L'eliminazione delle ferie processuali: la verita' tra falsi miti e comode bugie

Creato il 19 settembre 2014 da Michelebarbera

E’ ormai uso "solito" di ogni governo “riformare” la giustizia. Solo che, chi vi scrive ha un ventennio di avvocatura sulle spalle e diversi anni di Vice Pretore e Giudice a Latere onorario, paradossalmente ogni riforma non ha portato altro che rincari (anche del 1000 per cento) dei costi dei processi, complicando con artificiosi meccanismi, inutilmente la vita a magistrati ed avvocati ed agli utenti nell’ovvio, evidente e deprecabile intento di “scoraggiare” gli utenti ad intraprendere la tutela delle proprie ragioni davanti al Tribunale. Per eliminare l'epidemia, si ammazzano i malati.Domando: meglio allora la giustizia fai-da-te? O quella del don Totò di turno? O forse bisogna regredire ai tempi di mazza e clava?La giustizia è un diritto, non un privilegio!Detto questo, per sconfessare l’ultima asineria, debbo affrontare la questione delle “ferie processuali”. Sfatiamo subito un mito: chi s’immagina che dal primo agosto al quindici settembre avvocati e magistrati sono in panciolle sotto l’ombrellone a leggere quotidiani ed a sorbire coca-cola, sbaglia di grosso ed è o uno stupido in malafede o uno che non ha mai frequentato palazzi di giustizia e studi di avvocati. Intanto durante il periodo feriale si sospendono solo certe categorie di udienze e solo certi termini. Chi vi scrive è stato in Tribunale a partecipare ad udienze civili sino all’undici di agosto (sì, sì!) ed assieme a me c’erano magistrati, avvocati ed impiegati di cancelleria! Ormai tutti (dico tutti) gli studi legali si sono attrezzati per “coprire” il periodo estivo con turni e rendersi reperibili per ogni evenienza. I difensori di ufficio sanno che potesse essere ferragosto debbono intervenire ( e capita più spesso di quanto si pensi) in Procure, Caserme, Commissariati, carceri. I magistrati sono a turnazione obbligatoria e la reperibilità è “h24”.Ma, con tutto ciò, le ferie processuali sono preziose, anzi indispensabili.Infatti, il rallentamento delle udienze, consente ai magistrati di studiarsi i fascicoli e di scrivere i provvedimenti, agli avvocati di approfondire i casi allo studio senza lo stress quotidiano delle udienze e delle inevitabili perdite di tempo e di accavallamenti di udienze che spesso restringono l’attività di studio. Una giustizia frettolosa, statistica, cifraria non è una buona giustizia. Né lo è una giustizia d’elite buona solo per i ricconi. Un mio maestro raccomandava ai clienti di trovarsi prima ancora che un buon avvocato un buon giudice che con la calma e la serenità d’animo necessarie potesse decidere in modo equo e giusto. Tanto i magistrati che gli avvocati hanno bisogno di studiare i fascicoli e di amministrare la giustizia con oculatezza. Che pena quando, dopo anni di causa e di istruttoria, il cittadino si trova di fronte a sentenze “ciclostilate”, telegrafiche, dove si sorvola su tutto ciò che (al giudicante) non pare essenziale. E poi ci lamentiamo degli appelli. Spesso è l’utente, che di fronte ad una sentenza lacunosa, spinge l’avvocato ad impugnare la sentenza di primo grado che gli da torto. Dunque, serenità, oculatezza e accuratezza: tre qualità di una pronuncia che qualificano anche la Giustizia. Per snellire i processi occorre eliminare le attività inutili ed i tempi morti. Si può fare con quattro punti che sono a costo zero e che avrò il piacere di “svelarvi” in un prossimo post.
 By Michele Barbera

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