L’Erbaluce sbarca a Milano, tra vino e leggenda

Da Bb

Erano anni che sognavo di portare un pezzo della me piemontese nella città in cui vivo ormai da anni.

Per chi ha avuto il “coraggio” di sedersi alla mia tavola e per chi ci segue su questo supporto virtuale, spesso, o meglio quasi sempre, gli ingredienti della mia regione si mescolano tra tradizione e spirito di rinnovamento.

Ma con il vino è diverso. ll vino è espressione della terra e della forza di chi, con caparbietà e passione, rende possibile il miracolo del nettare d’uva. Per questo l’evento di cui vi parlo oggi l’ho desiderato così tanto e per molto tempo e finalmente posso avere la fortuna, grazie al supporto di molti amici che l’hanno reso davvero possibile, di scriverne.

Ho aspettato un po’ a mettere nero su bianco (e colori) le impressioni di quella serata di fine giugno in cui si è avverato il mio piccolo sogno nel cassetto perchè volevo che, una volta finita l’allegra pioggia delle testimonianze esterne (innumerevoli e ringraziamo tutti per questo!) si tornasse a parlare di Erbaluce. E questa volta dal mio punto di vista.

La leggenda

L’Erbaluce di Caluso è uno dei soli sette vitigni italiani il cui nome è indissolubilmente legato al territorio in cui si produce, ovvero il mio Canavese. Il suo nome, evocando sin da subito genesi fiabesca, si deve alla leggenda della ninfa Albaluce.

Si narra che in un tempo lontano le colline lasciate dai ghiacciai che circondano Caluso fossero popolate da ninfe e da dei, venerati dagli abitanti dei paesi che sovrastano. Alba era una di queste ninfe e un giorno, sulla riva del lago di Candia, incontrò il Sole. I due si innamorarono all’istante ma erano destinati a non incontrarsi mai. Complice la Luna che decise un giorno di non lasciare il Cielo in modo che Sole potesse raggiungere di nascosto la Terra ed incontrare l’amata Alba, nacque Albaluce che aveva occhi color del cielo, pelle di rugiada e lunghi capelli splendenti come raggi di sole. La sua bellezza e grazia spinse gli abitanti della zona ad offrirle ogni sorta di dono e omaggio fino a quando i frutti del lago non furono più sufficienti. Privati di ogni sostentamento, gli uomini, cercando nuove terre fertili da coltivare, scavarono un grande canale per far defluire le acque del lago che però travolsero ogni cosa seminando morte e distruzione. Albaluce pianse tutto il suo dolore per l’accaduto e dalle sue lacrime, cadute in terra, si alzarono tralci di vite dai dorati e dolci frutti: era nota l’Erbaluce.

Dalla bella favola del nome (che merita sempre di essere ricordata), veniamo alla realtà del prodotto e della sua festa milanese. Ma partiamo con ordine.

Chi è il vino Erbaluce?

L’Erbaluce di Caluso è una varietà storica piemontese a bacca bianca che viene coltivata in un’area specifica a nord della provincia di Torino in terreni di origine morenica, sciolti, ricchi di minerali. Quello che si ottiene è un vino dal sentore erbaceo che ben si accompagna ad un pranzo estivo sulla terrazza.

Per il suo primo sbarco ufficiale a Milano, abbiamo cercato di evocare la sua origine e rendere omaggio al suo nome: la luce del sole e il suo sapore fresco. Una cena tra “amici” del settore, una chef d’eccezione, che quel territorio ben lo conosce e lo interpreta magistralmente, e una terrazza fresca, aperta, estiva.

Il risultato? Speriamo sia stato il primo di una lunga serie di successi.

Ma fatevi ora passare a presentarvi gli attori principali.

Cominciamo da lui: l’Erbaluce bianco, spumante e passito! E dalla Credenza Vinicola di Caluso, promotrice dell’eccellenza cittadina. E dai produttori:

  • Azienda Vitivinicola Giacometto Bruno
  • Azienda Agricola Orsolani
  • Azienda Agricola la Masera
  • Azienda Agricola Cieck
  • Cantine Crosio
  • Società Agricola Cantine Briamara

Dal mentore di questa iniziativa (sostenuto dalla Banca d’Alba e del Canavese e dalla Fondazione) e relatore  della prima parte della serata dedicata ai più esperti del settore, Domenico Tappero Merlo, sommelier e referente Ais, nonchè grande appassionato del territorio canavesano, come me, più di me. Fino ad arrivare a Mariangela Susigan del Ristorante Gardenia di Caluso, “stella” all’occhiello della ristorazione cittadina, nonchè grande amica. E per finire i ragazzi di Honest Cooking che hanno tessuto le fila di questa serata a cui va il mio ultimo, ma non meno sentito grazie.  

Come dicevamo, la serata ha visto una prima parte più tecnica a cui hanno fatto seguito le tre declinazioni del vino abbinate ad un percorso gastronomico del territorio rivisitato con sapienza in chiave street-style da Mariangela.  

Fermo qui il mio fiume di parole e lascerò le immagini gentilmente scattate da Danila parlare di Erbaluce a Milano #erbaluceMi. Buon viaggio.

  

La strada verso l’Expo è ancora lunga. L’importante era partire. E l’abbiamo fatto. Le porte sono aperte per tante nuove sfide.

Del resto un vino nato dalla sfida più grande, far incontrare il Sole e l’Alba, potrà mai tirarsi indietro? 

 


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :