Migliaia di metri quadrati, superfici costruite, cementate, parcheggi, prefabbricati, svincoli per aree industriali, artigianali o commerciali dismesse o abbandonate.
Sull'euforia edilizia degli anni 80, 90 e 00, fino a poco prima dell'avvento della crisi i margini delle città e dei paesi si sono riempiti di grandi quantità di cemento. "Speculazione edilizia" a parte, la voglia di costruire si è allargata ben oltre le reali necessità, producendo una galassia di "non luoghi" in rapida espansione.
Poi la crisi incombe: i centri commerciali falliscono, e là dentro supermercati e showroom chiudono, negozi e spazi commerciali rimangono abbandonati. Segni di un'utopia economica di breve durata, questi scheletri ingombranti non si dissolvono con altrettanta velocità. Il contenuto svanisce ma il contenitore no: metri cubi inutilmente sottratti alla collettività, velocemente riempiti e adesso vuoti come mai. Tristi, ricoperti di cartelli "vendesi" e "affittasi".
Cadaveri d
avanti ai nostri occhi, a volte immensi. Ormai fatiscenti, nuovi già vecchi, svuotati di vita e di funzione, tracce eterne di un'umanità troppo ansiosa di espandersi, e troppo fiduciosa in se stessa. Cercateli, ne troverete ovunque.(ispirato da: http://www.ilpost.it/2013/10/21/padania-minelli/)