Charlie Chaplin prendeva in giro anche Hitler: è Chaplin che ci manca tanto, di dittatori oggi ce ne sono troppi
Cattedrale e Battistero tutelati, Madonna della Neve no. Perché? Ci vuole la lotta di classe anche tra Duomo e Santuario?
English: Statue of Our Lady of Snow, sactuary in Bordolano, province of Cremona, Italy Italiano: Statua lignea della Madonna, santuario della Madonna della Neve a Bordolano (Cremona): potremmo non vederla più grazie alla Stogit
English: Internal of sanctuary “Madonna della Neve” in Bordolano, province of Cremona (Italy) Italiano: Interno del santuario della Madonna della Neve a Bordolano (Cremona)
Il Piano di Governo del Territorio del Comune di Bordolano è sottoposto al Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp): Luisa Pea nelle sue osservazioni al Pgt di Bordolano lo fa notare sin dall’inizio. Non si capovolgano le priorità stabilite dal territorio. No, non si squartino il terreno agricolo, il paesaggio, la natura del territorio per imporre una scelta totalmente diversa in zona soggetta a pericolo sismico e per sconvolgere follemente, tragicamente, diabolicamente, dalla piccola ma economicamente potentissima Bordolano, gli orientamenti che il Ptcp ha letto palmo a palmo sul territorio proiettandoli verso l’avvenire, la sua agricoltura, la sua storica e vivente vocazione verde.
English: Sanctuary “Madonna della Neve” in Bordolano, province of Cremona (Italy) Italiano: Santuario della Madonna della Neve a Bordolano (Cremona)
Il Pgt è l’ex piano regolatore comunale, mentre il Ptcp è il piano regolatore provinciale. In questo caso il Pgt viene considerato – grazie ai capitali e agli interessi privati di Stogit (gruppo Eni, gruppo capitali nostri pericoli vostri, gruppo sindaci che firmano e fanno carriera) – molto più importante del Piano regolatore provinciale (Ptcp). Un’operazione dunque illogica, contro natura in tutti i sensi, e contro la politica naturale del libero Comune dei cittadini di Bordolano, oggi sequestrano dal fenomenale Diego Bottini (forse immensamente dotato di virtù teologali anche lui, come Amore). Amore e Bottini (sinonimo di refurtive, ehilà, che cognome autosatirico mister sindaco!).
Il testo di Luisa Pea è un gioiellino di rispetto del territorio, un bel testo di cultura giuridica e politica, semplice ma limpido, ispirato dal rispetto del territorio e dalla naturale proiezione economica che ne può venire senza dissestare i Piani di Dio come vuol fare il teologo ma finto super-uomo Amore, che intende superare l’Onnipotente, la Storia, la Divina Ratio, la Provvidenza, tutto, per il Bene Privato della Stogit gruppo Eni!
Luisa Pea: il suo testo è allegato qui. Scaricatelo e leggetelo, è un amore di testo. Una delizia, una gioia per gli occhi stanchi delle balle della tv Monti Monti Monti, una felicità per chi ama la bellezza della campagna, delle biciclettate per i campi, delle visite ai luoghi storici dei nostri paesi. Luisa Pea, ovvero Erin Brockovich!
Luigi Amore ha iniziato da sindaco stucchevolmente firma-stoccaggi la sua brillante carriera politica che l’ha portato all’assessorato delle Politiche sociali del Comune di Cremona, e purtroppo Amore è oggi assessore anche a Bordolano: doppia carica assai discutibile: non c’è incompatibilità per legge, ma perché la stessa persona s’improvvisa assessore di due Comuni con tutti i gravi problemi che entrambi gli assessorati presentano? Come fa Amore? Delega? Sì, alla chiesa cremonese, alla parte di chiesa che vive di cooperative, di mondo non ciellino, col consenso del Pd dell’azionista cattolico Daniele Burgazzi, segretario cittadino. La carambola Pd-ex Pdl-poteri cattolici éclate dans le livre ciel de la politique européenne, monsieur et madame: cioè splende nel libero cielo della politica europea, manca solo che lo dica l’imbonitore, proprio perché tutto va tenuto segreto, se no forse spunta qualcuno, come a Capriano del Colle (vivace provincia di Brescia, non suddita Cremona), che chiede il referendum comunale consultivo. Che cattiveria, eh? Un referendum!
Luisa Pea ricorda che prima viene la legge regionale numero 12 del 2005, dove l’articolo 18 (riecco l’inopinato spettro) proclama chiaro e tondo che:
Art. 18. (Effetti del piano territoriale di coordinamento provinciale)
1. Le valutazioni di compatibilità rispetto al PTCP, sia per gli atti della stessa provincia sia per quelli degli enti locali o di altri enti, concernono l’accertamento dell’idoneità dell’atto, oggetto della valutazione, ad assicurare il conseguimento degli obiettivi fissati nel piano, salvaguardandone i limiti di sostenibilità previsti.
2. Hanno efficacia prescrittiva e prevalente sugli atti del PGT le seguenti previsioni del PTCP:
a) le previsioni in materia di tutela dei beni ambientali e paesaggistici in attuazione dell’art. 77;
b) l’indicazione della localizzazione delle infrastrutture riguardanti il sistema della mobilità, qualora detta localizzazione sia sufficientemente puntuale, alla scala della pianificazione provinciale, in rapporto a previsioni della pianificazione o programmazione regionale, programmazioni di altri enti competenti, stato d’avanzamento delle relative procedure di approvazione, previa definizione di atti d’intesa, conferenze di servizi, programmazioni negoziate. Il piano individua espressamente le previsioni localizzative aventi tale efficacia. In caso di attribuzione di efficacia localizzativa, la previsione del piano, oltre che prescrittiva nei confronti della pianificazione comunale, costituisce disciplina del territorio immediatamente vigente, ad ogni conseguente effetto quale vincolo conformativo della proprietà. Detta efficacia, e il connesso vincolo, decade qualora, entro cinque anni dalla definitiva approvazione del piano, non sia approvato il progetto preliminare dell’opera o della struttura di cui trattasi. In tal caso, la previsione localizzativa conserva efficacia di orientamento e di indirizzo fino al successivo aggiornamento del piano;
c) la individuazione degli ambiti di cui all’articolo 15, comma 4, fino alla approvazione del PGT;
d) l’indicazione, per le aree soggette a tutela o classificate a rischio idrogeologico e sismico, delle opere prioritarie di sistemazione e consolidamento, nei soli casi in cui la normativa e la programmazione di settore attribuiscano alla provincia la competenza in materia con efficacia prevalente.
