L'ho già detto che essere madri non è automatico.
Nasce tua figlia e tu non sai nulla, in special modo se è il primo o se non hai avuto contatti diretti e duraturi con un poppante. Non sai nulla, ma non dal punto di vista pratico: quello si impara.
Si impara a cambiare un pannolino, ad allattare, a prenderlo in braccio. Si impara persino a fargli fare il ruttino.
Quello a cui non si è pronti è il lato psicologico di tutta la faccenda. Piange? L'ho cambiata, ha mangiato... Eorachecazzofaccio? E poi: come sarà il mondo per mia figlia? Farò bene? Farò male? Moriremo tutti? In che guaio mi sono ficcata?
E lui sta lì che ti guarda serafico, più simile a BabyBua Cacca&pipì che ad un bambino. Mangia, dorme, caca: stop. La paura la puoi dominare, la vita tutto sommato ti sembra facile.
Almeno per me è stato così, Emma da lattante era una bellissima bambola di porcellana con un sorriso sdentato che sembrava dire: "Ah mà, tranquilla! Peace&Love!"
Poi un giorno ti rendi conto che tua figlia non è più una bambola, ma che tutte le migliaia di milioni di sinapsi che nei mesi sono andate crescendo e formandosi nella sua testolina hanno fatto BOOM! e l'hanno resa un animaletto senziente (o quasi).
Funziona così, vero? In genere davanti ad un documentario scientifico impostomi con la violenza dall'Amoremio dormo ed assimilo per osmosi. Forse.
C'è un giorno in cui scopri che tua figlia ti capisce. Non parla, ma ti capisce.
Ti guarda con i suoi occhioni nocciola e te ne rendi conto: ti capisce.
Non è più una bambola, ma un essere vivente dotato della sua (piccola) autonomia che trotterella libero per casa con l'andatura precaria e buffa che l'indossare un pannolone comporta.
Un giorno le chiedi: "Mi porti il mattoncino arancione?" e lei te lo porta. il giorno dopo la vedi infilare anelli nel supporto della piramide ed è meraviglia. da un lato ti senti la mamma di Einstein, dall'altra è panico: cresce. Non solo, cresce e capisce, comprende. Presto parlerà ed esprimerà le sue opinioni, e se ha ripreso alla mamma ciò non porterà a nulla di buono.
Non dovrei essere sorpresa di ogni piccolo passo, di ogni manifestazione di intelligenza anche minima. Cresce, è naturale, ma mi sembra tutto estremamente meraviglioso ed eccezionale, la limite del miracolo.
Eccola lì, una personcina in miniatura di tredici mesi che inizia ad esprimere gusti ed inclinazioni: odia il prosciutto cotto e ama i libricini da sfogliare, specie quelli da aaccarezzare. Ama i pupazzetti di gomma e schifa i giochi troppo rumorosi. Non vuole essere troppo toccata, la signorina, e le smancerie non sono il suo forte.
Fa impressione pensare che l'ho fatta io.
Sì, un po' anche suo padre, ma insomma diciamocelo: il lavoro grosso l'ho fatto io.
Cacchio.
Mica sapevo di essere così brava!