Magazine Diario personale

L'esperienza sociologica dell'autobus

Creato il 22 luglio 2011 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
Intendiamoci, tutte le città sono dotate di casi umani e, in particolare, più grande è il centro urbano, più ce ne sono. Ma a mio parere Trieste ha un valore aggiunto: la città con la popolazione più vecchia d’Italia, infatti, regala grandi emozioni, soprattutto sui mezzi pubblici.
Sei lì, alle 8 e mezza del mattino, pronto a iniziare una nuova giornata. C’è chi deve andare al lavoro, chi a scuola e chi, magari, sta ripassando mentalmente tutto quello che ha studiato la sera prima per l’esame di storia contemporanea. Sei seduto in autobus, vicino alla porta d’uscita: hai l’iPod a palla e non ti preoccupi di ciò che sta intorno. E sbagli.
Sbagli perché se tu sei seduto, anche in un autobus mezzo vuoto, la persona anziana che salirà si metterà esattamente di fronte a te, guardandoti con occhi languidi, facendoti sentire un giovane scapestrato senza rispetto per le persone più grandi. Insomma, la nonnina appena entrata sul bus si fa spazio sul corridoio e si piazza vicino al tuo sedile: lì, in piedi, continua a fissarti perché hai uno strappo sui tuoi jeans e i Sex Pistols che ti stanno violentando i timpani talmente è alto il volume.
Tu non te ne curi, perché ingenuamente pensi che se volesse sedersi potrebbe farlo in uno di quei sedili liberi, peraltro fatti apposta per le persone anziane con problemi di deambulazione. Ma la nonnina non desiste, continua la sua opera di lotta psicologica. E dopo l’attacco passa anche a livelli più fisici, quando inizia a tossirti in testa.
Vedi la tua fermata, finalmente potrà finire il “viaggio della vergogna” in cui ti sei accidentalmente trovato. Pigi il bottone per avvisare il conducente che tu devi scendere, ti alzi e vedi che la nonnina si scaraventa subito sul tuo sedile, senza quasi lasciarti passare. Lei, finalmente seduta, alza lo sguardo e ti fulmina con gli occhi per un’ultima volta, sperando che tu ti ricordi quei dieci minuti in autobus. Dieci minuti in cui sei stato un insensibile, irrispettoso ragazzo con i jeans strappati. Se ce la fa, cerca anche di insultarti con un “’Sti muli de oggi!”.
Tu non lo sai, ma hai appena partecipato a un esperimento sociologico dove viene dimostrato che le persone vogliono sempre avere qualcosa che hanno gli altri. Nulla di grave finché si tratta del tuo posto in autobus.

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