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La trama (con parole mie): Sid, Diego e Manny sono ormai stanziati in un angolino di mondo davvero niente male, la vita scorre in pace ed i problemi più grossi sono dati dalla nonna del primo - scaricata dai redivivi parenti del bradipo - e da Peaches, figlia di Manny in piena adolescenza.
Questo fino a quando Scrat, alla perenne ricerca della sua adorata ghianda, non innesca il processo di frattura delle placche che porterà alla separazione dei continenti: i mutamenti geografici causeranno non pochi disagi al branco dei nostri, che separati da tutti finiranno in mare aperto su un blocco di ghiaccio, costretti a trovare un modo per fare ritorno prima che sia troppo tardi.
L'incontro con lo scimmiesco capitano Gutt e la sua ciurma di pirati offrirà al terzetto protagonista della serie - più la nonna, non dimentichiamola - l'occasione per menare un pò le zampe e guadagnarsi il mezzo di trasporto che potrebbe riportarli indietro.
Personalmente, comincio ad essere stanco davvero dei franchise di successo figli del Cinema d'animazione continuamente reiterati per questioni di mercato e soldi: fino a dieci anni fa, mentre Miyazaki consolidava il suo genio e la Pixar poneva le basi del suo impero, le realtà più piccole come quella dei Blue Sky Studios cercavano di spremere i cervellini dei loro artisti per tirare fuori qualcosa che fosse almeno lontanamente paragonabile ai due mostri sacri appena citati.
Erano i tempi, tra gli altri, del primo film dedicato alla saga de L'era glaciale, imperfetto e tecnicamente neppure accostabile a pezzi d'arte come i Toy Story o Totoro, eppure piacevole e davvero perfetto per intrattenere il pubblico - non soltanto quello dai dieci anni in giù -: il successo fu decisamente notevole, tanto da scatenare una vera e propria speculazione che da quel momento immise sul mercato videogiochi, pupazzi, linee di cartoleria e, ovviamente, non uno, non due, ma ben tre sequel.
Già dal secondo capitolo era chiaro che la direzione che la produzione avrebbe preso sarebbe stata quella dello sfruttamento, tanto che il mio interesse - e le aspettative con lui - precipitarono praticamente sotto zero - tanto per restare in tema -, rendendo questi titoli praticamente un riempitivo.
Questo quarto - e non credo, onestamente, ultimo, ahinoi - capitolo resta senza infamia e senza lode sui livelli dei precedenti: si lascia guardare prestandosi ovviamente ai trucchetti e alle inquadrature imposte dal 3D, intrattiene grazie a qualche risata e al consueto bagaglio di buoni sentimenti dei film per famiglie nella più classica delle tradizioni del genere, offre un minutaggio breve che permetterà ai piccoli di non annoiarsi e ai grandi di non sfracellarsi i cosiddetti e, di fatto, non rischiare di essere una delusione come il recente Madagascar 3.
Questo principalmente perchè ci sarebbe ben poco da aspettarsi da una proposta di questo genere, se non un innocuo film d'avventura discretamente movimentato - interessante, pur se ormai sfruttatissimo, l'utilizzo dei pirati come avversari per i protagonisti - che farà la gioia dei bambini grazie ad una sarabanda di inseguimenti, scontri ed imprese marinare condite dalle consuete gag di Manny, Sid e Diego - ormai da denti stretti almeno quanto le peripezie di Scrat, che onestamente mi è venuto non poco a noia -: azzeccato, invece, il personaggio della nonna del bradipo, vera sorpresa della pellicola, così come il passaggio al cospetto delle "sirene" e la già citata ciurma multietnica del capitano Gutt - doppiato in originale dal Peter Dinklage di Game of thrones -.
Ovviamente, rispetto al primo film, la tecnica è notevolmente migliorata - la barba dell'appena citato Gutt e la sequenza dell'uragano in pieno oceano ad inizio film che mi ha riportato alla mente La tempesta perfetta ne sono la prova - e tutto sommato sono ben altre le pellicole che solleticano le bottigliate: eppure, onestamente, vorrei potermi aspettare di più dal Cinema d'animazione, che pare aver almeno nelle grandi produzioni arrestato l'esplosione creativa che fino a pochi anni fa l'aveva portato a consolidare una credibilità pari a quella dei film di fiction - ricordiamo che La città incantata fu premiata a Berlino con l'Orso d'oro, seppur in ex aequo -.
Ben vengano anche i divertissements, dunque, ma spero davvero che le teste pensanti - ed i produttori che cacciano il grano - del genere possano mettere almeno parzialmente da parte gli interessi ed il portafoglio per tornare ad osare regalando emozioni, personaggi ed avventure senza sedersi troppo sul già noto e sul 3D.
Sono convinto che i piccoli - e sicuramente i grandi - apprezzerebbero molto di più.
MrFord
"I'll follow you
the leaf that's following the sun
when will my weight be too much for you?
When will these ideas really be my own?
Cause this moment keeps on moving
we were never meant to hold on."Jack Johnson - "Adrift" -
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