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L’emozione digitale

Da Rostislav @videogiochiword

L’emozione digitaleEmozionarsi per  un buon film o un buon libro è una cosa normale, nessuno ci fa caso. Emozionarsi davanti ad un opera multimediale interattiva, il videogioco, è forse ancora un tabù nel mondo degli esseri umani senzienti e dotati di una sottospecie di intelligenza. Molti non riescono a capire il perché per un motivo preciso: non sanno di cosa stanno parlando. Eppure, anche il videogioco è dotato di personaggi carismatici, che ci accompagnano per molto tempo e  ai quali finiamo per  affezionarci in un modo particolare. L’affetto  è lo stesso che proviamo per un personaggio letterario o televisivo e le stesse sono le emozioni quando egli muore o finisce la sua avventura. Purtroppo sono in molti a non volerlo capire, ma vi lancio una sfida. Provate  a guardare  questo trailer e dirmi che non vi ha fatto vibrare una cordicella nel cuore: L’emozione digitale

La storia del trailer è davvero emozionante e David Cage, il creatore del precedente Heavy Rain riesce nel suo intento; strappare le emozioni. La parte iniziale  in cui la donna cyborg viene assemblata e inizia a parlare sembra una cosa normale, ma quando pronunzia “Pensavo di essere viva” e l’uomo di cui non vediamo l’aspetto inizia a disassemblarla a rendere idea di cosa sia  la vera emozione. Le grida della giovane che implora il suo creatore di tenerla  in vita lacerano non solo il cuore dell’uomo, ma anche del giocatore,  che finisce per  provare una grande pietà nei confronti di un robot. Questo vuol dire raccontare qualcosa attraverso questo mezzo di informazione.



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