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L'Est creativo

Creato il 17 luglio 2011 da Kris @zinfok
La creatività è una dote imprescindibile dell'uomo. Nella storia, anche nelle situazioni più estreme, la creatività ha sempre avuto un ruolo fondamentale. Nell'Europa dell'Est il vento della libertà soffia sempre più forte e le proteste contro i regimi e i governi "poco democratici" si animano di trovate veramente fantasiose.
Ultima fra tutte è la protesta bielorussa contro il regime di Lukashenko, proprio nell'anniversario della liberazione della Bielorussia dal giogo nazifascista. L'Est creativo I manifestanti, passando dalla piazza in cui il Presidente declamava il suo discorso, battevano le mani continuamente senza mai smetterla, creando imbarazzo tra i ministri che non osavano applaudire. Naturalmente, gli agenti infiltrati tra la folla sono intervenuti, disperdendo il corteo e arrestando ben più di 40 persone.  Sempre a Minsk, le persone che volevano protestare contro la violenza della forze speciali antisommossa si sono dati appuntamento per strada: gli omon (così sono chiamati i reparti antisommossa della polizia) erano già pronti ad intervenire ed invece sono rimasti di stucco quando alle 8 in punto, tutti i cellulari dei manifestanti sono squillati, intonando una nota canzone bielorussa, famosa al tempo della caduta dell'URSS, che parla di cambiamento.
L'Est creativo Spostandoci un po' più a sud, in Ucraina abbiamo il gruppo di protesta "Femen". E' un gruppo di giovani femministi che protestano contro diverse tematiche che riguardano il loro paese, mostrando il seno e scrivendo gli slogan sul loro corpo: hanno manifestato contro la prostituzione, contro il turismo sessuale nel Paese, sfoderando cartelli quali: "L'Ucraina non è un bordello"; "Noi non siamo in vendita".
Sono poi sfilate nude sulla moto per festeggiare l’indipendenza a Kiev durante il diciannovesimo anniversario dell’indipendenza dell’Ucraina, e in cinque, sotto la statua di Lenin nel centro della città, hanno urlato slogan contro Putin e l’aumento dell’influenza russa sull’ex repubblica sovietica: “Non ci arrenderemo al Cremlino”. Hanno preso di mira recentemente anche il primo ministro Mykola Azarov, colpevole secondo loro di essere maschilista nelle sue scelte, visto che il suo governo è formato solo da uomini. E quindi ora la protesta apre lo spazio in politica tanto è vero che non sono più fenomeni isolati, ma hanno chiaramente espresso la volontà di arrivare in parlamento con le prossime elezioni legislative del 2012. D'altronde il premier Azarov ha fatto una gaffe clamorosa sostenendo che la politica non è “cosa da donne”. [fonte]
L'Est creativo Per quanto riguarda la Russia, ho già parlato in un post precedente del gruppo di protesta "Voina": famoso è il graffito di un enorme dito medio su uno dei ponti levatoi di San Pietroburgo. Quando il ponte venne alzato per far passare una nave, il dito medio fu possibile vederlo dalla facciata d'ingresso dei servizi. Molto famoso è anche il Comitato dei "secchielli" che, a Mosca, protesta contro le libertà di cui dispongono le auto blu, rispetto alle regole stradali, provocando incidenti anche mortali, rimanendo impuniti coloro che sono coinvolti.
L'Est creativoSpostandoci verso est, le forme di protesta diventano sempre più strane e simpatiche: in Azerbaijan, per protestare contro i soldi spesi dal governo per importare degli asini, due blogger hanno pubblicato un video in cui un asino, rappresentava il capo di stato e dava disposizioni sul da farsi. Insomma un chiaro e divertente segno di protesta contro il governo di Bacu.
L'europa dell'est si ingegna per prendersi la propria libertà. Grazie ad internet le informazioni girano più facilmente, le persone riescono ad organizzarsi, riunirsi e far valere i propri diritti. Così è stata possibile la Primavera Araba che comunque sta rivelando il suo difficile e tortuoso cammino, sia in Tunisia che in Egitto, in Libia, Iran e altri paesi arabi.  In questa era di cambiamenti, rivoluzioni, crisi economiche, sociali e culturali le persone cercano di andare avanti e far sentire la propria voce. Nessuno può rendere prigioniero il pensiero e, di conseguenza, la voglia di libertà.

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