Antonio Conte
Imma Vitelli
Antonio Conte – Quando di Venerdì ti affacci per un attimo sul manistream di Facebook non pensi affatto di dover inciampare in uno di quei brillanti articoli di Imma Vitelli, di quelli che ti toccano l’anima e ti fanno vibrare come una corda tesa alla quale ad un lato ci sono le storie dei bambini siriani assassinati, le migrazioni delle popolazioni vessate dalle milizie della R.D. del Congo o le narrazioni su una nuova epidemia nei campi di profughi somali in Kenya, il più grande al mondo.
Non si pensa ancora che quella corda è saldamente ancora alle angosce private di un narratore che legge – e vibra – proprio con quelle sofferenze.
La consapevolezza dunque si impadronisce di questa persona che si trova a questo lato della corda ed è del tutto simile a quelle di cui si legge, siriani, somali o congolesi che siano, una persona libera qui, ora, si da il compito di riportare con un testo in un blog le vicende di quei singoli bambini, di quelle singole donne e di quei solitari e purtroppo rari, anziani.
“Sempre più gente mi fa domande sul mestiere. – Recita il post di Imma Vitelli. - Come s’impara a scrivere? Come si trova un lavoro come il mio? Come si costruisce un reportage? Sono qui, in attesa di fare le valigie per l’Honduras, e ho pensato di buttar giù dei pensieri, che vi affido.”
Alla parola “valigie”, non resisto oltre e decido di raggiungere il suo blog, che ha chiamato “Io sono qui” pubblicato da Vanity Fair, il post è quello di oggi “Appunti sulla vita e sul racconto“. Non perdetelo, è una lettura ghiotta, succosa, odorante di lavanda e breve come il contenuto di un trolley a mano.
Quando ho conosciuto Imma Vitelli nel suo viaggio a Bari è subito apparso con lei il suo coraggioso stile di vita, che come donna non è per nulla scontato per certi ambienti culturalmente maschili, ma è apparsa subito anche la formidabile sensibilità, forse tipica di una madre e certamente l’entusiasmo di un’adolescente al suo primo viaggio, per lei, forse è sempre come il primo. Dal tavolo dei relatori, da dove ha presentato il suo ultimo libro “Tahrir” emergeva invece tutta la competenza del cronista viaggiatore, di quelli alla Luigi Barzini, le cui storie prima di tutto le vivono.
In attesa del seguito del suo viaggio in Honduras, e speriamo di un suo prossimo libro, vi consiglio di leggere i post del suo blog “Io sono qui”, di Vanity Fair.
Ma poi, mi raccomando, tornate qui su “RSM News”.
Antonio Conte