certo, ci sono ancora editori che ci fanno esultare di gioia. A dire il vero, è stata una lettrice a portarci sulle loro tracce, con reciproca soddisfazione pensiamo.
Nutrirsi della linfa vitale che scaturisce ancora da certi romanzi “classici”, fortifica le nostre difese imminitarie nei confronti di tante altre banalità destinate a sparire in breve tempo…
Jo March, Agenzia letteraria e Casa editrice – la presentazione, dal loro sito.
“Non avremmo potuto scegliere, tra eroine ed eroi letterari che ci appassionano, una figura più appropriata per rappresentare la nostra attività. La seconda, la più ribelle, talentuosa e volitiva delle sorelle March è sempre stata il nostro alter ego immaginario, con la sua smodata passione per la lettura e la sua convinta determinazione per affermarsi come scrittrice.
In lei ci siamo immedesimate quando, nei primi mesi del 2009, abbiamo dato vita a un duplice sogno chiuso nel cassetto: andare in cerca di narrativa originale, in grado di dare espressione linguistica e poetica alla nostra contemporaneità, e riportare alla luce narrativa lontana, nel tempo o nello spazio, a torto dimenticata o mai tradotta in lingua italiana.
Immaginateci, dunque, come novelle Jo, chine sul tavolo della nostra soffitta, a spulciare fogli nuovi e carte ingiallite, all’avvincente e scrupolosa ricerca di quei rari scrittori capaci di smascherare e interpretare aspetti della natura umana, della vita e del mondo sui quali, senza stimolo, non rifletteremmo mai.”
Dal loro conturbante catalogo, presentiamo due fantastici testi. “La storia di una bottega” parte da un disastro di famiglia(l’estinguersi del patrimonio, la morte del padre), capace però di condurre le sorelle protagoniste verso sentieri impensabili per l’epoca: scendere in città per dedicarsi al “commercio”, inaugurando un atelier di fotografia, idealmente proseguendo la passione del padre, forti delle loro capacità. Il lavoro per il ceto ricco dell’epoca era considerato un abominio morale e sociale,ma alle ragazze non resta altra soluzione per restare insieme. Siamo alla fine del Diciannovesimo secolo, e già si avvertono le pulsioni che porteranno all’emancipazione femminile.
Amy Levy, La storia di una bottega
(1888)
Traduzione di Valeria Mastroianni e Lorenza Ricci
Introduzione di Silvana Colella – A cura di Valeria Mastroianni e Lorenza Ricci
Collana: Atlantide
Nella Londra di fine Ottocento, le giovani sorelle Lorimer perdono improvvisamente il padre e finiscono sul lastrico. Rifiutandosi di accettare un destino che le vedrebbe divise tra i vari familiari che si sono offerti di dar loro ospitalità e protezione, scelgono di restare insieme e di sopravvivere con le loro forze: fra lo sgomento generale, si trasferiscono nell’affollata e viva Baker Street, nel centro di Londra, e aprono una bottega di fotografia. Lacerate dai dubbi, sballottate dai colpi della fortuna, eppure appassionate e tenaci, Gertrude, Lucy, Phyllis e Fanny cercano di resistere alle privazioni e di conquistarsi uno spazio nella società, difendendo un’indipendenza per nulla scontata nella tarda età vittoriana. Nel 1888, Amy Levy realizza un originale e raffinato ritratto di donne emancipate e moderne, utilizzando una metafora assolutamente calzante, quella della tecnica fotografica. Come la fotografia imprime, con leggi e codici del tutto nuovi, la realtà, stravolgendo per sempre l’arte e il concetto di immagine; nella stessa misura, le quattro protagoniste rivolgono uno sguardo più genuino alla vita, incarnando una donna, al contempo idealista e concreta, che annuncia il mutamento rapido e inarrestabile della condizione femminile alle porte del ventesimo secolo.Informazioni sull’autore
Amy Judith Levy nacque il 10 novembre 1861 a Londra da una famiglia borghese di religione ebraica. Già nel 1875 appariva, sulla rivista femminista «The Pelican», il suo primo componimento poetico, The Ballad of Ida Grey (A Story of a Woman’s Sacrifice). Nel 1879 entrò al Newnham College di Cambridge e fu la prima studentessa ebrea nella storia dell’istituzione. Insofferente verso l’isolamento dell’Università e della società dovuto al suo essere una donna e un’ebrea, fu perennemente tormentata, come si evince dai suoi scritti. Nel 1888 l’editore Thomas Fisher Unwin pubblicò The Romance of a Shop (La storia di una bottega), il suo primo romanzo. Morì suicida soltanto un anno dopo a soli ventotto anni.
