Eravamo rimasti al nostro viaggio verso Ventiane, in un bus stipato di gente, con il solito problema di overbooking, tante’ che il vuoto corridoio del bus viene subito riempito con seggiolini per sistemare i passeggeri in piu’ ed in futuro capiremo che qua in Laos è una pratica comune. Una volta arrivati ci diamo subito da fare per trovare una sistemazione, con il solito pellegrinaggio fra la miriade di guest house … ormai abbiamo imparato che non bisogna seguire alla lettera la famosa Lonelyplanet, ma bensi’ armarsi di pazienza e cercare di propria iniziativa. Ma questa volta ci viene incontro una coppia inglese che ci indirizza verso una guest house carina, con colazione compresa e dolcino a merenda, spenderemmo un pochino di piu’ del previsto, ma l’Ale alla parola ” colazione compresa ” proprio non riesce a resistere.
Difatti lui adotta il metodo ” abbuffarsi a piu’ non posso al mattino ” per poi rimanere sazio quasi per il resto della giornata…ma ragazzi, vedere cosa riusciva ad ingurgitarsi era uno spettacolo nauseante! Partiva dal semplice pane, burro, marmellata e frutta, per passare poi alle uova, riso con verdure stufate e pollo al curry e perchè no, anche una buona insalata!! E per le successive tre ore dovevo sorbirmi una sorta di cantilena in cui lui ripeteva ad intervalli regolari di 10 minuti: ” Madonna Katia, sono sbisinfio! ” ( termine da lui coniato che sta ad indicare una persona fin troppo sazia! ). Nel frattempo io mi ammalo e per circa una settimana saro’ conciata da sbattere via, e non senvira’ farmi maschere di bellezza in vero stile Jason di Venerdi’ 13 e tinta ai capelli con colore ambiguo tendente al verde e cura ricostituente.venerdi 13
La citta’ è carina e piacevole, per essere una capitale è davvero piccola e ha un numero esorbitante di templi, tutti quanti molto belli. Ne visitiamo qualcuno, gironzoliamo nelle vie della citta’ ma iniziamo ad annoiarci seriamente, quindi un giorno, alla proposta di una signora che ci invita ad un meeting di yoga con tanto di concerto, diciamo subito di si. Oddio, a dire il vero non eravamo interessatissimi, ma quando ci viene spiegato che questo incontro si terra’ nell’albergo piu’ esclusivo della citta’ i nostri due neuroni elaborano subito un unico pensiero: ” Albergo di lusso + meeting = buffet gratis! Quindi risparmio immediato. “ Bene, dovete sapere che una volta arrivati, tutti ci guardavano un po’ dall’alto al basso per via del nostro abbigliamento, diciamo alternativo per non dire da pezzenti, ci registriamo e mentre ci avviamo alla sala dell’incontro gia’ con l’aria soddisfatta di chi avrebbe scroccato alla grande, ci rendiamo conto che qualcosa non torna! Entriamo e con nostro immenso dispiacere ci rendiamo conto che l’unica cosa offerta è acqua! E che il concerto si svolgera’ con una sala praticamente vuota, con una decina di morti in piedi, anzi no seduti, che suonano una specie di musica fusion che, come si dice dalle mie parti, fa scappare le vacche al prato o semplicemente fa venire il latte alle ginocchia…ci siamo intesi? Porca miseria, siamo in trappola e quindi cosa possiamo fare? Iniziamo con l’ascoltare un po’ di musica e di spiegazioni in merito a questo tipo di yoga che aumenta l’autostima in se stessi, il tutto decantato davanti alla foto abbellita da fiori della guru di questo gruppo di infervorati, ovviamente morta! Ma torniamo al problema principale, che fare? Come possiamo svignarcela senza sentirci gli occhi dei pochi presenti addosso? O peggio come possiamo andarcene senza che nessuno ci porga l’invito a rimanere? Dopo due canzoni… Ale: ” Oh, io mi sono rotto le palle andiamocene! Questi sono degli sfigati, ma li hai visti