Magazine Cultura

L’Erostrato di Sartre

Creato il 04 ottobre 2010 da Andreapomella

L’Erostrato di Sartre“Gli uomini, bisogna vederli dall’alto. Spegnevo la luce e mi mettevo alla finestra: essi neppure sospettavano che si potesse osservarli dal disopra. Curano la facciata, qualche volta la parte posteriore, ma tutti i loro effetti son calcolati per spettatori d’un metro e settanta. Chi ha mai riflettuto sulla forma d’un cappello duro visto dal sesto piano? Gli uomini dimenticano di difendere spalle e crani con colori vivi e stoffe vistose, non sanno combattere questo grande nemico dell’umanità; la prospettiva dall’alto”. Questo è uno degli incipit a mio giudizio più deflagranti dell’intera storia della letteratura. È tratto dall’Erostrato di Sartre, un racconto che compare nella raccolta Il muro. È la storia “alla Dostoevskij” di un intellettuale e voyeur all’ultimo grado del mondo che per affermare il suo rifiuto degli uomini spara tra la folla. Come l’omonimo pastore di Efeso che per immortalare il suo nome incendiò il tempio di Artemide, l’Erostrato di Sartre è accecato dal potere della rivoltella e dalla smania di compiere un gesto sensazionale che lo renda celebre fra gli uomini. I cinque racconti che compongono la raccolta de Il muro furono pubblicati da Sartre nel 1939. La distanza storica ci appare oggi stupefacente, considerata l’assoluta modernità di un tema come quello trattato in Erostrato. Questo è un racconto che mi ha inseguito a lungo, al quale ho dedicato lunghi studi e riletture critiche, che ho sviscerato parola per parola come non mi è più capitato con nessun altro testo letterario. E ciò nonostante non ha smesso di avere su di me quella luce, quell’originale forza di seduzione, con la quale mi ha abbagliato tanti e tanti anni fa. A volte penso che se è davvero possibile scrivere il racconto perfetto, quello in cui ogni frase è essenziale, dove non c’è una sola parola, un solo aggettivo pletorico, dove la condizione umana viene svelata in tutta la sua desolazione, allora Erostrato è, per quanto mi riguarda, un racconto perfetto.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog