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L'equità fraintesa del governo Monti

Creato il 18 dicembre 2011 da Controcorrente

L'equità fraintesa del governo Monti

A.Mazzoleni arte,tec.mis. su tela -2009

Ecco cosa significa non conoscere risvolti e le mutazioni diacroniche della lingua italiana .
Quando il prode Monti, osannato da tutti, si presentò in parlamento, molti rimasero colpiti, non solo per l’immagine diametralmente opposta a quella del rais, ma per quel termine pronunciato con solenne sobrietà: “Equità”. Tutti lo intesero naturalmente come significante di giustizia sociale ed umana nel suo nobile significato etimologico: di giusto non secondo la legge o il diritto ma secondo il principio riferito alla natura umana della convenienza , come principio morale di mitigazione ed equilibrio ragionevole nella distribuzione dei sacrifici. Tutti davano dunque per scontato che, soprattutto i ricchi, sarebbero stati colpiti appunto per riequilibrare l’enorme sproporzione del rapporto della ricchezza posseduta rispetto a quella delle masse impoverite (rapporto di 7 a1,in Italia tra i piu’ alti d’ Europa). Tesi suffragata dal fatto che sempre il nostro nuovo presidente del consiglio sembrava voler rafforzare il concetto con la frase successiva: “..paghera’ di piu’ chi ha meno dato”. Lapalissiano dunque. E i giornali in visibilio trovarono il loro nuovo idolo.
Oggi , troppo tardi, qualcuno comincia a capire che non era affatto cosi’ : la frase successiva sembrerebbe, alla luce della manovra poi prodotta, una gran balla messa li’ apposta, in un altro successivo contesto, forse per ingraziarsi meglio l’uditorio. Monti infatti aveva già chiaro in mente le linee della sua futura manovra. Dunque ci stava raccontato balle , a meno che i condizionamenti di Berlusconi non si siano manifestati dopo quel discorso. Forse Monti parlava in buona fede , forse giocando sulla parola. Si perché il termine equità inteso in senso giuridico lascia il campo a molte altre interpretazioni ed applicazioni e dunque magari il nostro premier non eletto la intendeva in modo strettamente tecnico.
Secondo la filosofia giuridica infatti l’equità è concepita come criterio per stabilire un equilibrio tra interessi di carattere morale e interessi utilitaristici, nei quali vanno compresi quelli che assicurano le esigenze di tutela di obbiettivi pubblici.
E poiché il presidente del consiglio riteneva di dover risollevare l’immagine italiana in Europa con la Merkel ecco che la sua concezione di equità si è ridotta all’applicare un modello rigido ,costituito da un certo numero di sacrifici,non importa se giusti o meno, a tutte le classi sociali ..o quasi. Un modello uguale dunque equo applicato ad individui assai diversi per reddito. Soprattutto il modello è stato applicato secondo la sua ottica e logica di uomo della finanza,più pratico di mercato ed economia che di giustizia sociale. Per il suo ministro del Welfare invece ,lacrime a parte, tutto sembra esser stato partorito in parte sulla linea di CONFINDUSTRIA (per cui ha lavorato a lungo) , per altre secondo le esigenze di tutela di obiettivi pubblici non meglio definiti,ma sempre partendo da una concezione di equità assai diversa da quella intesa dai latini e dagli italiani ,soprattutto dei pensionandi. Insomma gli obiettivi della manovra tampone non erano quelli di risanare direttamente il debito ma, molto probabilmente, di raggiungere gli obiettivi pubblici che la Merkel voleva per ridarci un sorriso meno sprezzante : rigore estremo senza guardare in faccia a nessuno ,prescindendo da classi e individui sociali seguendo scrupolosamente i cinici dettami del mercato. E qui sta tutta la debolezza e l’iniquità non solo della manovra ma anche della ricetta scelta.Produrra’ solo disperazione depressione economica ed umana insieme. I segnali cominciano a vedersi,lo spread non cala e questa piega inaspettata ha lasciato in braghe di tela il nostro Bersani. Di Pietro invece da figlio di contadini, naso e cervello fino ,non si è lasciato ingannare da etimologie e sofismi vari. Non essendone forse avvezzo, ha fiutato , tra i pochi, l’inganno nascosto.
Questo ci insegna che oltre a non comprare mai a scatola chiusa , oltre a chiedere sempre il preventivo all’idraulico prima del lavoro, è bene non lasciarsi mai ingannare dall’apparenza dallo stile e dal linguaggio di un uomo ,ma a concentrare l’attenzione sulla sua storia , basandoci anche sulle nostre percezioni ed istinto e poi naturalmente sulle azioni.
C’è poi qualcuno tardo che, anche dopo aver visto le azioni, ancora non capisce. Ne abbiamo avuti di esempi nel decennio berlusconiano , ma anche nella logica di casta dei dirigenti Pd che ancora questo governo continuano ad appoggiare senza essere stati in grado neppure di modificare i supergradoni pensionistici e tante altre cose che dicevano di voler cambiare. I piu’ continueranno ad inseguire il terzo pollo ,ciechi e perdenti come sono le caste al tramonto finchè perderanno giustamente ogni vantaggio elettorale accumulato , a favore di chi questo oggi non è ancor dato saperlo. Non mi fido più tanto della capacità di discernimento di tanti italiani,percio’ non mi sbilancio.

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