in faccia? “ Katia: ” Dai aspettiamo la prossima canzone, fa brutto andarsene adesso! “ Ale: ” Non me ne puo’ fregare di meno, ho anche fame e mentre attaccano la prossima lagna io me la filo e tu fai quello che vuoi!” Katia: ” No per favore non mi mollare qua, aspetta ancora un pochino “ Ale ( mentre attaccano con un’altra lagna..) ” Cazzi tuoi io me ne vado, non c’è una mazza da mangiare! Ciao “ Eccolo che si alza all’improvviso ed io lo seguo a ruota per andare subito dopo ad abbuffarci di pad thai! Eravamo venuti a Vientiane per un motivo particolare, ovvero applicare il visto per l’ India, ma il sentirci rispondere ad ogni domanda in merito con un ” forse ” o con ” penso di si ” ci fa capire che è meglio lasciar perdere, è meglio aspettare la Thailandia! Quindi è giunto per noi il tempo di migrare piu’ a nord verso Luang Prabang il che vuol dire piu’ fresco e montagna!! Prendiamo il bus e le ore sembrano interminabili, ma ecco che all’improvviso il paesaggio cambia. Il piattume del sud lascia spazio a montagne bellissime e con forme da togliere il fiato! Eravamo circondati da queste torri di pietra completamente ricoperte da una fitta giungla…bellissime. Saltiamo Vang Vieng, posto famoso per il tubing, che consiste nell’affittare un salvagente a ciambella e lasciarsi scivolare sull’acqua del Mekong, il tutto condito con fiumi di alcol bevuto nei vari bar lungo il tragitto…ci sentiamo un po’ vecchietti per questo, e poi figuratevi a me quanto me ne puo’ fregare! Continuiamo a contemplare il paesaggio mentre attorno a noi si scatena il festival del vomito…provate ad immaginare… con tutte quelle curve e poi i laotiani non tollerano molto i bus! Arriviamo a Luang Prabang, ormai si è fatta sera e ci incamminiamo verso la zona delle guest house e meraviglia di tutte le meraviglie attraversiamo il famoso night market, un mercatino che occupa un’intera via dove la gente locale, nella totale tranquillita’ vende artigianato fatto di tessuti, abbigliamento e bigiotteria, è il mercatino piu’ caratteristico e meno caotico che fino ad ora abbia mai visto. E qui scatta per me ” il richiamo della foresta “! Non mi importa niente dello zaino che ad ogni passo diventa sempre piu’ pesante, mi importa solo memorizzare nel minor tempo possibile tutte le cose potenzialmente acquistabili! Ecco il mondo perfetto per me dove borse e vestiti sembrano chiamarmi per nome, dove ogni cosa si rivolge a me con tono implorevole ” per favore katia, compramiiii! “. Ma nel mio mondo di shopping sfrenato, dove io sono provata dal peso di tutti i sacchetti ricolmi di ogni ben di dio…irrompe una voce brusca che tuona: ” Katiaaaa, per la miseriaaa, muovitiii! Non è il momento adesso! “richiamo del consumismo
E va bhè, sara’ alla prossima, prima il dovere e poi il piacere, o almeno spero! Trovata la camera ci addormentiamo come sassi, non prima pero’ di aver scroccato la nostra dose di wifi da qualche lussuoso albergo! La citta è piccola ed incredibilmente tranquilla, anche i motorini e le macchine che si aggirano per le pigre viuzze sembrano non emanare eccessivo rumore, questo puo’ essere il posto perfetto per fermarsi un po’ piu’ del dovuto. La caratteristica principale di questa cittadina sono gli innumerevoli templi, difatti molti dei templi piu’ antichi di tutto il Laos si trovano qui e lo dimostra anche l’altissimo numero di monaci che si aggira per le strade. La gente è molto cordiale e tranquilla e fatta eccezione per qualche monaco che incuriosito dalla nostra presenza ci pone delle domande, di rado incontriamo persone che attaccano bottone con noi di loro spontanea volonta’, forse perchè sono molto riservati. Visitiamo qualche tempio di