Oggi voglio dedicare il mio articolo allo sport più amato in Italia. Il gioco del calcio. Lo voglio fare con l'ausilio di un bellissimo libro che ho appena terminato di leggere: L'Età d'oro del Pallone- Il calcio in Italia dalle origini al 1950. L'argomento calcio è da sempre un argomento dibattuto, vuoi per passione, vuoi perché è lo sport nazionale, resta di fatto un aspetto culturale che incide profondamente la nostra società. Il testo, curato da Ernesto Zucconi e Giuseppe Franzo, ha il pregio di ripercorrere l'evoluzione dello sport nazional popolare per antonomasia. Una ricostruzione dettagliata che inizia con cenni storici e sul perché il gioco con la palla sia stato utilizzato con finalità ludiche e sportive da diverse civiltà non solo quella europea. Secondo alcuni studiosi la palla veniva identificata con i corpi celesti, il sole e la luna che per la loro forma sferica venivano identificati come la perfezione. Si hanno notizie del gioco con la palla sin dall'antica Grecia. Un gioco che poi si evolverà nei secoli acquisendo regole e ruoli. Anche la stessa pratica di questo sport, inizialmente visto come essenzialmente maschile, verrà acquisito anche dal mondo femminile. Il gioco del calcio è visto nell'ottica degli autori, nei termini in cui lo definì Antonio Ghirelli, giornalista e scrittore napoletano: cultura popolare. In questo libro vengono analizzati e contestualizzati i momenti in cui questo sport si evolve, pur ammettendo che, pur vantando duemila anni di storia e gloria romana, il calcio fu introdotto in Italia grazie agli inglesi e agli svizzeri. La nascita dell'Italia calcistica si fa risalire al 1887, quando Edoardo Bosio, commerciante che aveva per motivi di lavoro contatti con Londra, fondò una squadra che prese il nome di International Football Club. Successivamente a Genova nasceva il Genoa Cricket and Football Club. Nel 1898 fu fondata la Figc (Federazione italiana gioco calcio). Il primo campionato italiano si svolse in un solo giorno l'8 maggio 1898. A seguire verranno fondate numerose squadre che daranno vita ad un sempre più partecipato campionato. Inizia così l'epopea del calcio con calciatori dai pantaloni lunghi, berrettino e baffoni. Gli autori si soffermano su vari aspetti, gli avvenimenti fuori dal campo, gli albori calcistici torinesi, la storia e la cronistoria del calcio italiano e delle società di calcio dal 1898 al 1950. I capocannonieri. L'epopea azzurra con i trionfi mondiali dell'Italia guidata da Vittorio Pozzo nel 1934 a Roma e 1938 a Parigi sublimate dalla vittoria olimpica nel 1936 a Berlino. Le prime esperienza di calcio professionistico che risalgono agli anni 1929-30. Un periodo questo in cui le vittorie venivano celebrate dai nostri calciatori con il saluto romano, ormai entrato di fatto nelle abitudini del popolo italiano. Un ampia parte del libro viene dedicata al fumetto, unico modo per raffigurare le competizioni, utilizzando alcuni numeri de I Grandi Campioni dello Sport. Un bel capitolo dedicato ai ricordi di Pozzo e poi per gli amanti delle statistiche i risultati e i gol segnati. Non manca il ricordo di un arbitro speciale: Antonio Birbone. Il testo è impreziosito da numerose foto, fumetti, prime pagine dei giornali. Con un ricordo dedicato al Grande Torino deceduto a Superga il 4 maggio 1949 dopo che l'aereo che trasportava l'intera squadra con lo staff tecnico e medico e numerosi giornalisti si schiantò contro il terrapieno della Basilica. Nessuno si salvò da quella sciagura. Notevole anche la foto dei funerali che attraversarono Torino, bagnati dal pianto di una folla immensa. Un libro completo, esaustivo, intrigante, per tutti gli appassionati del genere. Una ricerca minuziosa, con immagini rare, con dettagli grafici di pregio e foto che non ritraggono solo i campi di calcio di allora, ma anche i tifosi sulle gradinate con i mucchi di biciclette addossate una sull'altra ai piedi delle scalinate, perché era più importante trovare un posto sugli spalti e vedere, assaporare, vivere quel gol, che li avrebbe fatti discutere per almeno una settimana. Un libro che fa riflettere su come il calcio di allora fosse sicuramente più sano, coinvolgente e a suo modo eroico.
[E. Zucconi. G.Franzo L'Età d'oro del pallone è edito da Novantico pag.120 con foto in bianco e nero formato 21×29,7]