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L’esplorazione interstellare? Un imperativo per la specie umana…

Creato il 26 agosto 2013 da Extremamente @extremamentex

Erano in 200- tra scienziati, ingegneri, astronomi, artisti, antropologi, economisti… Tutti riuniti a Dallas, davanti ad un folto pubblico, per discutere del futuro dell’umanità e dell’esplorazione spaziale, nel primo Starship Congress, un meeting di 4 giorni organizzato ad agosto dall’associazione no-profit Icarus Interstellar.

L’esplorazione interstellare? Un imperativo per la specie umana…

L'ESPLORAZIONE INTERSTELLARE È IL FUTURO DELL'UMANITÀ?

Starship, come l’astronave che in un avvenire neanche troppo lontano dovrebbe portare un gruppo di pionieri (e poi i loro discendenti) a spasso per la galassia, alla ricerca di nuovi pianeti da colonizzare. Un progetto reale, serio, da tempo dibattuto tra gli scienziati (noto come The 100 Years Starship Project) che coinvolgerebbe varie generazioni: quella che inizierà a costruire non sarà infatti quella che salperà verso l’ignoto. E questa, a sua volta, non sarà quella che raggiungerà la meta. Proprio come avvenne, nei secoli passati,  per l’edificazione delle grandi cattedrali che noi ancora oggi ammiriamo, ma che committenti e architetti non riuscirono a vedere.

Un’idea utopistica? Un obiettivo concreto da perseguire? I relatori del Congresso si sono ritrovati d’accordo su un punto fondamentale della discussione: come specie, noi esseri umani abbiamo il dovere di espanderci al di fuori del nostro pianeta, verso le stelle, per realizzare appieno il nostro potenziale. Il desiderio di conoscenza è uno dei nostri impulsi più elementari: viaggiare nel cosmo costituirebbe l’apice della nostra esistenza. Insomma, l’esplorazione spaziale non è un lusso, è un imperativo evoluzionistico.

Nei vari interventi, sono stati affrontati i diversi aspetti del futuro interstellare dell’umanità, inclusa ovviamente la possibilità di trovare altre forme di vita. Che accadrebbe se la nostra “Nave Stellare dei Cent’anni” si dovesse imbattere, nel suo percorso,  in un pianeta abitato? E come dovremmo comportarci nei confronti di quelle eventuali creature per le quali gli alieni saremmo noi? In questo caso, le posizioni si sono differenziate.

Sia che si tratti di esseri intelligenti o di microrganismi unicellulari, il primo contatto comporterebbe tali implicazioni da richiedere una sorta di decalogo di comportamento, alla stregua delle Direttive che la serie Star Trek ha immaginato come necessarie per impedire interferenze culturali tra le diverse civiltà all’interno della Federazione Unita dei Pianeti. Ma secondo Les Johnson, basterebbero in realtà solo alcuni criteri basati sul buon senso.

L’esplorazione interstellare? Un imperativo per la specie umana…

LA NAVE STELLARE DEI CENT'ANNI, UN PROGETTO SCIENTIFICO

“Il primo: apprendi tutto quello che puoi senza correre rischi. Il secondo potrebbe essere: se ti sembra vivo, lascialo stare! Terzo: evita di portare a casa dei campioni, perchè potrebbero essere incompatibili con il tuo ecosistema”, ha detto Johnson, a capo del Tennessee Valley Interstellar Workshop e dirigente della Nasa presso il George C. Marshall Space Flight Center di Huntsville, in Georgia.


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