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in Nord e Sud di Elizabeth Gaskell domina invece la contrapposizione tra il mondo rurale del Sud, quasi fiabesco, e i nuovi ritmi della città industriale del nord, votata al mondo nuovo.Valori tradizionali da una parte, la vita frenetica dall’altra. Con un’altra ottica però si intravede la nascente lotta di classe, la possibilità di arrivare a condizioni di vita più decorose per gli operai, uniti in cerca di riscatto, cosa difficilmente ottenibile nella immutabile “quiete agreste”. Su questi temi si innesta il percorso umano della bella protagonista, cosparso ovviamente di difficoltà, dubbi e gioie!
Due testi consigliatissimi per chi ama il romanzo classico! (il fatto che la collana si chiami Atlantide, dovrebbe essere una garanzia, no?)
Elizabeth Cleghorn Gaskell
Nord e Sud
Traduzione di Laura Pecoraro
Traduzione dei testi in esergo: Laura Pecoraro e Marisa Sestito
A cura di Valeria Mastroianni e Lorenza Ricci
Nord e Sud, a indicare due estremi in contrasto, fu il titolo voluto dall’ editore, non quello pensato da Elizabeth Gaskell, che sul frontespizio immaginava il nome della sua eroina, Margaret Hale. Sono le due polarità geografiche e la maturazione della protagonista a fornire i temi cardine del romanzo: Margaret, trasferitasi da Helstone, fiabesco villaggio del Sud, a Milton-Northern, popolosa città manifatturiera del Nord, si trova bruscamente immessa nel mondo nuovo, e per molti aspetti irriconoscibile, prodotto dall’industrializzazione. La famiglia Hale, che coltiva valori tradizionali, è totalmente estranea alla frenetica vita del centro industriale in piena espansione, alla nascente lotta di classe fra padroni e operai, all’inquinamento e al degrado sociale. Eppure Margaret stringe presto amicizia con Bessy Higgins, una ragazza ammalatasi per le pessime condizioni di lavoro in fabbrica, e con il padre Nicholas, sindacalista impegnato attivamente nel movimento operaio: prendendo a cuore la famiglia, inizia a nutrire curiosità e interessi fino a quel momento sconosciuti. Subito complesso si rivela, invece, il rapporto con John Thornton, allievo del signor Hale e padrone di uno dei più importanti cotonifici di Milton: Margaret è combattuta tra l’ammirazione per l’uomo che si è fatto da solo, contando unicamente sulle proprie capacità, e l’ostilità per l’industriale che, a suo giudizio, è responsabile delle misere condizioni di vita dei suoi operai. Attraverso l’occhio di un’ anima incorrotta, Elizabeth Gaskell rappresenta così la corruzione dei tempi nuovi, e non li condanna. Anzi auspica soluzioni che sintetizzino i due opposti, la vita arcaica e quella moderna, in modo che la prima dia contenuto alla seconda. Grazie al vissuto doloroso, suo e dell’ambiente soffocato che la circonda, la sua eroina acquisisce identità, supera i pregiudizi e apprende una nuova etica, incarnando la ‘congiunzione’ fra passato e futuro, fra uomini e donne, fra padroni e operai. Fra Nord e Sud.”
Informazioni sull’autore
Elizabeth Gaskell (1810-65) è autrice di raffinate opere letterarie come Mary Barton (1848), in cui ha rappresentato l’ambiente operaio di Manchester; Ruth (1853), che racconta la perdizione dell’eroina protagonista nella società perbenista di epoca vittoriana; North and South (1855), monumentale affresco che ritrae le trasformazioni sociali in atto in Inghilterra in seno alla rivoluzione industriale. Per commemorare l’amica Charlotte Brontë, la Gaskell scrisse la sua biografia, pubblicata nel ’57. Morì improvvisamente mentre si accingeva a comporre il penultimo capitolo dell’incompiuto Wives and Daughters.
NORD E SUD forse lo avrete “visto” in Tv: ecco il trailer dello sceneggiato trasmesso poco tempo fa da LA EFFE: