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L’elemento del crimine – Lars von Trier

Creato il 27 maggio 2013 da Maxscorda @MaxScorda

27 maggio 2013 Lascia un commento

L'elemento del crimine
Thriller anzi, noir che piu’ noir non si piu’ per l’esordio di Lars von Trier.
Un investigatore emigrato al Cairo torna in Europa dopo tanti per cercare di risolvere un caso difficile. Un omicida seriale, uno che fa a pezzi le sue vittime fossero anche bambine, torna a farsi vivo dopo che per anni fu dato per morto.
La polizia brancola nel buio, il vecchio ispettore che seguiva il caso, nonche’ maestro del nostro, pare nascondere qualcosa, quindi per trovarlo serve applicare il metodo "elemento del crimine" per quanto inviso dalla comunita’ scientifica. Il metodo consiste nell’applicare sistematicamente un transfert con l’assassino e ripercorrere le sue tracce, nella convinzione e questa e’ la teoria, che vi sia nel criminale un elemento del crimine peculiare e riconoscibile. 
Inutile dire che per guardare l’abisso serve anche evitare che l’abisso guardi in te.
Ebbene di begli esordi ne abbiamo visti ma von Trier balza subito ai primi posti.
Bianco e nero, meglio seppia e nero per un gusto anticato che ancor meglio esalti lo spirito espressionismo tedesco che tanto gli fu caro.
Se anni dopo dedichera’ valorosamente "Antichrist" a Tarkovskij, al primo film la potenza d’immagine del grande regista scomparso e’ piu’ che mai presente, nell’acqua innanzitutto, poi nel caos del protagonista che esce nell’ambiente sempre piu’ confuso che lo circonda o del quale si circonda.
Come thriller inizia e come thriller finisce, finale davvero a sorpresa e spiazzante, risolto in pochi minuti ma risolto per davvero il che e’ certamente un merito laddove nelle opere prime non e’ raro trovare chi si accontenta di arrivare in fondo sperando nella benevolenza della critica, specie quando la si sente amica.
Col senno del poi troviamo tutta la cifra stilistica che caratterizzera’ il lavoro del regista nell’oltre quarto di secolo successivo, elementi come la voce fuori campo, la tendenza a schematizzare i film all’interno di dogmi o tematiche di fondo, il sesso come elemento disgregatore, un occhio distopico sulla realta’ e la psicoanalisi come momento di passaggio, che difficilmente riolve o e’ causa ma spesso definisce.
Alla fine dei conti ammetto di aver preferito il successivo "Epidemic", collegato in quanto secondo episodio della trilogia "Europa" ma sono quisquiglie di poco conto quando il risultato si attesta su questi livelli.

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