maggior importanza ma deciamo che arrivati a questo punto del sud est asiatico, di templi ne abbiamo visti veramente troppi. Incontriamo di nuovo delle ragazze conosciute in Cambogia e trascorriamo con loro gran parte del nostro tempo, e conosciamo anche gente nuova tra la quale anche i primi italiani in vacanza. Io vado anche a visitare delle cascate a pochi kilometri dal centro mentre l’Ale si rilassa spaparanzato a leggere e scrivere. Una mattina mi sono alzata all’alba per assistere ad un rito quotidiano dei monaci, che consiste nel camminare in fila per la cittadina con lo scopo di raccogliere offerte da parte della gente che per lo piu’ consiste in cibo e denaro. Girano scalzi con le loro tuniche arancioni e la loro anfora e sono veramente in tanti. Viene loro permesso di accettare le offerte ma non di chiederle, toccante, ma molto turistico…difatti era pieno di turisti che scattava loro foto da distanze ravvicinate, manco fossero fotografi ad una sfilata di moda. Alcuni monaci pareva apprezzare altri evitavano timidamente i flash. Io ne ho fatta qualcuna, poi quando ho visto come si metteva la situazione me ne sono ritornata a letto!! Dopo una settimana, lasciamo Luang Prabang per recarci a Luan NamTha, un piccolo paesino in montagna piu’ a nord. Per la cronaca, alla fine non ho comprato niente…il pensiero di aggiungere peso al mio zaino mi angosciava. Luang Namtha in sè non ha niente di particolare ma la cosa che la rende cosi’ importante è il parco nazionale dal quale partono tutti i trekking. Noi preferiamo affittare un motorino e recarci a Muang sing un piccolo paese circondato da montagne e scoprire i suoi dintorni imboccando stradine cosi’ a casaccio. Il panorama è veramente bello, fatto di montagne e di km e km di risaie di un verde accecante e una volta arrivati ad un ristorantino della zona veniamo avvicinati da donne locali che insistono nel venderci dal semplice braccialetto fino a strane sostanze psicotrope!! Finiamo addirittura in un piccolo villaggio dove apparentemente non si trovava anima viva, ma alla vista di ” farang ” ovvero stranieri, ecco che da ogni parte attorno a noi vediamo arrivare gente correndo e non contenti ci accerchiano curiosi fissandoci senza proferire parola!! Noi li salutiamo imbarazzati, ma dopo qualche minuto ci rendiamo conto che è meglio continuare la nostra gita in cerca di nuove avventure. Ma il tempo inizia a peggiorare quindi ce ne ritorniamo di fretta e furia a Luang Namtha, prima pero’ diamo un’occhiata veloce al serbatoio…e tutte e due di comune accordo decidiamo che la benzina puo’ bastare…bhè, meno male che c’erano un po’ di discese…altrimenti avremmo fatto parecchi km a piedi!dispersi nella campagna laotiana
Il visto del Laos sta per scadere ormai quindi decidiamo di recarci a Chiang Mai per applicare finalmente il visto per l’India, sperando che almeno li’ qualcuno sappia dare risposte soddisfacenti a tutti i nostri dubbi. Devo dire che il nord della Thailandia per noi è decisamente migliore del sud, la gente è meno pressante e l’atmosfera è davvero bella, forse è anche per questo motivo che molti stranieri decidono di vivere qui…va bhè diciamo uno dei motivi…l’altro potrebbe essere ” le donne thailandesi “! Troviamo una guest house piccola, in una zona tranquilla e diciamo che la propietaria ci ha conquistato. Appena capisce che siamo italiani inizia ad urlare le poche parole che sa e ridendo come una matta inizia ad offrirci birra e qualsiasi cosa commestibile che le capiti a tiro, senza voler un soldo in cambio, questa si che è ospitalita’! Nell’attesa del nostro visto giriamo la citta’ in motorino, ci rivediamo con Dave, il ragazzo kiwi conosciuto in Laos e cazzeggiamo senza vergogna. Arrivati a questo punto del viaggio, accusiamo un po’ di stanchezza, non abbiamo nessuna voglia di vedere questo e quello, vogliamo solamente goderci il nostro tempo senza fare nulla!! Difatti alla fine rimarremo a Chiang Mai per ben tredici giorni, ma se ci chiedete se abbiamo visto le tigri, o qualche tempio, o fatto trekking, la risposta sara’ ” no! “. Quello che abbiamo fatto è stato solo conoscere gente, tra la quale parecchi italiani, leggere e fare vita da famiglia thailandese…e si, per tutto questo tempo siamo diventati parte integrante della famiglia alternativa di Niky, la proprietaria della guest house, fatta da tanti suoi amici e vicini. Abbiamo capito che adorano sparlarsi dietro tutto il giorno con la brutta abitudine di indicare a volte anche il soggetto in questione , mangiano pietanze buonissime che non sono i soliti noodles, zuppe varie e pad thai e lo fanno per minimo 5 volte al giorno! Noi ovviamente eravamo costretti a mangiare caso contrario si offendevano. Sono pigri da morire e tra di loro si aiutano tantissimo e tante altre piccole cose. Appena arrivava qualcuno con del cibo subito Niky ci chiamava e ci invitava a farle compagnia, suonava un po’ come ” ragazzi a tavola, è pronto! ” e subito dava il via a tutti i suoi spettegolezzi. Diciamo che dopo 13 giorni sapevamo vita, morte e miracoli di tutto il vicinato e non solo…sapevamo anche a che prezzo erano state acquistate tutte le guest house adiacenti la sua e cosi’ via. Ma purtroppo arriva sempre il momento di andarsene e questa volta lo abbiamo fatto con una nostalgia incredibile, mentre tutti quanti ci salutavano abbracciandoci e baciandoci noi avremmo voluto fermarci ancora un po’!! Ma abbiamo un volo che ci aspetta e soprattutto abbiamo avuto la bellissima notizia che è possibile andare anche in Nepal…salvo sorprese all’ultimo minuto!! LakatiaEravamo rimasti al nostro viaggio verso Ventiane, in un bus stipato di gente, con il solito problema di overbooking, tante’ che il vuoto corridoio del bus viene subito riempito con seggiolini per sistemare i passeggeri in piu’ ed in futuro capiremo che qua in Laos è una pratica comune. Una volta arrivati ci diamo subito da fare per trovare una sistemazione, con il solito pellegrinaggio fra la miriade di guest house … ormai abbiamo imparato che non bisogna seguire alla lettera la famosa Lonelyplanet, ma bensi’ armarsi di pazienza e cercare di propria iniziativa. Ma questa volta ci viene incontro una coppia inglese che ci indirizza verso una guest house carina, con colazione compresa e dolcino a merenda, spenderemmo un pochino di piu’ del previsto, ma l’Ale alla parola ” colazione compresa ” proprio non riesce a resistere.Difatti lui adotta il metodo ” abbuffarsi a piu’ non posso al mattino ” per poi rimanere sazio quasi per il resto della giornata…ma ragazzi, vedere cosa riusciva ad ingurgitarsi era uno spettacolo nauseante! Partiva dal semplice pane, burro, marmellata e frutta, per passare poi alle uova, riso con verdure stufate e pollo al curry e perchè no, anche una buona insalata!! E per le successive tre ore dovevo sorbirmi una sorta di cantilena in cui lui ripeteva ad intervalli regolari di 10 minuti: ” Madonna Katia, sono sbisinfio! ” ( termine da lui coniato che sta ad indicare una persona fin troppo sazia! ). Nel frattempo io mi ammalo e per circa una settimana saro’ conciata da sbattere via, e non senvira’ farmi maschere di bellezza in vero stile Jason di Venerdi’ 13 e tinta ai capelli con colore ambiguo tendente al verde e cura ricostituente.La citta’ è carina e piacevole, per essere una capitale è davvero piccola e ha un numero esorbitante di templi, tutti