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L’Espresso ri-confeziona la donna-oggetto

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Mentre in italia imperversa un vero e proprio femminicidio (una donna ogni due giorni viene uccisa in famiglia), i media da una parte continuano a fornire giustificazioni ai violenti, definendo questi atti come “passionali” e giustificando perfino stupri efferati, dall’altra abbiamo la continua reiterazione di immagini offensive, discriminanti e sessiste che riassumono in una sola chiappa un messaggio secco e esaustivo : “donna, di te ho poca considerazione sei solo merce in vendita”.

Su questa linea ci torna l’Espresso che nel 2003 aveva abolito l’uso del corpo femminile per attirare vendite. Ma la cosa che indigna di più è che alcune donne  che hanno scritto per protestare sono state letteralmente invitate dal direttore a sfogliare tutto il giornale (quindi a comprarlo) anzichè fermarsi alla copertina. Ci rendiamo conto che non si può giustificare una copertina che “frammenta” un corpo femminile (quindi anche le nostre identità), ci sessualizza anche quando si parla di cose serie come le malattie, come solo un giornale di serie B può fare?

Abbiamo sempre detto che il “femminicidio” non è solo fisico, ovvero non avviene solo con l’uccisione di una donna per motivi legati al genere di appartenenza, ma anche attraverso l’uso di stereotipi umilianti che uccidono la dignità delle donne fino ad indurci a sentirci delle merde perchè non abbiamo una fisico sensuale e a portare gli uomini a ritenerci inferiori perchè viste come corpo da consumare, perchè è chiaro che chi consuma si pone in una posizione di dominio (non solo economico) rispetto alla “consumata”. Si tratta della logica del rapporto cliente-prostituta: “io ho i soldi quindi basta acquistarti e posso farti quello che vuoi perchè diventi mia”.

Sono tanti quelli nati consumando immagini stereotipate umilianti ad aver sviluppato comportamenti violenti o di tolleranza verso i violenti che ogni giorno le cronache riportano sui giornali. Mi sono sempre chiesta di quei nove milioni di clienti che vanno con prostitute, non curandosi del fatto che esse sono costrette a vendere il loro corpo e che spesso minorenni, se non appartengano ad uno di quei tanti che assistono alla mercificazione delle donne e che non l’avessero talmente assorbita da “normalizzare” quella condizione a cui tantissime ragazze/donne sono costrette a subire da chi ormai ha l’idea della donna come merce.

Penso a quelle donne che non solo sono vittime della crisi o per il  fatto di essere donne (e quindi  licenziate ogni volta che restano incinte) che le rende disoccupate ma sono costrette a subire ricatti e richieste da datori di lavoro che le discriminano pure per l’aspetto estetico e per la loro scarsa taglia di seno. Non sono forse anche questi figli di un “sistema” lanciato dalle tv commerciali e dalla stampa?

Non è forse a causa di quest’immagine femminile perpretata dai media e legata all’idea di donna-oggetto che le molestie sessuali sono in aumento così come la giustificazioni a tali fenomeni?

Non è forse a causa di questo che l’Italia resta ferma al 74° posto nel mondo per quanto riguarda la condizione femminile e che le discriminazioni sono in aumento?

Da cosa sono legatele discriminazioni di genere? da un’idea femminile stereotipata che è ancora presente nell’immaginario collettivo del nostro Paese. Liberiamo i nostri corpi, la nostra immagine e le nostre vite. Riapropriamoci la libertà di essere noi stesse!

Mary



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