Da lettrice definirei L’età in più qualcosa che va oltre il semplice romanzo (narrativa, saggio, biografia o qualsivoglia catalogazione); è la possibilità, offerta talvolta dalla carta stampata, di conoscere una persona, nella sua individualità. Ho conosciuto Marina Piazza non solo come donna, da donna io stessa, ma come donna forte e consapevole. Ho percepito sulla pelle la difficoltà di aprirsi in certi passaggi delicati, la voglia e la volontà di superare sé stessa. Ho sentito il desiderio del «super eroe» (non l’avvilente “eroina”) presente in lei, perché risvegliava il mio. Ma mi permetto di dissentire dal discorso femminile: a 40 anni di distanza dalla sua generazione, la questione sessista adesso si sposta sull’essere “forte” al di là delle differenze di genere. Nel 2010 ho conosciuto Emma La Spina, autrice siciliana del romanzo autobiografico Mille volte niente (Piemme, 2010): una storia di sconfitta femminile – avevo pensato – ma ho dovuto ricredermi. La sua era una storia sì di violenza, ma anche di debolezza. I suoi occhi pieni di terrore mi sono rimasti scolpiti nella memoria. Il carattere “alfa”, dominante, forte, si acquisisce nella prima infanzia o forse è già in nuce in alcuni di noi. In Solitudine Marina Piazza afferma: «Credo che la vecchiaia porti con sé questa sensazione: che non ci sia nessuno che ti pensi davvero». Nella sua esperienza di vita, la solitudine, pur vissuta fisicamente in tutto il suo percorso, si presenta in vecchiaia come «una scheggia di arcaico all’interno di una vita post-moderna»: purtroppo questa “scheggia” colpisce alcuni ben prima di una qualsiasi definizione approssimativa di vecchiaia. Nell’insieme è un libro ricco, complesso, ambivalente, simile alla donna che lo ha concepito. Un po’ diario, un po’ tesi di laurea. Un’ultima citazione che descrive la saggezza e la sottile intelligenza (chissà se derivi dall’età…) di Marina Piazza, nella speranza che i lettori colgano il valore epifanico di queste parole: «E tuttavia non credo che l’esperienza si possa trasmettere, penso che la vita sia quello che ti racconti e come te lo racconti. È la narrazione ad avere valore».
L’Età in Più: il Percorso a Ritroso di Marina Piazza
Creato il 20 marzo 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazinePossono interessarti anche questi articoli :
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