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Spesso si ritiene infatti che le stagioni cambino il 21 del mese, ogni tre mesi: e che la primavera inizi il 21 marzo. Ma le stagioni non sono determinate per convenzione, come si sa, e la dichiarazione del loro avvio è una tradizione culturale conseguenza di un evento astronomico ben preciso che capita quattro volte nel corso dell’anno: agli equinozi (due) e ai solstizi (altri due), istanti precisi che la costruzione dei nostri calendari “muovono” nell’arco di alcune decine di ore ogni anno. E per tutto questo secolo, l’equinozio sarà il 20 marzo, con qualche eccezione per il 19 (nella tarda serata). La primavera astronomica tornerà a cominciare il 21 marzo solo nel 2102.
A loro volta, equinozi e solstizi (e durate del giorno e della notte) sono determinati dalla posizione della Terra nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole. L’equinozio corrisponde ai momento in cui il piano dell’equatore celeste (la proiezione dell’equatore sulla sfera celeste) e quello dell’eclittica (il percorso apparente del sole nel cielo) si intersecano. Al solstizio invece sono massimamente distanti, e il Sole a mezzogiorno è alla massima o minima altezza rispetto all’orizzonte.
Sia gli equinozi che i solstizi avvengono in un istante preciso, che è quello in cui astronomicamente inizia la stagione successiva (quindi non in un giorno): quell’istante può variare di anno in anno sull’arco di un paio di giorni a causa della diversa durata dell’anno solare e di quello del calendario (la stessa ragione degli anni bisestili). In Italia, tra il 20 e il 21 marzo la primavera, tra il 20 e il 21 giugno l’estate, tra il 22 e il 23 settembre l’autunno, tra il 21 e il 22 dicembre l’inverno.
Dell’accostamento di questa data con i concetti di fertilità, risurrezione, inizio, non c’è da stupirsi: la Natura si risveglia, i fiori sbocciano ovunque, è il tempo del ritorno della vegetazione, della costruzione dei nidi e dell’accoppiamento degli uccelli. La più antica festa di primavera del mondo è Sham El Nessim, risalente a circa 4700 anni fa, che letteralmente significa “fiutare il vento”. Ai tempi dei Faraoni, si chiamava semplicemente “Shamo”, che significa “rinnovo della vita” e secondo gli antichi Egizi quella data rappresentava l’inizio della creazione. In epoca copta, il termine fu modificato in “Shamm” (olfatto e respirazione), con l’aggiunta della parola “nessim” (brezza). Ancora oggi, nel giorno di Sham El Nessim, che si festeggia in Egitto il primo lunedì dopo la Pasqua copta, gli Egiziani fanno picnic all’aria aperta per respirare la brezza primaverile, consumando pesce salato, simbolo di fertilità e benessere (il pesce veniva offerto agli Dei allo scopo di garantire un buon raccolto), semi di lupino, lattuga, uova e cipolle verdi.
L’Equinozio di primavera è legato in tutto il mondo a miti che carpiscono la nostra fantasia, sino al punto di travolgerci con la loro magia.
Un mito che rende bene l’idea di un sacrificio e quello della successiva rinascita è quello frigio di Attis e Cibele: Attis, un bellissimo giovane dato dal sangue della dea Cibele e da questa amato, voleva abbandonarla per sposare una donna mortale, ma Cibele lo fece impazzire ed egli si evirò, morendo insanguinato. Dal suo sangue nacquero viole mammole e gli Dei non potendolo risuscitare, lo trasformarono in un pino sempreverde (raffigurazione dell’Albero Cosmico). A Roma le feste in onore di Attis iniziavano il 15 marzo con penitenze e digiuni, proseguendo il 22 con i Tristia, commemorazioni per la passione e la morte di Attis, durante le quali avvenivano auto-evirazioni dei suoi adoratori che volevano diventarne sacerdoti, sino al 25 marzo in cui, negli Hilaria, veniva celebrata la risurrezione di Attis e il suo ritorno alla Grande Madre, all’apparire del Sole che aveva appena superato l’Equatore celeste. Dopo l’Equinozio, nel mondo Ellenico, si svolgevano le Adonie, feste di resurrezione di Adone, amato dalla dea Afrodite, ucciso da un cinghiale (forse il dio Ares ingelosito).
L’Equinozio di primavera è fitto di racconti mitologici, frutto dell’unione del simbolismo cosmico celeste, legato al cammino del Sole nel cielo, col simbolismo terrestre, legato al risveglio della natura… forse è proprio questa fusione che rende ancora più trepidante la sua attesa.
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