Leggendo il giornale, qualche giorno fa, ho scoperto che i cittadini italiani supportano economicamente figure come il tartufologo e il misuratore di neve (il secondo dei quali, sorprendentemente, non è uno stecco). Allora ho pensato che anch’io voglio essere pagato per un lavoro del genere, egualmente impegnativo. So anche a quale impiego votarmi: il ricercatore/analista di uomini del mulino. Ho perfino pronto il mio soggetto e ho delle ricerche precedenti, ragion per cui adesso mi siedo comodo qui e aspetto che arrivi il mio assegno.
Benvenuti dunque alla seconda parte dell’analisi approfondita dell’uomo del mulino (la prima parte la trovate qui), come di consueto inutile, eppure così necessaria.
All’epoca in cui pubblicai il primo studio (sento già l’assegno che arriva volando come una colombuzza santa), non credevo che avrei affrontato di nuovo l’argomento, perché non immaginavo che potesse andare peggio di così, tra sottrazione di minori, condizioni igieniche preoccupanti e madri senza morale decenza. Un vero scienziato, però, deve ammettere i propri errori (ho un camice, vedete? E un cartellino pinzato alla taschina!) ed è con molta umiltà che mi accingo a condividere con voi gli ultimi dati a me pervenuti.
Cosa sappiamo già di lui? I nostri filmati ci hanno sempre mostrato un uomo istrionico, visionario, che si convince di cuocere biscotti e merendine in realtà confezionati, i quali vengono da lui scartati, poggiati sulle teglie e distribuiti ad ospiti che devono essere accuratamente selezionati tra i più deficienti del regno, perché sono sempre pronti a credere che abbia fatto tutto lui con le sue mani di fata e a seguirlo fino alla morte.
Il passatempo preferito del Mugnaio Blanco è catturare nella sua rete quanti più bambini possibile. Se pensate che sia losco, avete ragione. Che razza di uomo, uno che attira innocenti creature vulnerabili solo perché sa che si strafogheranno di merendine, aumentando così il suo fatturato! Turpitudini come queste, davvero, rinnovano ogni giorno in me il fuoco della scienza (per l’intestazione dell’assegno: Jon, senz’H).
L’ultima registrazione audio-video ci riporta in pieno in una di queste situazioni, che commenterò per voi con la più assoluta obiettività.
Eccoci qui, infatti, nella più classica delle sue macchinazioni: restare solo con un bimbo per distruggerlo di carboidrati. I due si rilassano appoggiati a un gigante covone, attività che io, da ricercatore qualificato, sconsiglio, in quanto è sempre possibile, benché non facile, trovarvi un ago.
A fare da palo, l’immancabile mente criminale, di cui il mugnaio è solo il misero e devoto galoppino: Rosita, la gallina sociopatica striata di sadismo.
Il Mugnaio Blanco mastica una spiga di grano. Perché, direte voi? Non c’è una spiegazione a tutto, sapete, a volte semplicemente uno è squinternato fino al midollo.
Mentre se ne stanno seduti lì, alla completa mercé delle zecche, il bambino si dimostra subito simpatico con una domanda inopportuna.
Ma perché tu parli strano?
Ora, vedete da voi che una domanda del genere è l’innesco di una reazione chimica chiamata subisso di legnate, senza contare che un bimbetto con la zeppola non è esattamente autorizzato a fare il logopedista itinerante; ma il Mugnaio Blanco è un veterano del mestiere e non altera nemmeno un atomo del corpo suo. Tuttavia, non potendo rispondere sono un pluriomicida ex galeotto dell’Europa del Sud, egli evita di ribattere in modo diretto e parte per la tangente con uno degli sproloqui che lo contraddistinguono.
Sai… Sono stato il giro per il mondo per tanti, tanti anni…
Che mi viene a significare? Chissenefrega? Nessuno ti ha chiesto di recitare i tuoi Memoires, direbbe un bambino accorto. Ma noi abbiamo i dati, conosciamo bene il campione da cui attinge il Mugnaio Blanco. Il piccolo germe di grano , infatti, ha completamente dimenticato la domanda originale, anzi, si appassiona:
E non ti mancava, la tua campagna?
Ma senti un po’, creatura. Uno ti sta raccontando che è stato in giro per il mondo, chissà che ha visto, chissà che ha fatto, e il tuo pensiero va alla nostalgia della campagna? Ma sei un bambino o Cesare Pavese?
La risposta, ovviamente, è altrettanto scuffiata.
Certo! Ma poi… ho avuto un’idea!
esclama il Mugnaio Blanco, stupendosi della capacità di se stesso di elaborare piani. E, grazie a sconosciuti poteri, teletrasporta la sua persona e quella dell’ingenuo fanciullo in quell’edificio sospetto che abbiamo imparato a conoscere la volta scorsa
Chissà che idea ha avuto, si potrebbe illudere qualcuno (noi no, perché c’abbiamo i dati in questa cartelletta di Winnie The Pooh che tengo in mano – è inutile che ridiate, sono le cartellette ufficiali del Ministero).
Ebbene, presto detto: l’idea è che ha abbattuto la nostalgia aprendo un pacco di biscotti, che ha poi genialmente battezzato Campagnole, nel mentre che fingeva di infornarli.
Di più, le SUE, Campagnole, come tiene a precisare mentre ne esalta la rusticità, sfregandole coni suoi immancabili polpastrelli lerci (va bene, Antonio, la superficie dei biscotti è ruvida, che sarà mai, chètati, per l’amor del cielo)
C’è tutta la campagna dentro!
assicura con un movimento di mano che ci svela che in carcere era stato protetto da una banda di rapper.
Tutta-tutta?
Chiede il bambino, che a questo punto ha il futuro assicurato come collaboratore extraorganico in qualità di creatore di domande imbecilli.
Il Mugnaio Blanco ci riflette un po’, pensa a tutte le volte che Rosita ha defecato di proposito nell’impasto e garantisce, sicuro:
Tutta!