione ... «Si accomodi verso la pesa». E finalmente arriva la prova del nove. Quella sgangherata auto che nessuno vorrebbe gratis sale sulla pesa ... Nel frattempo è sopraggiunto un ingegnere: “Sovraccarico ... ritiriamo la carta di circolazione” bisbigliano ad alta voce tra di loro ... la poliziotta resta defilata, quasi a controllare la ritirata. E l’auto salle sulla pesa. Ingegnere, impiegato e poliziotto danno un’occhiata all’asta della bilancia con sufficienza ... ma ... ma l’asta non sale, si ferma ... si ferma sotto il limite massimo consentito".
"Ravviso nei loro cuori sentimenti di rabbia, di sconcerto ... non è sovraccarico. Attimi di sbandamento, si appartano, parlottano e poi la decisione: “Controlliamo i freni, quest’auto è stata revisionata da poco, ma a Palermo ... e si sa lì come si passano le revisioni”. Penso a Leoluca (Orlando n.d.r.) sarà felice di sapere che a Mestre hanno delle attestazioni di profonda stima per la sua città. E porto l’auto su dei rulli ... prima le ruote anteriori ... “mannaggia, i freni funzionano”, poi le ruote posteriori, “porcaccio mondo, anche questi funzionano”. Non se l’aspettavano proprio, quell’auto termondista finora è in regola! “Allora controlliamo il fondo”. E vado a posizionare l’auto su un’altra rampa ... supero un po’ di dossi artificiali, ho paura che mi facciano fare una gimkana o che mi portino all’Autodromo di Monza per vedere come tiene le curve ... Il tempo intanto scorre".
"L’impiegato baffone e l’ingegnere che è arrivato senza salutare e presentarsi (e se ne andrà via nello stesso modo “civile”) controllano la parte di sotto, per vedere ... trovano addirittura “un graffio recente”. L’ingegnere che parlava di ritiro del libretto di circolazione adesso continua a cercare l’uovo, o il pelo ... e trova un ramo ... Sì, signori miei, sotto l’auto ha trovato un ramo, di una strada di Taormina, che ha fatto con me il giro d’Italia ... E quando gli chiedo: «Ma almeno l’ha tolto?». Mi risponde seccamente: «Non è compito mio togliere i rami da sotto le auto» e decreta che posso continuare tranquillamente a circolare con quell’auto in sovrappeso, pericolosissima, a rischio sbandamento, scoppio dei pneumatici ... ed addirittura con un ramo d’antico albero taorminese sotto la carrozzeria".
"Non possono ritirarmi il libretto di circolazione, posso riandare ad appestare le autostrade italiane. E così riparto, dopo ben due ore di “fermo tecnico” con quell’auto che in realtà è molto più pericolosa di quanto loro possano pensare: è carica di libri, di libri che raccontano di una Sicilia dall’antica cultura, di una Sicilia che oggi ha dimostrato una superiorità schiacciante nei loro confronti. Per il savoir faire di Roberto, per il ghiaccio nelle vene di Armando. Ma che figura hanno fatto!!! Ed hanno fatto fare ai veneti tutti!!! E l’ingegnere della Motorizzazione Civile “molto civilmente” scompare, senza salutare. E senza scusarsi".
"Adesso tocca ai due della polizia municipale farmi capire perché mi hanno tenuto oltre due ore fermo, sequestrato dalle loro divise. La ragazza che non parla scrive il verbale. E il “portavoce” mi dice che ho cinque giorni di tempo per pagare una multa di 58,00 euro (e non più 41,00 come prima) per ...“un abbagliante che non funziona” ... funzionava, mancava il vetro, sì, ma funzionava; “uno specchietto retrovisore rotto” ... sì, ma con piena visibilità del traffico; “una freccia mancante” ... ed è l’unica verità:• due ore fermo, all’addiaccio e senza poter dire nulla;• in mezzo ad una tangenziale pericolosa, ma il pericolo vero ero io;• con l’auto con la scritta “pa” (palermo) vicino al numero di targa;• con la revisione fatta chissà come a Palermo (per la cronaca è stata fatta a Messina);• in balìa di due agenti che non sapevano che pesci prendere ed hanno atteso a lungoprima di decidere il da farsi;• in balìa di due agenti che non hanno avuto neanche il coraggio di chiamare un carroattrezzi per trasportare l’auto fino alla “pesa”: chi l’avrebbe alla fine pagato? Loro;• in balìa delle voci ricorrenti: “ritirare la carta di circolazione”, il “libretto”, “son di palermo”.
"Tutto questo per fare una multa di 58,00 euro per una freccia mancante!"
"Tutto ciò si chiama:1. abuso della propria divisa (i due poliziotti);2. abuso della propria qualifica (impiegato ed ingegnere);3. sequestro senza valido motivo di due cittadini italiani (un editore e unmaresciallo dei carabinieri pluridecorato per varie inziative di pace nel mondo).
Chiedo pertanto:1. le scuse pronte e pubbliche dell’amministrazione comunale di Mestre;2. le scuse ancora più immediate della direzione della Motorizzazione Civile;3. le scuse di entrambi alla città di Palermo ed alla Sicilia tutta".
"Mi riservo di chiedere risarcimento dei gravi danni morali subiti. - conclude Armando Siciliano - non avevo mai toccato con mano una realtà da immigrato, anche se da anni andiamo in giro a parlare proprio di loro ed a cercare di convincere gli italiani ad essere meno razzisti. E che questi danni non vengano pagati come sempre dai cittadini tutti, cioè anche da me stesso, ma esclusivamente da chi li ha prodotti, come giusto in una nazione civile. E in una cittadina che la sera prima ci aveva ospitati proprio per trattare il tema dell’immigrazione".
Roberto Rapisarda è anche l'autore del libro, edito da Armando Siciliano, "Vite anNegate", dedicato agli sbarchi degli immigrati a Lampedusa.
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