“L’estate in cui caddero le stelle” di Cristina Brambilla, Mondadori

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

Recensione di Roberta

Siamo in un’estate dei lontani anni Cinquanta.
Patrizia e Silvia sono amiche da sempre. Abitano nello stesso condominio, guardate dall’alto in basso dai vicini. Patrizia, figlia della portinaia, ama la scienza, per la quale ha una vivida inclinazione e si domanda i perché dei fenomeni naturali.
Silvia, invece, figlia di una signora dal mestiere equivoco, si sente una creatrice di moda e il suo idolo è Coco Chanel.
Patrizia possiede una bici, una vecchia Graziella, pesante come piombo e, per questo, nonostante l’utilità indiscussa, tanto odiata. La ragazza, guidata dalla sua indole, vorrebbe infatti una bici sportiva, leggera, un mezzo agile con il quale, magari un giorno, fare il giro d’Italia, o comunque spostarsi in maniera veloce, e poter vivere così incredibili avventure con la sua amica.
Sì, perché le due, nonostante i vari avvertimenti e rimproveri delle madri, non si fermano davanti a niente, e trascorrono delle giornate mozzafiato.
Molte sono, però, opere della loro fantasia. Patrizia immagina vicende e scenari legati alla sua passione, la scienza, e Sara, invece, inventa personaggi fantastici, usando le sue competenze manuali e artistiche.

Tutti i giorni, in sella alla fida Graziella, Silvia e Patrizia si rifugiano in quello che è il loro posto speciale, custode di segreti e sogni: una vecchia Cava abbandonata, dove le due ragazze cercano refrigerio in un’estate caldissima.
La Cava, con le sue suggestioni, sarà anche il posto che segnerà la loro crescita, il luogo dove si troveranno di fronte a delle scelte importanti, che le catapulteranno nel mondo adulto.

Eventi che partiranno dall’incontro con un personaggio dall’apparenza mostruosa e la fama inquietante. Un uomo dallo strano accento, con metà faccia completamente bruciata, sul quale si vocifera che abbia sciolto la moglie nell’acido, e che con esso, durante l’omicidio, si sia deturpato.
Un essere solitario e spaventoso, al quale non avvicinarsi…

Se non fosse che un giorno, a causa di una dimenticanza, Patrizia è costretta a recarsi da lui, con molta paura, inizialmente
Ma, superati i pregiudizi e le prime difficoltà, sarà grazie all’uomo che Patrizia scoprirà un mondo pieno di misteri, proprio quell’universo che da sempre l’affascina: la fisica!
Troverà un amico prezioso, che la aiuterà a inseguire un sogno audace: diventare una scienziata. Perché il diritto di studiare e realizzarsi non spetta solo al fratello maggiore, maschio, ma a tutte le persone che hanno voglia di impegnarsi per seguire la propria strada.

“L’estate in cui caddero le stelle”, è un romanzo che conduce indietro nel tempo, un romanzo con il giusto grado di tensione, creata grazie all’invenzione letteraria del Mostro. Ma il rovesciamento si rivelerà salvifico perché sarà proprio l’uomo a costituire la chiave della storia, invitando così il lettore, tra suspense e rilassamento, al superamento del pregiudizio.

Nel corso del racconto viene inoltre presentata una figura di donna per me fondamentale, della quale ho avuto il privilegio di seguire alcuni incontri ricevendone tanta emozione: Margherita Hack.
La piccola Patrizia la ricorda molto, e il modo semplice e spontaneo nel quale i protagonisti parlano di fisica e matematica suggerisce proprio come anche gli obiettivi in apparenza più difficili da raggiungere non siano impossibili, se perseguiti con la giusta motivazione (esattamente come in maniera scherzosa e appassionata amava raccontare la Hack).

Un romanzo, questo, anche spiritoso, molto piacevole, scorrevole alla lettura, ma soprattutto una storia sulla forza dei sogni e sul coraggio di scegliere e affrontare il proprio futuro.

E come direbbe il Mostro, nel suo italiano non proprio corretto, ma veicolo di ottimi pensieri e consigli: “Sempre bisogna leggere romanzi. Scrittori, loro forse vivono in stringa diversa dalla nostra.”
Non abbiate, quindi, paura delle utopie, non abbiate timore di fare un salto tra una stringa e l’altra, qualsiasi cosa queste, e gli spazi tra loro, possano custodire.

Età consigliata: dagli 11 anni

Se il libro ti piace, compralo qui: L’estate in cui caddero le stelle (Contemporanea)


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