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L’eroica farsa del neo Cesare Battisti

Creato il 22 giugno 2011 da Maurizio Lorenzi

Pubblichiamo questo interessante articolo a firma di Ennio Di Francesco.  www.enniodifrancesco.it

L’eroica farsa del neo Cesare Battisti

Lo scrivemmo. Le diplomazie avrebbero scandito litanie di vasellinata durezza e i cavilli giuridici avrebbero coperto con ipocrite lucrose esigenze di realpolitik quelle dell’anemica giustizia, nostrana e internazionale. Il senso delle cose ora traduce direttamente al cuore della gente il tragico squallore della vicenda e contribuisce a far capire, se ancora bisogno ci fosse, quali abiette persone si preparavano negli anni di piombo ad abbattere con l’odio e col sangue la nostra democrazia. Anche lui, il rivoluzionario indegnamente omonimo del patriota risorgimentale impiccato dagli austriaci perché lottava per costruire l’Italia. Il rapinatore borgataro di Latina arruolatosi in carcere tra i “proletari armati per il comunismo” che pianificava coi compagni le uccisioni di pericolosi “imperialisti”: come Lino Sabbadin il proprietario di una piccola macellerai che vendeva coratella e bistecche in un quartiere vicino Venezia e l’orefice Pierluigi Torregiani che in un negozio di Milano trattava anelli e collanine per la comunione. Eroica strategia da Robin Hood! “Uccisi perché emblema di un legame tra la borghesia e lo Stato a difesa della società capitalista contro i proletari- rivendicarono nei volantini- come segnale di solidarietà alla piccola malavita che con le rapine porta avanti il bisogno di giusta riappropriazione del reddito e rifiuto del lavoro”. E che coraggio per questi “rivoluzionari” uccidere in agguati i più “visibili servi in divisa”: come a Udine il maresciallo delle guardie carcerarie Antonio Santoro e vicino Milano l’agente di polizia Andrea Campagna. Secondo i magistrati avrebbe sparato lui stesso alle spalle di questo ragazzo del sud che chiacchierava col futuro suocero, un calzolaio “imperialista”! Una volta catturato, riesce a evadere grazie a un “assalto proletario” dalle carceri vicino casa, a Frosinone, e riparare nella Francia dell’ospitale “dottrina Mitterand”! Che vita penosa, adattarsi ad ostriche, beaujolais e foi gras. In compenso scrive libri della “série noir” che gli portano successo e disprezzato vile denaro! Ma cambiata la dottrina d’oltralpe, dopo che anche la giustizia francese ha riconosciuto che i processi fattigli sono corretti, lo vogliono estradare? Allora a che valgono le relazioni colte, si dice anche della potente “madame” Carla? S’invola indisturbato al di là dell’oceano su spiagge dorate di Messico, Brasile. “Primula rossa” inseguita dal mandato internazionale, osano prenderlo e vogliono sia estradato anche da qui? Ma il mondo deve sapere che lui è un perseguitato e che l’Italia patria di Cesare Beccaria è il luogo delle torture: “ Se vado nel mio paese sarei assassinato” piagnucola eroicamente e si aggrappa al ministro brasiliano Genro: “ che ha sofferto la repressione e non accetterà i sotterfugi del governo italiano per falsificare il carattere politico del processo contro di me”. Povero esule perseguitato! Ora che la spietata italica giustizia ha liberato quasi tutti i terroristi, persino stragisti e ergastolani, di destra e sinistra, assassini di magistrati, tutori dell’ordine, giornalisti, cittadini comuni e politici come Aldo Moro, il nuovo eroe dei due mondi teme che qualcuno attenti alla sua vita! Forse qualche familiare degli “sporchi nemici imperialisti”; forse Alberto, il figlio dell’orefice Torregiani dalla sedia a rotelle, dov’è dal 1979 a causa sua! Lui, questo “sbruffone, arrogante e insopportabile” ( così lo definisce il suo ex complice Arrigo Cavallina condannato per concorso nell’omicidio del maresciallo Santoro che scontata la pena si é dissociato dal terrorismo) potrà per eroica paura restare in Brasile magari a Copacabana, grazie al sinistramente generoso Lula. Che pietas! Gli Italiani ringraziano. Lo avevamo scritto. Così è stato.

 

Cesare Battisti (Sermoneta, 18 dicembre 1954) è un ex terrorista e scrittore italiano. È stato condannato in contumacia all’ergastolo, con sentenze passate in giudicato, per aver commesso quattro omicidi in concorso durante gli anni di piombo. La prima fase della sua latitanza venne trascorsa in Francia, dove beneficiò a lungo della dottrina Mitterrand. Arrestato in Brasile nel 2007, Battisti è stato detenuto in carcere a Brasilia fino al 9 giugno 2011. Il 31 dicembre 2010 il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva annuncia il rifiuto dell’estradizione in Italia. Della questione viene investita la Corte costituzionale brasiliana che l’8 giugno 2011 rifiuta definitivamente l’estradizione. Battisti dopo la sentenza viene scarcerato, è attualmente in libertà.


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