Stasera voglio presentarvi un racconto particolare. Si tratta di un racconto particolare sotto vari punti di vista. In primis lo è perché è opera di una mia
amica virtuale, come vengono definite
le amiche (come in questo caso) conosciute grazie all’intermediazione della Grande Rete. In secondo luogo è un racconto particolare in quanto, pur essendo
etichettato come
romanzo per ragazzi, ha in sé dei particolari che lo rendono
stuzzicante anche per lettori di un’età un tantino superiore a quella
raccomandata. Il racconto del quale sto per parlarvi s’intitola “
L’estate del non ritorno” ed è una storia uscita dalla penna e dal talento di contastorie della bravissima
Sara Boero.
Protagoniste principali della storia narrata ne “
L’estate del non ritorno” sono due giovani ragazze, due adolescenti, di nome Camilla e Margherita anche se loro preferiscono farsi chiamare,
all’americana, Cam e
Meg. La storia si apre con Cam che si sveglia nella casa di campagna che fu dei suoi nonni durante le vacanze estive. A svegliarla è un ragno, “
uno di quei ragni con le zampe lunghissime e il corpo piccolino“. Schifata Cam si alza. Poco dopo si accorda, non senza l’uso un astuto stratagemma per ottenere il
nulla osta della madre, affinché la sua amica Meg la raggiunga per passare alcuni giorni in compagnia. Meg, di famiglia agiata se non ricca, a sua volta modella per una rivista per teenager e fresca di servizio fotografico a
Milano durante il quale ha posato per la collezione di costumi da bagno dell’anno dopo, raggiunge l’amica nel più breve tempo possibile. Dopo pranzo e dopo che i genitori, non proprio contenti per lo stratagemma utilizzato dalla figlia per ottenere il permesso di ospitare l’amica, hanno espresso il proprio malcontento con una buona dose di freddezza, le due amiche, dopo che Cam ha aiutato Meg a sistemare le proprie cose nella camera assegnatale, partono in esplorazione.
Meg sembra particolarmente attratta da Villa Marina, una villetta nelle vicinanze della casa di Cam che, nel passato, aveva nel prato davanti alla casa un camposanto quasi sterminato. Ora al posto delle pietre tombali d’un tempo, pietre tombali che avevano provocato non pochi problemi a Cam quand’era bambina, vi sono una serie di siepi. Contro quello che è il volere dell’amica Meg chiede e ottiene di piazzare la vecchia tenda dei nonni di Cam in giardino ed in un punto particolare del giardino, nelle vicinanze cioè del cancello d’accesso a Villa Marina. A tutelare, per così dire, la privacy delle due campeggiatrici vi sono solamente i rami di un albero. A rendere ancora più sinistra la situazione ci si mette anche la scoperta che Villa Marina non è più disabitata ma è stata presa in affitto da due persone, un uomo adulto ed un ragazzo d’aspetto non propriamente simile a dei modelli. In più il ragazzo ha anche un cane di stazza piuttosto grossa, un specie di Alano di nome Pongo.

La vicenda, dopo un inizio
tranquillo, procede in un crescendo di pathos fino alla conclusione sorprendente che lascia il lettore a bocca aperta ma che, a suo modo, chiarisce tutto, annodando, come direbbe il tenente Colombo, tutti i fili pendenti. Un racconto, quello regalatoci dalla straordinaria
Sara Boero con “
L’estate del non ritorno“, che appassiona e avvince il lettore tenendolo incatenato alle sue pagine per la voglia di scoprire come andrà a finire, per capire cosa si cela sotto una vicenda che, come dicevo poc’anzi, parte tranquillamente e procede con una progressione geometrica di tensione e pathos. Una lettura che non solo consiglio ma straconsiglio a tutti e che, ve lo garantisco, non mancherà di farvi riflettere e meravigliare.
Grazie a tutte e tutti voi per la pazienza e l’attenzione e arrivederci alla prossima!
Buonanotte e, come sempre, Buona lettura, meglio ancora se con “L’estate del non ritorno” di Sara Boero!
Con simpatia! :)