quanti molto belli. Ne visitiamo qualcuno, gironzoliamo nelle vie della citta’ ma iniziamo ad annoiarci seriamente, quindi un giorno, alla proposta di una signora che ci invita ad un meeting di yoga con tanto di concerto, diciamo subito di si. Oddio, a dire il vero non eravamo interessatissimi, ma quando ci viene spiegato che questo incontro si terra’ nell’albergo piu’ esclusivo della citta’ i nostri due neuroni elaborano subito un unico pensiero: ” Albergo di lusso + meeting = buffet gratis! Quindi risparmio immediato. “ Bene, dovete sapere che una volta arrivati, tutti ci guardavano un po’ dall’alto al basso per via del nostro abbigliamento, diciamo alternativo per non dire da pezzenti, ci registriamo e mentre ci avviamo alla sala dell’incontro gia’ con l’aria soddisfatta di chi avrebbe scroccato alla grande, ci rendiamo conto che qualcosa non torna! Entriamo e con nostro immenso dispiacere ci rendiamo conto che l’unica cosa offerta è acqua! E che il concerto si svolgera’ con una sala praticamente vuota, con una decina di morti in piedi, anzi no seduti, che suonano una specie di musica fusion che, come si dice dalle mie parti, fa scappare le vacche al prato o semplicemente fa venire il latte alle ginocchia…ci siamo intesi?Porca miseria, siamo in trappola e quindi cosa possiamo fare? Iniziamo con l’ascoltare un po’ di musica e di spiegazioni in merito a questo tipo di yoga che aumenta l’autostima in se stessi, il tutto decantato davanti alla foto abbellita da fiori della guru di questo gruppo di infervorati, ovviamente morta! Ma torniamo al problema principale, che fare? Come possiamo svignarcela senza sentirci gli occhi dei pochi presenti addosso? O peggio come possiamo andarcene senza che nessuno ci porga l’invito a rimanere?Dopo due canzoni…Ale: ” Oh, io mi sono rotto le palle andiamocene! Questi sono degli sfigati, ma li hai visti in faccia? “Katia: ” Dai aspettiamo la prossima canzone, fa brutto andarsene adesso! “Ale: ” Non me ne puo’ fregare di meno, ho anche fame e mentre attaccano la prossima lagna io me la filo e tu fai quello che vuoi!”Katia: ” No per favore non mi mollare qua, aspetta ancora un pochino “Ale ( mentre attaccano con un’altra lagna..) ” Cazzi tuoi io me ne vado, non c’è una mazza da mangiare! Ciao “Eccolo che si alza all’improvviso ed io lo seguo a ruota per andare subito dopo ad abbuffarci di pad thai! Eravamo venuti a Vientiane per un motivo particolare, ovvero applicare il visto per l’ India, ma il sentirci rispondere ad ogni domanda in merito con un ” forse ” o con ” penso di si ” ci fa capire che è meglio lasciar perdere, è meglio aspettare la Thailandia!Quindi è giunto per noi il tempo di migrare piu’ a nord verso Luang Prabang il che vuol dire piu’ fresco e montagna!!Prendiamo il bus e le ore sembrano interminabili, ma ecco che all’improvviso il paesaggio cambia. Il piattume del sud lascia spazio a montagne bellissime e con forme da togliere il fiato! Eravamo circondati da queste torri di pietra completamente ricoperte da una fitta giungla…bellissime. Saltiamo Vang Vieng, posto famoso per il tubing, che consiste nell’affittare un salvagente a ciambella e lasciarsi scivolare sull’acqua del Mekong, il tutto condito con fiumi di alcol bevuto nei vari bar lungo il tragitto…ci sentiamo un po’ vecchietti per questo, e poi figuratevi a me quanto me ne puo’ fregare!Continuiamo a contemplare il paesaggio mentre attorno a noi si scatena il festival del vomito…provate ad immaginare… con tutte quelle curve e poi i laotiani non tollerano molto i bus!Arriviamo a Luang Prabang, ormai si è fatta sera e ci incamminiamo verso la zona delle guest house e meraviglia di tutte le meraviglie attraversiamo