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L’era del Tiki Taka

Creato il 08 ottobre 2013 da Ivano Asaro @IvanoAsaro

L’era del Tiki Taka

Mirko Scimemi

Correva l’anno 1965 quando il concetto di “calcio totale” adottato da Rinus Michels, allenatore dell’Ajax di Cruijff, sconvolse il modo di giocare a pallone.  Da quell’anno tutto cambiò, le squadre che volevano provare a vincere cercano di imitare il modello olandese nella speranza di ripetere le imprese che l’Ajax riuscì a compiere insieme al suo grande gioiello.  Questa espressione di gioco venne meno col passare degli anni, sostituita da un nuovo pensiero calcistico, il possesso palla che trovò in Andrea Pirlo, il suo più grande interprete prima che Pep Guardiola sedesse sulla panchina del Barcellona. 

L’era del Tiki Taka

Andrea Pirlo


Il catalano ha estremizzato il concetto di possesso palla, non sfruttandolo solo come un semplice metodo per finalizzare le azioni, ma venne utilizzato soprattutto come metodo per difendere, infatti essere padroni del pallone, oltre a sfiancare gli avversari, è un modo per diminuire il numero di azioni pericolose effettuate dall’avversario. 

L’era del Tiki Taka

"Pep" Guardiola


Il tiki-taka viene spesso considerato l'evoluzione del calcio totale olandese, infatti la differenza più evidente di questi due schemi di gioco è che, mentre il "calcio totale" è basato su una completa mobilità e libertà dei giocatori in campo con l’impiego di calciatori molto fisici, mentre il tiki-taka, per sopperire all’evidente carenza di calciatori fisici, esalta un gioco basato su transizioni lente, passaggi corti e possesso costante del pallone.  Secondo Raphael Honigstein, il tiki-taka è "un'importante evoluzione del calcio totale ma se ne differenzia principalmente perché si concentra sui continui movimenti rasoterra del pallone piuttosto che dei giocatori. Controllare la palla con calma per lungo tempo significa infatti controllare anche l'avversario, poiché quest'ultimo è impossibilitato a giocare.(cit. Wikipedia)".  

L’era del Tiki Taka

Barcellona

Quello che avveniva al Milan ancelottiano era un possesso palla non sterile, basato sullo spettacolo e su improvvise verticalizzazioni per gli attaccanti, invece Guardiola ha sviluppato tale tecnica per subire meno, per cercare di rendere la sua squadra invincibile senza subire troppo. 

L’era del Tiki Taka

Carlo Ancelotti

Bravissimo ed intelligente, ma senza il supporto di giocatori come Xavi e Iniesta sarebbe stato impossibile riuscirci, se poi in attacco ti ritrovi Messi il risultato è scontato. A giovarne è stata anche la Nazionale Spagnola che dal 2008 non fa che collezionare trionfi a discapito di squadre ben attrezzate ma non in grado di contrastare l’efficacia di questo lungo possesso palla logorante per qualsiasi avversario.  Da quest’anno invece, il tiki taka ha una nuova squadra,il Bayern Monaco, ma non ha cambiato allenatore, Mister Pep Guardiola adesso guida i bavaresi nella sua sfida personale di adattare il suo calcio ad una squadra che è completamente diversa dal Barcellona. Fin da subito troviamo scelte che potrebbero suscitare clamore se adottate da altri allenatori, come Lahm utilizzato mediano e che sta dando degli ottimi risultati. 
Queste scelte vengono intraprese ai fini del bel gioco, di un calcio fluido e mai basato su lanci lunghi o azioni senza senso, utilizzare giocatori tecnici e bravi tatticamente è l’unico modo per portare vittorie e mettere paura all’avversario, un concetto che qualche allenatore italiano dovrebbe prendere maggiormente in considerazione.

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Mirko Scimemi


 Mirko Scimemi
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