Col rischio sismico dunque non si scherza. Luisa Pea ricorda le priorità di legge, ancora non osservate. Il Pgt nel Ptcp non rientra ancora. Ma il Pgt sconvolge il Ptcp perché dà agli interessi economici un’importanza largamente prevalente, non prevista dal Piano territoriale di maggiore importanza giuridica. Non dovrebbe essere Bordolano a dettar legge alla Provincia di Cremona, al Parco Oglio Nord e alla Lombardia, ma viceversa! Eppure a Bordolano si vive a testa in giù, con leggi proprie, diverse da quelle del territorio, si procede allegramente nel mondo all’incontrario. Amore, Bottino e fantasia per fregarci il territorio.
Luisa Pea rimette sui piedi la dialettica capovolta di Luigi Amore e Diego Bottini (è lui, Diego Bottini, non Bottino, che lapsus, bisognerà scusarsi! è Bottini il sindaco bordolanico d’oggidì).
Il mostruoso stoccaggio si ingoia d’un sol boccone 188.505 metri quadrati di prezioso terreno agricolo, distruggendo secoli di storia! E proprio lì, dove il rischio sismico alligna come la gramigna, perché Capriano del Colle, epicentro di orrendi terremoti (fu distrutta Brescia, Brescia, leggesi sui testi storici, non so Luigi Amore neghi la storia [nemmeno Dio può cancellare il passato, diceva Sant'Agostino]) è a quattro passi. E’ questo il futuro della prossima generazione, dunque? Vivere con una bomba sotterranea accanto a una zona sismica tenuta sotto studio dall’università di Brescia e dai sismologi italiani?
Ma che mondo è questo? Non viviamo sul pianeta Terra ma nel meraviglioso Luna Park di Bordolano! Bene! Luigi Amore intona il peana del gas eterno e la marcia verso le conquiste economiche dell’Eni, società abituata a mandare all’aria mari e continenti, a vincere appalti in Iraq, a giocherellare col pianeta Terra con arte meglio ancora di Charlie Chaplin nel film Il Grande Dittatore!
Ma la cascina Colombara, ricorda Luisa Pea, che ne faremo della Colombara, briciole e polvere? Dunque gas! La Colombara appare sulle mappe dal 1560. Non ha più alcun valore? La Dea Ruspa primeggia anche sulla religione cristiana studiata dal teologo Amore? Non c’è più religione! Persino la strada funzionale al cantiere è in contrasto con uno storico passaggio ciclo pedonale protetto dalla legge, scrive Luisa Pesa. Ma che importa quel passaggio se vogliamo vendere gas metano, par che si sghignazzi alla Stogit! Il governo Monti ha imposto le grandi goduriose strategie autorizzando allegramente Eni “nell’interesse nazionale”. Ma non ci ha informato: anche questo era interesse nazionale, curiosamente nostro. Ci hanno rubacchiato un diritto! Ridateci il nostro diritto di dire no! Di salvaguardare Madre Natura dalla dilaniazione dell’Eni! Non viviamo nella provincia di Stephen King City dove qualunque folle mostruosità può capitare da un giorno all’altro con la benedizione di un Dio impazzito!
Luisa Pea aggiunge anche che il Santuario di Santa Maria della Pieve nemmeno è indicato, nel Pgt dei grandi guadagni della Stogit gruppo Eni gruppo ti saluto storia, ambiente, terreno agricolo, salute, vita, grazia e bellezza. Vorranno abbattere pure il Santuario?
Dovrà venire la Madonna a fermare quei macchinari mostruosi, visto che nessuna autorità dice niente di niente? Nessuno ha sbranato i santuari cremonesi con tanta sicumera, fino ad oggi! Ci voleva l’Eni di Berlusconi, Scaroni, dei patti con Putin ecc. ecc. La Chiesa impone le politiche cremonesi ma il santuario degli antichi contadini lo buttiamo giù perché disturba l’Eni? Ma questo è il dio Baal, non Gesù Cristo, questo è il dio che esigeva sacrifici umani!
Sì, ce l’hanno spiegato – ma non il governo che nessuno mai, tanto meno Berlusconi, qui mandò a far luce sui piani internazionali che passan per Bordolano, apripista di una valanga di stoccaggi tutti fatti fra Cremona e Brescia – ce l’hanno spiegato che l’Italia cerca di ospitare tanti allegri centri di stoccaggio di gas per poterlo commerciare, e quindi calmierare i prezzi, dunque senza dipendere del tutto dai Paesi fornitori (Russia, Norvegia, paesi africani). D’accordo, ma perché tutti gli stoccaggi si devono fare proprio qui? E proprio nelle zone sismiche? Che scelta è? E la quella vecchia sciocchezza idiota chiamata “programmazione”? Dov’è il senno di questi grandi fenomeni del mercato internazionale dell’energia? Non resta che Luisa Pea, con le sue purissime osservazioni al Pgt. Una donna contro un mostro orrendo!
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