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Oggi tutti possono fare e distribuire pornografia; la diffusione è “orizzontale”, frutto di uno passaggio da produttore amatoriale a consumatore. Non è un caso che il genere più richiesto sia proprio quello a carattere “casalingo”, dove l’atto sessuale non è condizionato ma in presa diretta. La pornografia non è in crisi: è in crisi il cinema porno italiano. E’ ampiamente finita l’epoca delle forti individualità - Moana e Cicciolina su tutte - e del “genio” imprenditorial-mediatico di Riccardo Schicchi. Senza dimenticare l’apporto tecnico di registi “all’antica” come Joe D’Amato che hanno avuto una lunga carriera nel cinema degli anni 70. Ed è finita l’era delle provocazioni, della critica alle ipocrisie della società italiana, semplicemente perché le nuove leve non sono all’altezza di poter “ordire” nulla di provocatorio, nonostante le condizioni sociali e politiche ideali. L’Italia di oggi non è certamente migliore di quella degli anni 80 quando Cicciolina veniva eletta nelle file dei Radicali o fondava – con Moana – il cosiddetto partito dell’Amore. La Staller fu capace di prendere 20 mila preferenze nel 1987, e di essere seconda – per numero di voti – al solo Pannella. La candidatura non fu frutto del caso ma, come spiegò la stessa pornostar durante uno dei fili diretti organizzati da Radio Radicale, il risultato di una “affinità elettiva”: i radicali venivano definiti “trasgressivi” e capaci, nonostante l’esiguo numero, di farsi portatori di tesi rivoluzionarie, “eversive”, in un’Italia ancora terribilmente bigotta e ipocrita come quella degli anni 70/80.Basterebbe leggere alcuni interventi di Cicciolina a Montecitorio. Rivolgendosi agli altri deputati, ed in particolar modo a “cicciolino Andreotti”, denunciava 25 anni prima di Grillo la ripetitività delle formule di governo: “C'è sempre Gava, c'è sempre Mammì, c'è sempre cicciolino Andreotti. Siete sempre gli stessi, e la cosa più grave è che anche i problemi sono sempre gli stessi, ma voi fate finta di niente e continuate a chiedere voti. Gli anni passano e le vostre facce restano. Le facce di chi avrebbe potuto fare e non ha mai dato, di chi è sempre stato sospettato ma non è mai stato condannato, di chi si fa schiaffeggiare con finta tolleranza, di chi ha sempre promesso e non ha mai mantenuto”. Cicciolina e Moana (in politica) sono state viste come una sorta di antropoformizzazione del malcostume e della corruzione italiana. Relativamente a Moana c’è poi stato un disgustoso processo di canonizzazione post mortem, che non ha colto la capacità di rottura del personaggio. Moana era donna intelligente, relativamente colta, capace di parlare un buon italiano, terribilmente fredda sul set ed è forse anche vero che abbia fatto più pubblicità a se stessa che al porno. Ma è indubbio il suo ruolo nello sdoganamento della pornografia e in una, purtroppo, non compiuta mutazione dei costumi.
Peccato che l’eredità “rivoluzionaria” di Moana e Cicciolina sia stata dilapidata dalle cosiddette “eredi”, le quali, per egoismo o evidenti limiti propri, non sono riuscite ad andare oltre la rappresentazione filmata dell’atto sessuale (venendo in questo spesso scavalcate dalle più disinibite colleghe dell’est). Non a caso tutte coloro che si sono cimentate in campi estranei al porno hanno fallito. Basti pensare a Milly D’Abbraccio o Luana Borgia, che in tempi recenti hanno tentato l’ingresso in politica salvo poi essere costrette ad una precipitosa ritirata fino ai limiti dell’escorting. Moana voleva diventare famosa e lasciare un segno: si può dire che ce l’abbia fatta, nonostante la morte prematura, senza avere il tempo lei stessa di capire cosa avrebbe fatto “da grande”. Di sicuro pare difficile vederla nei panni di escort o tenutaria di club privè al pari di quelle colleghe che il giorno dopo la sua morte già pensavano di poterne prendere il posto nel cuore degli italiani.
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COMMENTI (1)
Inviato il 28 gennaio a 20:47
Al tempo si poteva esclamare " belin che Bernarda.." qui al plurale ....arde.. " oggi le tecniche politiche fanno venire le " palle d'oca ma come le palle esposte al freddo.." :-) nulla tecnicamente stringe, ma carnevale è alle porte..e le MASCHERE sono sempre uguali anche chi le indossa con "diversi " vestiti.. Morando