il famoso night market, un mercatino che occupa un’intera via dove la gente locale, nella totale tranquillita’ vende artigianato fatto di tessuti, abbigliamento e bigiotteria, è il mercatino piu’ caratteristico e meno caotico che fino ad ora abbia mai visto. E qui scatta per me ” il richiamo della foresta “! Non mi importa niente dello zaino che ad ogni passo diventa sempre piu’ pesante, mi importa solo memorizzare nel minor tempo possibile tutte le cose potenzialmente acquistabili! Ecco il mondo perfetto per me dove borse e vestiti sembrano chiamarmi per nome, dove ogni cosa si rivolge a me con tono implorevole ” per favore katia, compramiiii! “. Ma nel mio mondo di shopping sfrenato, dove io sono provata dal peso di tutti i sacchetti ricolmi di ogni ben di dio…irrompe una voce brusca che tuona: ” Katiaaaa, per la miseriaaa, muovitiii! Non è il momento adesso! “E va bhè, sara’ alla prossima, prima il dovere e poi il piacere, o almeno spero! Trovata la camera ci addormentiamo come sassi, non prima pero’ di aver scroccato la nostra dose di wifi da qualche lussuoso albergo! La citta è piccola ed incredibilmente tranquilla, anche i motorini e le macchine che si aggirano per le pigre viuzze sembrano non emanare eccessivo rumore, questo puo’ essere il posto perfetto per fermarsi un po’ piu’ del dovuto. La caratteristica principale di questa cittadina sono gli innumerevoli templi, difatti molti dei templi piu’ antichi di tutto il Laos si trovano qui e lo dimostra anche l’altissimo numero di monaci che si aggira per le strade. La gente è molto cordiale e tranquilla e fatta eccezione per qualche monaco che incuriosito dalla nostra presenza ci pone delle domande, di rado incontriamo persone che attaccano bottone con noi di loro spontanea volonta’, forse perchè sono molto riservati. Visitiamo qualche tempio di maggior importanza ma deciamo che arrivati a questo punto del sud est asiatico, di templi ne abbiamo visti veramente troppi. Incontriamo di nuovo delle ragazze conosciute in Cambogia e trascorriamo con loro gran parte del nostro tempo, e conosciamo anche gente nuova tra la quale anche i primi italiani in vacanza.Io vado anche a visitare delle cascate a pochi kilometri dal centro mentre l’Ale si rilassa spaparanzato a leggere e scrivere. Una mattina mi sono alzata all’alba per assistere ad un rito quotidiano dei monaci, che consiste nel camminare in fila per la cittadina con lo scopo di raccogliere offerte da parte della gente che per lo piu’ consiste in cibo e denaro. Girano scalzi con le loro tuniche arancioni e la loro anfora e sono veramente in tanti. Viene loro permesso di accettare le offerte ma non di chiederle, toccante, ma molto turistico…difatti era pieno di turisti che scattava loro foto da distanze ravvicinate, manco fossero fotografi ad una sfilata di moda. Alcuni monaci pareva apprezzare altri evitavano timidamente i flash. Io ne ho fatta qualcuna, poi quando ho visto come si metteva la situazione me ne sono ritornata a letto!! Dopo una settimana, lasciamo Luang Prabang per recarci a Luan NamTha, un piccolo paesino in montagna piu’ a nord. Per la cronaca, alla fine non ho comprato niente…il pensiero di aggiungere peso al mio zaino mi angosciava.Luang Namtha in sè non ha niente di particolare ma la cosa che la rende cosi’ importante è il parco nazionale dal quale partono tutti i trekking. Noi preferiamo affittare un motorino e recarci a Muang sing un piccolo paese circondato da montagne e scoprire i suoi dintorni imboccando stradine cosi’ a casaccio. Il panorama è veramente bello, fatto di montagne e di km e km di risaie di un verde accecante e una volta arrivati ad un ristorantino della zona veniamo avvicinati