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L’eroe – Achille Campanile

Creato il 06 febbraio 2012 da Maxscorda @MaxScorda

6 febbraio 2012 Lascia un commento

L'eroe
Esegesi dell’eroe. In parole povere cosa rende eroe un eroe?
In parole ancora piu’ povere: "se Pietro Micca avesse dato fuoco alle polveri ma  queste, essendo bagnate, non fossero esplose e lui non fosse morto, nessuno lo considererebbe un eroe". 
Campanile, citato, saccheggiato, riprodotto, replicato, scrittore, giornalista e commediografo ma sempre e comunque fine umorista.
Lo definisco di vecchio stampo ben inteso in riferimento ad una matrice culturale oramai perduta che si conserva nella memoria di un’ultima generazione, la mia dei nati negli anni ’60, che ancora ricorda un certo tipo di televisione legata ad un teatro e avanspettacolo nei suoi grandi interpreti nell’ultima rinascita televisiva prima dell’oblio.
Ecco quindi che leggere Campanile e’ ricostruire mentalmente una palco e piazzare quei protagonisti brillanti che il tempo non ha ancora cancellato del tutto e che purtroppo ora giacciono nel polveroso repertorio delle videoteche.
Nella moltitudine di invenzioni, calembour, situazioni paradossali ma non troppo, scambi di battute al fulmicotone nella miglior tradizione della commedia all’italiana,
In tempi assolutamente non sospetti, oserei dire pericolosi considerando il periodo, la meta’ degli anni ’70 quando la "cultura" dominante non aveva dalla sua solo i media ma anche le pistole,  Campanile se ne esce irrorando di ridicolo la sagra delle celebrazioni postbelliche, occasioni nelle quali i vincitori gonfiano il petto non tanto nel ricordo dei morti quanto nel biasimo dei perdenti, critica per niente velata nella celebrazione di eroi quando l’idea stessa di eroe e’ tutta da definirsi perche’ capiamoci, nella retorica di chi celebra "non basta l’atto, occorre l’effetto".
Quando poi Campanile ricostruisce in vitro una mini realta’ socialista con i suoi commissari, le sue celebrazioni, i suoi riti e le sue purghe si sfiora l’eterno anatema, in parte avvenuto, in parte evitato con la scomparsa dell’autore l’anno seguente, che fa di questo libro il suo ultimo in vita e impagabile testimonianza.
Autore da recuperare, eroe egli si di una cultura libera e liberale ancora in grado di colpire con intelligenza maestra l’altrui banalita’ specie quando la si maschera di ridicola superiorita’.
"Inneggiare ad uno perche’ il caso l’ha prescelto fra quelli da colpire, e’ ingiusto.
Egli non ha maggior merito del suo vicino di trincea, che e’ risparmiato dal destino e resta illeso.
Percio’, la mia maggior compassione, va a chi e’ rimasto vittima di una banale disgrazia."


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