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>>L’espressione decrescita fa la sua comparsa nel febbraio del 2002

Creato il 13 novembre 2013 da Felice Monda

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La decrescita

L’espressione «decrescita» fa la sua comparsa come slogan provocatorio nel febbraio del 2002, per denunciare la mistificazione dell’ideologia dello sviluppo sostenibile. Questa «parola proiettile», questa «bomba semantica» (Paul Aries dixit) vuole rompere il consenso rassegnato all’ordine produttivista dominante. Per tentare di salvare la religione della crescita di fronte alla crisi ecologica, l’Unep (il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) aveva lanciato la parola d’ordine dello sviluppo sostenibile , ossimoro geniale in termini semantici, ma che non è riuscito a risolvere il problema, perché lo sviluppo, per sua essenza, non è sostenibile.

Lanciata dunque, quasi per caso, per rompere con l’ipocrisia dello sviluppo durevole, la decrescita, almeno all’inizio non è un concetto, e in ogni caso non è il corrispondente simmetrico della crescita.La decrescita non è né la recessione né la crescita negativa. Diventata rapidamente la parola d’ordine e la bandiera di tutti quelli che aspirano alla costruzione di una vera alternativa ad una società dei consumi ecologicamente e socialmente insostenibile, la decrescita costituisce ormai una finzione performativa che indica la necessità di una rottura con la società della crescita. Più rigorosamente, si dovrebbe parlare di a-crescita, così come si parla di a-teismo. Perché si tratta per l’appunto dell’abbandono di una fede e di una religione: quelle del progresso e dello sviluppo. Si tratta di diventare degli atei della crescita e dell’economia. La rottura operata dalla decrescita implica di conseguenza una decolonizzazione dell’immaginario e la realizzazione di un altro mondo possibile. Si tratta di uscire da una società della crescita, cioè da una società fagocitata da un’economia che ha come solo obiettivo la crescita per la crescita, e la cui logica non è di far crescere la produzione per soddisfare dei bisogni, ma di farla crescere all’infinito con il pretesto dell’illimitatezza dei consumi e con la conseguenza dell’aumento insensato dei rifiuti e dell’inquinamento. Insomma, la distruzione del pianeta.

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link articolo: http://comune-info.net/2013/11/la-buona-economia-esiste/


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