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L’estate di Giacomo

Creato il 22 luglio 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

L’estate di Giacomo

Anno: 2011

Durata: 78′

Distribuzione: Tuker Film

Genere: Documentario

Nazionalità: Italia/Belgio/Francia

Regia: Alessandro Comodin

L’estate di Giacomo, esordio salutato calorosamente in Francia e premiato a Locarno con il Pardo d’Oro lo scorso anno, è l’ennesima dimostrazione di come un talento registico nostrano venga prima riconosciuto al di là delle Alpi. Alessandro Comodin, trentenne di origini friulane, che nel suo paese d’origine, San Vito al Tagliamento, è tornato per raccontare il passaggio all’età adulta del suo amico Giacomo, dimostra di essersi pienamente meritato il titolo di “Cineasta del presente“, conferitogli alla 64/a edizione del Festival di Locarno.

Comodin segue con la mdp Giacomo e Stefania (sorella del regista), due adolescenti friulani che trascorrono la loro estate fra lunghe passeggiate in cerca di refrigerio sulle rive del Tagliamento, giochi in acqua, nella natura e al luna park. Comodin ci presenta subito il ragazzo scegliendo un’immagine molto eloquente: Giacomo, rimasto sordo da piccolo, suona con foga la batteria, provocando un rumore assordante. Dopo poco ci si accorge che indossa l’apparecchio per sordi. Il regista penetra con garbo l’intimità del ragazzo, mostrandoci durante i settantotto minuti di girato, la ricerca dell’identità di Giacomo.

L’estate di Giacomo

Giacomo Zulian con grande naturalezza, mostra il suo essere, senza inibizioni dovute all’obiettivo che lo fissa: è un ragazzo gioviale, molto sensibile e amante della musica, quasi come a voler superare il suo limite. Stefania Comodin, sorella di Alessandro,  è amica di Giacomo sin dall’infanzia. La profondità del loro legame si intuisce fin dai primi minuti del documentario: la ragazza riserva delle premure quasi materne al suo amico, non per la sua condizione, che i due hanno ampiamente superato, ma per l’affetto che la lega a lui. In certi momenti, accompagnati da una fotografia splendente e da un set naturale rigoglioso, i due ragazzi camminano in bilico sul labile confine fra intesa amichevole e attrazione, momenti che l’obiettivo di Comodin cattura in maniera esemplare.

Notevole anche la scena della giostra, in cui Stefania e Giacomo appaiono come l’immagine della gioventù spensierata.

L’estate di Giacomo

La scelta del documentario, arricchito da quadri espressivi e d’immagine, risulta azzeccata per il percorso narrativo che la regia sceglie di seguire, al contrario la fiction avrebbe impoverito tema e regia.

La chiusura del percorso di Giacomo, che avviene con la presentazione di Barbara, la sua ragazza, e la lettura della sua lettera/confessione, risulta un po’ troppo frettolosa, smorzando quell’atmosfera di allegria e spensieratezza che sembrava costituire un po’ il fil rouge di questo documentario. Nel complesso Comodin riesce a costruire un esordio alla regia molto curato, che fa sorgere buone aspettative per un prossimo lavoro.

Francesca Tiberi

L’estate di Giacomo
Scritto da Francesca Tiberi il lug 22 2012. Registrato sotto IN SALA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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