Ho scoperto di essere una persona “pericolosa”, è stata una rivelazione molto forte per me e che mi ha parecchio sorpreso perché se ho tanti difetti, di certo l'essere aggressiva non è uno di quelli.
Il Fatto.
Siamo al secondo appuntamento, ore 16:30 dal dentista. Io sono tranquilla, Cestino anche. La scorsa volta c'era stato un nulla di fatto, oggi speriamo di fare meglio. Ieri sera abbiamo anche giocato un po' a curarci a vicenda, e ora siamo qui entrambi sorridenti. Ci chiamano quasi subito ed entriamo."Cestino ora chiudi gli occhi, apri la bocca e non ti muovere che ti spruzzo il liquidino magico", ovvero nel linguaggio dei grandi, "Facciamo l'anestesia". Primo punto ok. "Ora mi sposto un po' tu sempre a bocca aperta", secondo punto ok.
Lui alza una manina, come gli è stato detto di fare, se vuol dire qualcosa: deve far pipì. Ok ci sta, andiamo e torniamo in un attimo e inizia il dramma, perché di star fermo ora non se ne parla più. La dentista e la sua assistenza iniziano a spazientirsi e ad alzare la voce. Più lo fanno, più lui si muove. Sto lì e osservo, non voglio disturbare: mi hanno detto che loro hanno un metodo pediatrico e non vorrei interferire. "Guarda che se non apri la bocca Babbo Natale non ti porta nulla". Questo è il metodo, tale e quale a quello che uso io, per fargli rimettere in ordine i giocattoli, inutilmente tra l'altro! Lui inizia a piangere e vuole che mi avvicini, lo faccio e gli prendo la mano, poi tutto avviene molto velocemente ed io non ci capisco più niente. Lui piange sempre più forte, l'assistente lo tiene e la dentista finisce questa benedetta anestesia, io mi sposto all'improvviso e dico "No, mio figlio qui con la forza non lo tengo". Lo dico forte, deciso, senza possibilità di replica. L'assistente si butta all'indietro sulla sedia e scuote la testa, l'altra infastidita toglie cuffia e mascherina e li lancia sul tavolo. Poi mi guardano entrambe in cagnesco e iniziano a disapprovare il mio comportamento che, secondo loro, le ha screditate davanti ai suoi occhi. Lì per li ascolto, smarrita più di mio figlio, mi sento quasi in colpa, poi inizia a succedermi una cosa strana: un forte calore s’irradia ai miei piedi e sale su su per tutto il corpo, fino alla pancia, sento che sta per succedere qualcosa di brutto e provo a fermarlo, ma lui arriva dritto dritto alla testa, esplode fuori e a me parte la briscola! Il mio linguaggio non è scurrile, io non dico parolacce, sono abituata a lavorare con le parole e so mandare a fanc..o con la stessa tonalità con cui dico "bella giornata!" , però sono una tigre inferocita e, anche se con educazione, non mi risparmio.Mi viene data dell'ansiosa, di quella che tiene il figlio in una campana di vetro, di non fargli vivere le sue esperienze e di prendere decisioni solo per il mio benessere e non per il suo, da una persona che mi ha visto due volte. Non m’importa in realtà ma poi arriva il famoso colpo di grazia e non c'è più spazio per altro. "Io capisco subito i bambini e so che da suo figlio non otterrò collaborazione usando modi gentili, con lui io devo forzare la mano e spaventarlo un po' per costringerlo ad ascoltare". Questo è il suo metodo (pediatrico): occhi chiusi, velate minacce, qualche urlo, un po’ di forza e se hanno la meglio, il premio finale. Le mie orecchie hanno sentito abbastanza e al diavolo l'educazione: me ne frego del suo camice bianco (che, se poi vogliamo fare una sfilata io, posso mettere la toga!), ed anche del suo curriculum che continua a sciorinare da mezz'ora, (si hai lavorato al Mayer ho capito!), dei suoi metodi e per fino delle sue diagnosi.Sai che c'è dottoressa? Che le tue parole sono piene di teoria ma tanto pratica non ti vedo e mio figlio non lo tocchi più. Tu non vuoi avere a che fare con le mamme (ti complicano il lavoro), ma se hai a che fare con il bimbo anche la madre ti tocca, non c'è verso.Nel frattempo l'anestesia ha fatto effetto, lui innervosito si è mordicchiato le labbra ed è iniziato a uscire sangue, chiede un premio, quello che viene dato a ogni seduta, ma lei, l'avevo detto l'altra volta, ha la supponenza (anzi oggi è superbia) di chi sa, e gli dice no "Perché non sei stato bravo".Non dottoressa, lui non è stato bravo e di sicuro nemmeno io, ma tu sei stata pessima e comunque alla fine lui ha solo tre anni e con il tempo può migliorare. Lui.
La conclusione
Quello che è successo oggi mi ha lasciato un grosso stordimento, non avevo mai provato una sensazione negativa così forte, non avevo mai reagito così e ne ho timore. Ho sempre pensato che Piky fosse una buona, ma di certo non sapevo che per Mamma Piky non è così, e che potrei diventare l’anticristo se qualcuno mi tocca i figli. Ho scoperto di avere il ruggito della mamma tigre, per di più italiana, che secondo me è la specie più pericolosa.