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L’enigma di Kaspar Hauser

Creato il 28 luglio 2010 da Paultemplar57

L’enigma di Kaspar Hauser

26 maggio 1828,Norimberga
E’ una splendida giornata di sole.
Un giovane cammina lentamente,malfermo sulle gambe. Ha la pelle diafana,come quella di chi non è abituato al sole. Cammina dondolando,sembra reduce da lunghe giornate passate nell’immobilità.
Dimostra un’apparente età di circa 16 anni,e viene avvicinato dalla gente del posto.
Ripete come in una cantilena solo due parole,Kaspar Hauser, e ha con se due documenti: un biglietto dove si affida il piccolo Kaspar Hauser, nato il 30 aprile del 1812, a una persona non menzionata, e una lettera che questa persona aveva scritto per il capitano dei cavalleggeri di Norimberga, pregandolo di voler arruolare il sedicenne Kaspar nel corpo dove già aveva servito suo padre.
E’ davvero uno strano ragazzo,Kaspar;si nutre solo di pane,acqua e poco altro.
Odia la carne,non beve,sembra spaventato a morte da suoni e rumori,è affetto da fotofobia,parla pochissimo,non sa leggere ne tanto meno scrivere.
Detesta la luce solare,come detto,ma al contrario ha una vista eccezionale al buio,sembra un giovane vissuto in assoluta solitudine,lontano da qualsiasi forma di associazione civile.

L’enigma di Kaspar Hauser

I cittadini di Norimberga,incuriositi,iniziano ad accalcare per vedere quello strano giovane venuto dal nulla,con la conseguenza di sviluppare ancor più l’asocialità del ragazzo.
Le autorità,non sapendo cosa fare di lui,decidono di affidarlo ad uno studioso,il dottor Daumer,che in poco tempo,riesce a insegnargli a scrivere e a leggere;fu a quel punto che si venne a sapere parte del suo passato.
Aveva passato molti anni della sua vita,probabilmente dodici o tredici,in una cella,custodito da un uomo che gli dava da mangiare pane e poco altro,lo teneva pulito,gli tagliava i capelli,ma lo picchiava ogni volta che faceva rumore.
Un giorno l’uomo lo aveva tirato fuori dal suo nascondiglio,lo aveva accompagnato lontano,gli aveva messo in mano le due lettere e lo aveva abbandonato al suo destino
Kaspar era comunque un ragazzo dall’indole docile,e mostrava grande interesse per le cose,oltre ad un’ottima capacità di apprendimento,si comportava come un bambino innocente,a dispetto della sua età anagrafica.
La sua vera passione erano i cavalli,una delle poche parole che pronunciava correttamente quando giunse nella città tedesca;venne affidato ad un istruttore d’equitazione,e mostrò una sorprendente capacità di comunicazione con l’animale,oltre ad una innata capacità di cavalcare.
Un anno dopo i progressi del ragazzo erano evidenti;la sua intelligenza pronta,unita alla sua indubbia simpatia,lo avevano portato a farsi benvolere da tutti,e sembrava destinato ad un inserimento nella comunità cittadina.
Ma proprio quell’anno accadde qualcosa di misterioso;un giorno,mentre era solo in casa del dottor Daumer,qualcuno lo colpi alla testa,tramortendolo.

L’enigma di Kaspar Hauser

La figlia di Daumer lo trovò per terra,con la testa coperta di sangue,lo soccorse e il ragazzo potè riprendersi.
Un episodio inquietane,che arrivava poco tempo dopo l manifestata decisione di Kaspar di scrivere la propria biografia,notizia ripresa da un giornale che l’aveva pubblicata.
Qualcuno aveva evidentemente paura di quello che poteva scrivere.
Trovò lavoro,e sembrò che la sua vita dovesse diventare la vita di uno qualsiasi,fino al Il 14 dicembre 1833
Quel giorno Kaspar fu avvicinato da qualcuno,che gli disse che era al corrente di particolari della sua vita a lui sconosciuti;Kaspar si recò,come da istruzioni,al parco di Aschbac,dove l’uomo gli porse una borsa.
Ma nel momento stesso in cui il giovane la afferrava,l’uomo lo accoltellò e subito dopo sparì.
Kaspar,ferito gravemente,riuscì a tornare a casa,ma la gravità delle ferite era tale che morì tre giorni dopo.
All’interno della borsa non c’era nulla,tranne un biglietto,sul quale c’era un messaggio sibillino:
Hauser potrebbe dirvi esattamente che aspetto ho e di dove vengo. Per risparmiargli la fatica, ve lo dirò io di dove vengo. Vengo dal confine bavarese. Voglio dirvi perfino il mio nome: M L O.”
La polizia indagò,andò al parco,dove trovò la pozza di sangue ma nient’altro,nessun’orma o segno della presenza di un’altra persona.
In mancanza di indizi,si giunse alla conclusione che il ragazzo si fosse ferito da solo.
Secondo le autorità,il ragazzo aveva creato una messinscena per attirare su di se l’attenzione;si portarono a sostegno della tesi la straordinaria capacità del giovane nell’apprendimento,la sua costituzione regolare,atipica in una persona che diceva di essere stato allevato a pane ed acqua.
Ma il giovane aveva però delle caratteristiche articolari,come le ginocchia deformate,che confermavano la sua versione di essere stato sempre tenuto in catene,impossibilitato a camminare.
Allora chi era,Kaspar Hauser?

Furono molti quelli che avanzarono teorie,la più probabile delle quali è che fosse figlio illegittimo di qualche nobile,che non aveva avuto coraggio nell’ammazzarlo da piccolo,che aveva pagato qualcuno per tenerlo prigioniero fino ad una certa età,quando i ricordi dell’infanzia fossero fatalmente scomparsi.
Solo che aveva sottovalutato la prodigiosa capacità del ragazzo di adattarsi alla vita civile,per cui,sentendosi minacciato,l’aveva fatto uccidere.
Anselm von Feuerbach,l’uomo che maggiormente aiutò Kaspar ad inserirsi nella vita sociale,decise di indagare sul suo nome,Hauser,ma morì in circostanze misteriose,alimentando ancor più il fitto mistero sulla vita e la morte di Kaspar.
Un’enigma irrisolto,uno dei tanti.
Ai giorni nostri la tecnologia è venuta incontro alla storia,sciogliendo almeno un dubbio su chi non era Kaspar.
Riporto,di seguito,l’articolo di Marco Fornari.

(Da “Oltre la conoscenza” n. 19 – dicembre 1997 – articolo di Marco Fornari)

Più tardi si pensò verosimilmente che i genitori vollero sbarazzarsi di lui in ben altro modo, uccidendolo, ma che il suo carceriere non lo soppresse, avendone compassione. Decise quindi di risparmiarlo e di crescerlo a proprio rischio e pericolo. Dopo la sua morte si pensò che fosse stato di famiglia nobile, forse un principe del Baden, forse un discendente di Napoleone, ma forse anche un impostore. Sulla sua romanzesca e tragica vicenda esistono un’infinità di scritti storici e polemici pro e contro. Paul Verlaine e Georg Trakl non furono i soli a dedicargli una poesia, Jakob Wassermann ne fece il protagonista di un romanzo (Kaspar Hauser, 1908), Werner Herzog vi girò il suo più premiato film Every Man for Himself and God Against All (Il mistero di Kaspar Hauser, 1974, con le bellissime musiche di Florian Fricke dei Popol Vuh) e perfino una cantautrice americana, Suzanne vega, ne ha scritto una canzone (Wooden Horses – The Caspar Hauser’s Song). “Kaspar Hauser è stato anche il soggetto del dramma Kaspar Hauser diretto nel 1994 dal regista Peter Sehr. Nel 1996 la prova del Dna su macchie di sangue della sua giubba sembra aver escluso infine la sua appartenenza alla dinastia del Baden, senza però sciogliere l’enigma della sua apparizione dal nulla e della sua identità. Il titolo di prima pagina “Kaspar Hauser, il principe disincantato: ricerche genetiche sciolgono un enigma secolare” pubblicato su Der Spiegel (25 novembre 1996) ha fatto grande scalpore in Germania. In questo articolo si mette in risalto il fatto che due istituti di ricerche genetiche, uno tedesco e uno inglese, indipendentemente l’uno dall’altro, hanno constatato che il sangue trovato sugli indumenti che Kaspar Hauser indossava al momento dell’assassinio non poteva appartenere a un figlio di Stephanie de Beauharnais. Un nuovo risultato di ricerche va naturalmente preso sul serio e va tuttavia esaminata la sua forza di convincimento. In primo luogo non è da escludere un ulteriore dubbio: se veramente si tratti del sangue di Kaspar Hauser. Inoltre bisogna prendere in considerazione anche le sorgenti d’errori del metodo usato, tanto più che i ricercatori – secondo le proprie parole – “sono arrivati vicinissimi al limite della prova”. Con questa scoperta dovrebbe venir confutato il risultato di una seria ricerca condotta su Kaspar Hauser nei secoli diciannovesimo e ventesimo che Hermann Pies, il suo più importante ricercatore, nel 1966, dopo quaranta anni di indagini, così riassume: “Giunti a questo punto, ritengo di poter affermare di aver portato prove indiziarie consistenti a favore dell’appartenenza di Hauser al Principato del Baden tali che difficilmente se ne possono portare di più stringenti, anche se si trattasse di crimini dinastici compiuti”.

L’enigma di Kaspar Hauser

 


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