da donne locali che insistono nel venderci dal semplice braccialetto fino a strane sostanze psicotrope!! Finiamo addirittura in un piccolo villaggio dove apparentemente non si trovava anima viva, ma alla vista di ” farang ” ovvero stranieri, ecco che da ogni parte attorno a noi vediamo arrivare gente correndo e non contenti ci accerchiano curiosi fissandoci senza proferire parola!! Noi li salutiamo imbarazzati, ma dopo qualche minuto ci rendiamo conto che è meglio continuare la nostra gita in cerca di nuove avventure. Ma il tempo inizia a peggiorare quindi ce ne ritorniamo di fretta e furia a Luang Namtha, prima pero’ diamo un’occhiata veloce al serbatoio…e tutte e due di comune accordo decidiamo che la benzina puo’ bastare…bhè, meno male che c’erano un po’ di discese…altrimenti avremmo fatto parecchi km a piedi!Il visto del Laos sta per scadere ormai quindi decidiamo di recarci a Chiang Mai per applicare finalmente il visto per l’India, sperando che almeno li’ qualcuno sappia dare risposte soddisfacenti a tutti i nostri dubbi. Devo dire che il nord della Thailandia per noi è decisamente migliore del sud, la gente è meno pressante e l’atmosfera è davvero bella, forse è anche per questo motivo che molti stranieri decidono di vivere qui…va bhè diciamo uno dei motivi…l’altro potrebbe essere ” le donne thailandesi “! Troviamo una guest house piccola, in una zona tranquilla e diciamo che la propietaria ci ha conquistato. Appena capisce che siamo italiani inizia ad urlare le poche parole che sa e ridendo come una matta inizia ad offrirci birra e qualsiasi cosa commestibile che le capiti a tiro, senza voler un soldo in cambio, questa si che è ospitalita’! Nell’attesa del nostro visto giriamo la citta’ in motorino, ci rivediamo con Dave, il ragazzo kiwi conosciuto in Laos e cazzeggiamo senza vergogna. Arrivati a questo punto del viaggio, accusiamo un po’ di stanchezza, non abbiamo nessuna voglia di vedere questo e quello, vogliamo solamente goderci il nostro tempo senza fare nulla!! Difatti alla fine rimarremo a Chiang Mai per ben tredici giorni, ma se ci chiedete se abbiamo visto le tigri, o qualche tempio, o fatto trekking, la risposta sara’ ” no! “. Quello che abbiamo fatto è stato solo conoscere gente, tra la quale parecchi italiani, leggere e fare vita da famiglia thailandese…e si, per tutto questo tempo siamo diventati parte integrante della famiglia alternativa di Niky, la proprietaria della guest house, fatta da tanti suoi amici e vicini. Abbiamo capito che adorano sparlarsi dietro tutto il giorno con la brutta abitudine di indicare a volte anche il soggetto in questione , mangiano pietanze buonissime che non sono i soliti noodles, zuppe varie e pad thai e lo fanno per minimo 5 volte al giorno! Noi ovviamente eravamo costretti a mangiare caso contrario si offendevano. Sono pigri da morire e tra di loro si aiutano tantissimo e tante altre piccole cose. Appena arrivava qualcuno con del cibo subito Niky ci chiamava e ci invitava a farle compagnia, suonava un po’ come ” ragazzi a tavola, è pronto! ” e subito dava il via a tutti i suoi spettegolezzi. Diciamo che dopo 13 giorni sapevamo vita, morte e miracoli di tutto il vicinato e non solo…sapevamo anche a che prezzo erano state acquistate tutte le guest house adiacenti la sua e cosi’ via. Ma purtroppo arriva sempre il momento di andarsene e questa volta lo abbiamo fatto con una nostalgia incredibile, mentre tutti quanti ci salutavano abbracciandoci e baciandoci noi avremmo voluto fermarci ancora un po’!! Ma abbiamo un volo che ci aspetta e soprattutto abbiamo avuto la bellissima notizia che è possibile andare anche in Nepal…salvo sorprese all’ultimo minuto!!
Lakatia