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Fu Locke a teorizzare la mission dell’educazione del giovin signore britannico, e fu, dunque proprio il noto filosofo empirista a delinearne il profilo culturale, proiettato verso l’Illuminismo, in grado di conciliare otium a negotium. Alla competenza in termini di numeri, politica e società, l’aristocratico inglese del XVIII secolo univa una squisita selezione di humanae litterae, competenza in disegno e curiosità per la natura. Il viaggio, il cosiddetto Grand Tour, completava l’iniziazione alla vita adulta, grazie alla visione, prioritariamente in Italia, delle antiche vestigia della civiltà arcaica dense di significati etici. Il Grand Tour si confermò una consuetudine educativa tory fino ad Ottocento inoltrato.
Scriveva Samuel Johnson “Un uomo che non sia stato in Italia sarà sempre cosciente della propria inferiorità, per non aver visto quello che un uomo dovrebbe vedere”. Doveva ben esserne consapevole Lord Spencer Compton il cui portfolio di disegni, piccole notulae preziose di un conoscitore selettivo, è oggi esposto a Marsala presso il Convento del Carmine. La mostra ”Viaggio in Sicilia. Il taccuino di Spencer Joshua Alwyne Compton” visitabile fino al 15 Giugno, espone, infatti, studi, schizzi e abbozzi che l’aristocratico britannico produsse, durante il suo fugace ma intenso soggiorno siciliano, avvenuto nel 1823. Compton era geologo abituato all’uso documentario della grafica: questa minuziosità espressiva appare con pienezza fino a lasciarci una testimonianza rigorosa dell’orografia paesaggistica della Trinacria.
Composti nell’arco di tre mesi, questi disegni mostrano una bella marina di Palermo, una visione dal basso della città di Patti, aree boschive, cime montuose e una documentazione sorprendente di arterie viarie e paesaggi dell’agro sicano nel quale domina una vegetazione rigogliosa e florida, idratata, lontana dall’aridità contemporanea, presumibilmente, ricostruibile, oggi, come allogena. Il Sicilyshire è guardato con paziente attenzione anche per le sue risorse storiche decadenti, quelle templari, che non hanno ancora conosciuto la mano dell’anastilosi moderna. La mano di Lord Compton è diretta a registrare e ad analizzare: poco lo motiva il tratto artistico o la composizione creativa e, da buon scienziato, egli annota persino i mezzi di trasporto, i muli e la portantina, che lo conducono lungo terreni impervi e primitivi.
La mostra, composta da 79 disegni, giunge a Marsala, curata da Sergio Troisi, grazie al supporto della Fondazione Banco di Sicilia che ne ha concesso il prestito, dopo le tappe di Roma e Palermo e raggiungerà a breve Londra: una motivazione in più per non perderla.