E' vero che la sua applicazione dipende dagli editori. Ma anche, e soprattutto, dai colleghi - direttori, capi redattori, capi servizio - che stanno nelle redazioni. Il loro interesse e il loro sostegno è il caposaldo. Chi si disinteressa pensando che il problema non è il suo, è il primo nemico dei collaboratori: freelance, co.co.co o partite Iva che siano.
Ci sono, infatti, i colleghi che accettano il pagamento a pochi euro e ne soffrono. Pretendono il minimo e capiscono se rifiuti. Ci sono quelli, che con protervia, pensano che tu debba essere a disposizione e chiedono l'impossibile.
Ci sono quelli che fanno in modo che il tuo lavoro, nei limiti delle loro possibilità, venga pagato dignitosamente.
Adesso tutti dovranno dire chiaramente da che parte stanno.
In ultimo un messaggio-appello a tutti i colleghi professionisti, pubblicisti e/o aspiranti tali, anche a coloro che scrivono nei siti web (diverso il discorso per i blog veri, quelli che ognuno di noi decide di tenere in piedi): non pretendere un pagamento adeguato per un lavoro e/o barattarlo con un accredito, un viaggio o quant'altro significa non dare dignità alla nostra professione, considerarla poco più che un gioco e, soprattutto, far sì che venga considerata un gioco anche per chi ci vive.