Stoffe pregiate, tessuti antichi ed i colori della Sicilia, sono i segni distintivi della stilista milazzese Cettina Bucca. Una passione per la moda coltivata fin da giovane che si concretizza nel 2013 con la nascita del brand Cettina Bucca Italian Emotional Couture. Da quel momento è iniziata la sua scalata verso il successo, riuscendo a conquistare le migliori vetrine dell’alta moda a livello internazionale. La creatività e la ricerca interiore, l’hanno condotta ad intraprendere un percorso spirituale che si è rivelato nell’abilità di percepire l’energia racchiusa in un colore, in una stoffa e nella persona che lo indosserà. Ogni abito è diverso, in quanto rispecchia le caratteristiche della donna che lo vestirà così da farla sentire unica e libera di star bene. Scoprite di più su questa raffinata stilista siciliana che ha scelto di raccontarsi per Harimag.
Cettina Bucca
La sua passione per la moda è visibile fin da piccola, dilettandosi a cucire abiti per le sue bambole. Esiste un momento nel quale ha deciso di concretizzare questa sua passione?
Questo desiderio ha pervaso tutta la mia vita dai primi anni in poi, saltando fuori prepotentemente in certi periodi, restando più sopito in altri, ma non mi ha mai abbandonato. La paura che un progetto non riesca concretamente è sicuramente più grande nel momento in cui non si agisce, si ridimensiona durante la sua realizzazione. Sono stata molto male per un lungo periodo e le malattie, come si sa, arrivano per spingerci a dare una svolta alla propria vita…
Dalla Sicilia è volata a Parigi per l’edizione di Who’s Next del 2014. La partecipazione a questo evento internazionale, quanta importanza ha ricoperto per lei?Che svolta ha dato alla sua carriera?
Nel 2014 ci sono andata con un progetto della regione Sicilia che comprendeva 22 creativi siciliani. Ci siamo ritrovati in questa fiera spettacolare ed infinita e l’essere insieme, condividere una "spedizione" legata al mondo della moda, è stato entusiasmante: gli spazi, i personaggi presenti, i prodotti, i colori, gli arredi non finivano mai di stupirmi, di stupirci, direi. Siamo stati spesso insieme, tutti. Ci siamo scambiati esperienze, consigli, dritte. Bellissima prima esposizione. Due settimane fa ci sono tornata, questa volta da sola, partecipando all’edizione del febbraio 2016. L’emozione è uguale, la curiosità, la voglia di scoprire e di scoprirsi, pure. La sensazione è quella che il mondo con tutte le sue peculiarità ti venga incontro.
Guardando il suo sito web, tre parole hanno attirato la mia attenzione: Gioia-Arte-Bellezza. A cosa si riferiscono?
Queste tre parole insieme rappresentano nella maniera più completa la mia idea del brand, di ciò che dovrebbe essere. Gioia. Senza la gioia interiore che ti consente di realizzare il tuo immaginario creativo, non percorri molta strada. La gioia profonda sostiene ogni percorso, permette di attreaversare gli ostacoli e di superare se stessi. La gioia è più dell’entusiasmo, più della positività, della passione: dovrebbe guidare ogni progetto. Arte. Non occorre spiegare perché l’arte sia uno dei tre termini che spiegano la nostra filosofia. Arte è qualsiasi processo nel quale ci impegniamo a trarre dalla parte più profonda di noi una "creatura" che pian piano prende forma, sembianze e vita. E’ una qualche parte di noi che era lì ad aspettare di essere risvegliata e mostrarsi al mondo. Bellezza. Che cosa si può dire della bellezza? E’ ovunque, ci circonda, si manifesta in tutta la sua luce, aspetta soltanto di essere vista.
Chi è la donna “Cettina Bucca Italian Emotional Couture”?
E’ una donna veloce, pronta ad accogliere le sfide della vita, di intraprendere strade nuove, di mettersi alla prova. E’ una donna che non ha timore ad esprimere le proprie emozioni, che conosce il suo corpo e, un poco, la sua anima. E’ innamorata della vita, piena di entusiasmo, decisa nell’affrontare le difficoltà. E’ una vera forza della natura, si alimenta dei suoi colori, delle sensazioni tattili e visive che essa ci regala.
Quali sensazioni prova nel vedere indossata una sua creazione?
Semplicemente, se l’abito è quello che mi immaginavo, appena lo vedo addosso ad una donna, il cuore comincia ad accelerare sempre più i suoi battiti. Emozione pura.
La Sicilia è la terra che le ha dato i natali. E’ qui che progetta e realizza le sue creazioni?
Sì, certo. Io ho sempre vissuto e continuo a vivere qui, tra il mare e le colline di paesaggi che cambiano da un luogo all’altro a pochissimi chilometri di distanza. Siamo abituati al variare rapido degli scenari, ci muoviamo spediti tra ambienti completamente differenti tra loro ma sempre collegati fortemente e pregni di una forte energia.
Quanta contaminazione siciliana c’è nei suoi abiti?
Come può la Sicilia con i suoi toni decisi, i colori carichi, sgargianti, illuminati da un sole quasi accecante la cui luce fa da sfondo ad ogni panorama, non contaminare ogni cosa nasca dalle sue viscere? Le immagini sono più intense, le densità più corpose, i sensi si muovono decisi tra gli azzurri cangianti di cielo e mare. Gli abiti, di conseguenza, ne assumono le peculiarità, nei toni, nelle consistenze dei tessuti, nei movimenti morbidi, tondeggianti, mai acuti.
Gli anni ’20-’30-’40 sono di ispirazione alle sue creazioni. Perché ha scelto di rivisitare proprio questi anni? Come era l’eleganza di quel periodo?
Non ho scelto di rivisitare solo quegli anni, ho scelto di immergermi in determinati periodi storici durante i quali la donna, per ragioni differenti, manifestava in maniera evidente una vivace intensa femminilità. Del resto, noi siamo nel presente ma siamo fatti anche di tutti i periodi precedenti perché manteniamo nelle nostre cellule la memoria dei tempi passati. Le linee, i modelli sono riproposizioni, in chiave assolutamente contemporanea, di quelle immagini particolarmente felici per l’evoluzione creativa, oltre che culturale, politica e sociale, della donna.
Dalla città alle pendici dell’Etna, fino a Parigi, passando per Avezzano, Sorrento, Milano e Madrid. Ha già in mente quale altra città ospiterà Bucca Couture?
Io spero tutte le città del mondo, almeno tutte quelle che amerebbero vestire donne morbide, iridescenti, colorate, donne consapevoli del loro potenziale e della personalità di cui sono pervase.
Parlando del futuro, è prevista la sua partecipazione a qualche evento legato al mondo della moda?
Sono tornata da Londra, dove ho partecipato allo Scoop London, evento di rilevanza notevole nel mondo del fashion inglese. Le ultime due collezioni sono già in volo per Parigi e, a maggio, ci hanno invitati, come ospiti d’onore, a una sfilata che si terrà a Strasburgo. Ci aspettano con grande interesse.
Quanto ritiene importante il coinvolgimento negli atelier di giovani aspiranti fashion designer?
Moltissimo! Le nuove leve servono a velocizzare i processi, ad ampliare idee e progetti, a portare nuova linfa vitale a qualsiasi progetto in espansione.