Clap clap clap. Mi tolgo il cappello, faccio l'inchino e continuo ad applaudire. Questo è un capolavoro, anche se rivisto sei o sette volte. Non può stancare nessuno, non può annoiare, non può non piacere. Non serve neanche che lo dica io. Fa parte di una di quelle idee innate che stanno dentro ciascuno di noi. E' tra i miei film da incorniciare per molti suoi aspetti: è un film di fantascienza, in parte distopico (ok, qui sono di parte) e c'è il tema del viaggio nel tempo. Ingredienti che se cucinati a dovere saranno in grado di creare un piatto unico da leccarsi i baffi. Senza poi contare chi è che ci ha messo le mani. Partiamo dalla regia: Terry Gilliam. Forse non un nome altisonante, ma uno tra i miei preferiti (Tideland, Monty Python, La leggenda del re pescatore, paura e delirio a Las Vegas...). Tra gli attori un certo Bruce Willis, nei panni dell'ero, ma non troppo rambizzato. Anzi spesso soffeente ed in confusione. Ma la perla sta in Brad Pitt: l'interretazione del matto è da premio Oscar. Come smatteggia lui c'è solo Jack Nicholson. Entra nella parte dello sclerato in modo sublime, e gli applausi iniziano proprio in quel momento. Le immegini e la fotografia sono un altro aspetto da non sottovalutare. La desolazione del futuro, gli animali allo stato brado, la solitudine e l'eco nelle grandi città.
Ho cercato di catalogarlo come fantascientifico e distopico, ma è molto di più. Già il fatto che sia stato introdotto il viaggio nel tempo lo rende ancora più curioso. E' possibile cambiare il passato oppure la nostra stessa presenza nel passato contribuirà alla creazione del presente? I paradossi non si sprecano e nel film non viene trattato niente superficialmente e riesce in questo intento pur non essendoci nessun tipo di base scientifica. Si crea un ciclo temporale chiuso in cui il protagonista da bambino vede se stesso adulto morire (senza saperlo). Il viaggio nel tempo viene fatto punto e basta. Ma finisce qui? No assolutamente. Una spruzzatina di quello, una spruzzatina di quest altro ed ecco che spunta fuori la pazia. Il mondo dei matti, delle allucinazioni, dei dubbi di chi si sente normale, ma non è detto che sia così. Anche la visione disperata ed apocalittica è ben congegnata e l'inferno che vediamo è da paura.
Tutta la pellicola è fenomenale, da vedere, dubito che qualcuno non lo abbia ancora fatto, ma continuo a consigliarla.