Nel nostro vissuto è indissolubilmente legata a sapori di casa, come il pesto genovese o l’insalata caprese col pomodoro e la mozzarella, ma in realtà l’Ocimum basilicum, il basilico, ha un’origine orientale, dall’Asia tropicale. In India, una varietà detta “tulsi” è pianta sacra a Visnu e Krisna che crescendo, sancisce la salubrità di un luogo, oltre ad essere un prezioso febbrifugo. L’ayurveda, infatti, ritiene il basilico, un principio medicinale fitoterapico utile nella cura della malaria.
Ritornando all’area mediterranea, qui venne introdotto dai greci, a cui deve il suo nome, “basilikon”, regio, ovvero rimedio dei re. Se l’uso terapeutico abbraccia varie aree (cina, egitto, medioriente), furono i romani i primi ad introdurlo in cucina, con il famigerato Apicio che lo suggerisce sui piselli.
Oggi se ne contano più di quaranta varietà, ma la pianta regina per aromaticità è il basilico ligure DOP a foglia piccola, mentre quello napoletano, a foglia più larga, ha un profumo più delicato che ricorda la menta. Recentemente nei mercati e come pianta ornamentale sui terrazzi sono apparse anche le varietà a foglia rossa “Red Rubin” viola, con i margini dentati e dal sentore d’anice e “Purple Raffles” porpora scuro con margini irregolari. Esistono inoltre varietà ibridate anche nell’aroma, l’Ocinum citriodorum, il cinnamon, lo horapha che sa di anice.
Comunque sia, è difficile abbinarlo ad altre erbe aromatiche e questa sua caratteristica gli è valsa la denominazione da parte dei francesi di “herbe royale”.
A Villa Podestà a Genova Pra esiste il Parco del Basilico, ottima istituzione per valorizzare questa risorsa agroalimentare e il suo uso locale principe, il pesto, unica salsa al mondo composta da quattro DOP: Parmigiano Reggiano, Pecorino Sardo, Olio extravergine della Riviera Ligure e ovviamente Basilico genovese.
inserito da Elena Bianco